Nicolini (Cisis): “pagoPA in ritardo: sconta deficit competenze e costi di commissione”
11 Gennaio 2016
Andrea Nicolini, Cisis
Da alcuni anni il CAD obbliga le pubbliche amministrazioni e gli erogatori di pubblici servizi ad attivare modalità di pagamento elettronico per tutti i servizi che prevedono un pagamento da parte di cittadini e imprese. L’articolo 5 del codice dell’amministrazione digitale, tuttora in vigore, aggiornato dal decreto legge n. 179 del 2012, prevede che siano attivate fin dal 1 giugno 2013 modalità di pagamento elettronico.
Per facilitare l’attivazione di tali modalità di pagamento è stato creato il nodo nazionale dei pagamenti elettronici che di fatto crea un sistema, denominato PagoPA, cui aderiscono gli enti creditori e i prestatori di servizio di pagamento.
Il nodo dei pagamenti è attivo dal 2013, quando un gruppo di lavoro cui hanno partecipato le rappresentanze di tutti i livelli della pubblica amministrazione e le rappresentanze dei prestatori dei servizi di pagamento, coordinato da AgID e da Banca d’Italia, ha formalizzato le specifiche tecniche e creato una prima implementazione di riferimento del sistema.
Alla fine del 2015 risultano aver aderito a PagoPA più di 10 mila pubbliche amministrazioni ed erogatori di pubblici servizi, fra i quali tutto il sistema dell’istruzione oltre a molte amministrazioni centrali, regionali, provinciali e comunali e circa 40 PSP, fra i quali i principali istituti bancari, poste italiane e diversi istituti di pagamento che gestiscono i principali circuiti di pagamento presenti sul mercato.
Tuttavia ad inizio 2016 sono ancora pochi, per non dire pochissimi, i cittadini e le imprese che utilizzano abitualmente tali modalità di pagamento.
Partecipando ai gruppi di lavoro su PagoPA fin dall’inizio posso affermare senza timore di smentita che il sistema definito non presenta criticità tecniche particolari, anzi rispetta tutti i principali standard di riferimento e tutte le specifiche tecniche vengono continuamente aggiornate (il mondo dei pagamenti elettronici e dei servizi di pagamento è molto più ampio di quanto si possa immaginare, ne fanno parte una infinità di casi d’uso, basti pensare alle differenze che esistono fra un bonifico con l’home banking, un pagamento ad uno sportello ATM, un pagamento con carta di credito, un pagamento con cellulare, solo per rimanere nell’ambito dei casi più noti) attraverso gruppi di lavoro cui partecipano moltissimi rappresentanti di pubbliche amministrazioni e di PSP.
Non solo il sistema non presenta problemi tecnici, ma risolve moltissime, per non dire tutte, le criticità che una PA e un PSP incontravano per erogare servizi di questo tipo in precedenza.
Chi gestisce sistemi informativi nelle pubbliche amministrazioni e nei soggetti che erogano pubblici servizi o presso un PSP e si è avventurato nel mondo dell’innovazione dei sistemi di pagamento, conosce perfettamente quanto sia difficile definire i servizi, individuare i canali da offrire a cittadini e imprese e poi progettare ed implementare con il partner o con i partner individuati l’integrazione dei relativi sistemi, con la certezza di dover rifare il lavoro al cambio di partner.
Tutto questo con PagoPA semplicemente non esiste più, perché la standardizzazione delle specifiche permette con la semplice adesione di poter una volta per tutte integrarsi con qualunque ente creditore aderente per i PSP e con qualunque PSP aderente per l’ente creditore.
Anche a livello organizzativo il sistema PagoPA non presenta particolari criticità, consente all’ente creditore e al PSP di garantire un servizio di qualità con poche e puntuali attività, l’identificativo unico che caratterizza qualunque pagamento permette la riconciliazione immediata del pagamento e questo si traduce per l’ente creditore nella possibilità di concentrarsi sul recupero crediti in modo semplice ed efficace e per i PSP nella possibilità di garantire certezze agli utenti finali sull’avvenuto pagamento.
Fino ad ora si sono analizzati gli aspetti tecnici e organizzativi per gli enti creditori e per i PSP, si potrebbe sospettare che vi siano problemi per i cittadini e imprese, al contrario per i cittadini PagoPA presenta solo vantaggi operativi, infatti consente di effettuare il pagamento in tutte le modalità possibili, compresi i contanti (sarà il psp a trasformare il pagamento in contante in un pagamento elettronico), assecondando qualunque preferenza possibile (home banking, pos, sportello atm, app, smartphone, contante).
Non ci sono quindi problemi tecnici e organizzativi a motivare il ritardo con il quale il sistema si sta avviando a regime, le motivazioni vanno ricercate in altri due aspetti: l’assenza di competenze adeguate diffuse a tutti i livelli negli enti creditori e nei PSP, che si traducono in un numero limitato per ora di servizi di pagamento disponibili e l’incertezza sui costi di commissione applicati .
L’assenza di competenze diffuse sul digitale, presso le pubbliche amministrazioni soprattutto, è ormai una emergenza nazionale che si evidenzia in modo eclatante proprio durante il dispiegamento in tutte le pubbliche amministrazioni di innovazioni di sistema come questa, se non vi si pone rapidamente rimedio si avranno le stesse criticità nelle altre azioni come SPID, Italia.login e FSE in primis.
L’incertezza dei costi è conseguenza delle normali leggi di mercato, le commissioni si abbassano se i volumi sono ampi e certi, ma i volumi crescono e diventano certi se i costi sono bassi, un classico gatto che si morde la coda, con il risultato che alcune amministrazioni che hanno realizzato propri sistemi di pagamento elettronico con singoli partner a condizioni particolarmente vantaggiose rallentano l’adesione al nodo o l’attivazione dei relativi servizi.
Bisogna quindi individuare una strategia che affronti e rimuova gli ultimi ostacoli per la messa a regime dell’importante sistema, oltre ad un piano nazionale per le competenze digitali nelle pubbliche amministrazioni con effetti nel medio e lungo periodo, fra le ipotesi ventilate da attuare nel breve periodo due paiono particolarmente convincenti:
- Un’azione di comunicazione che illustri i nuovi servizi ed evidenzi a cittadini e imprese i vantaggi nell’utilizzarli;
- Un accordo fra i psp aderenti e Banca d’Italia per un periodo limitato temporalmente di lancio dei nuovi servizi nel quale le commissioni sono concordate e molto limitate (idealmente azzerate), così da permettere la verifica del reale potenziale dei servizi per le PA e i PSP che hanno già aderito.
Anche grazie ad una grande crescita dei pagamenti effettuati tramite PagoPA la PA e quindi il paese possono diventare più efficienti.