Noci: “Quattro azioni disponibili subito per le PA che vogliono cambiare”
22 Dicembre 2016
Giuliano Noci, Politecnico di Milano
A che punto siamo?
L’indicatore che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale nei vari Paesi europei, il Digital Economy and Society Index (DESI), a giugno 2016, ci vede terz’ultimi in Europa, con grossi ritardi da recuperare relativamente alle 5 dimensioni su cui è calcolato. In particolare, su 29 Paesi censiti siamo ultimi per uso di internet da parte dei cittadini e 18esimi in digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. È però altrettanto importante rilevare che l’Italia è tra i Paesi che stanno migliorando più velocemente la loro posizione sull’indice.
Questo Governo ha prodotto molte riforme e introdotto molte innovazioni: cosa è già “usabile” tra quanto approvato? Cosa ci portiamo a casa?
il 2016 è stato l’anno in cui si è dato corso all’attivazione e al consolidamento delle piattaforme nazionali. Dopo l’esperienza della fatturazione elettronica, che registra più di 49 milioni transazioni, è stato lanciato il sistema di autenticazione nazionale SPID, che oggi conta circa 700.000 account. Inoltre sono già state rilasciate 125.000 nuove carte di identità elettroniche da parte dei 217 Comuni che oggi hanno attivato il servizio (agendacie.interno.gov.it). Pago PA è ormai una realtà che conta l’adesione di più di 14.700 enti ed è ormai quasi alle fasi finali la sperimentazione dell’Anagrafe Nazionale da parte dei 26 Comuni pilota.
Molti provvedimenti sono ancora non in sospeso, cosa pensa che sarà impossibile raggiungere degli obiettivi che erano posti? A cosa dovremo rinunciare, almeno per ora?
Dovremo aspettare per arrivare all’abbandono della carta e la produzione dei propri documenti soltanto in formato digitale, come si era inizialmente posti nel nuovo CAD. D’analisi dell’Oss egov 2015-2016, emerge come oltre il 50% degli Enti abbia meno del 3% dei servizi di front office online (l’80% meno del 15%) e circa il 50% dei Comuni abbia la metà dei sistemi informatici di back office dei Comuni più digitali. E tra questi non ci sono solo Comuni di piccole dimensioni. L’impresa da compiere, al di là degli adeguamenti tecnologici, è un processo complesso con importanti implicazioni organizzative e gestionali.
Cosa si può fare ora nel campo dell’innovazione digitale che non ha bisogno della politica, ma solo dell’azione fattiva dell’amministrazione?
Tenere sempre come riferimento alcuni importanti principi:
- porre alla base della progettazione dei servizi digitali la massima attenzione dell’esperienza dell’utente e ai punti di contatto;
- valorizzare, quando possibile, la cooperazione pubblico-privato per rendere sostenibile l’innovazione;
- mettere a sistema risorse e competenze per la realizzazione e gestione dei servizi;
- sfruttare le potenzialità del digitale per ripensare i modelli di erogazione dei servizi pubblici individuando gli ambiti ottimali di produzione e delivery dei servizi e trascendendo i confini amministrativi degli Enti.