Open data, social network, approccio 2.0, valorizzazione dell’innovazione italiana. Tutto questo è MiaPA

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Lunedì è stato presentato alla stampa MiaPA un nuovo strumento per la pubblica amministrazione web 2.0 che permette  di individuare i servizi pubblici e di condividere in maniera del tutto innovativa informazioni e valutazioni usando uno smartphone o il  proprio PC. Ma MiaPA è molto di più. Vediamo insieme quali sono gli elementi innovativi alla base del progetto. 

27 Ottobre 2010

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Lunedì è stato presentato alla stampa MiaPA un nuovo strumento per la pubblica amministrazione web 2.0 che permette  di individuare i servizi pubblici e di condividere in maniera del tutto innovativa informazioni e valutazioni usando uno smartphone o il  proprio PC. Ma MiaPA è molto di più. Vediamo insieme quali sono gli elementi innovativi alla base del progetto. 

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Su iniziativa del Ministero dell’innovazione e della Pubblica Amministrazione e grazie ad una collaborazione fra FORUM PA, Formez PA e Mobnotes è nato MiaPA, il sistema che integra social media e customer satisfaction nella pubblica amministrazione.
Ma MiaPA fa molto di più, come ha sottolineato Gianni Dominici, Direttore Generale di FORUM PA: “In primo luogo grazie alla collaborazione tra FORUM PA Formez PA e Mobnotes (il social network su cui si basa tutto l’applicativo), per la prima volta nel mondo si sperimenta una piattaforma di civil haking basata sulla geo-localizzazione degli utenti. In secondo luogo, con questo progetto siamo riusciti ad introdurre, per la prima volta in Italia, il concetto di open data in una pubblica amministrazione centrale. Tutti i dati relativi agli uffici pubblici sul territorio raccolti da Formez PA saranno, infatti, rilasciati sotto apposita licenza “creative commons” per essere riutilizzati da chiunque per offrire nuovi servizi.”

Su SaperiPA trovi tutti i materiali della conferenza stampa di presentazione e il video dell’evento.

La filosofia alla base di MiaPA

Per vedere nel dettaglio come funziona l’applicazione abbiamo realizzato un tutorial, che potete trovare qui, e che ci sembra abbastanza esaustivo. Proviamo, invece, a capire quale è il contenuto realmente “innovativo” di questa iniziativa.

1)  Le pagine gialle della pubblica amministrazione: ad oggi non esiste un elenco completo di tutti gli sportelli di contatto della PA con i cittadini. Certo esistono migliaia di siti che riportano indirizzi e orari d’apertura, ma fino ad oggi non è mai esistita una “rubrica” della PA (ipotizzata per la prima volta nel 2002 dal Ministro Lucio Stanca). L’obiettivo dei 100.000 indirizzi che si è posto il Ministro Brunetta e, soprattutto l’idea di coinvolgere tutte le singole amministrazioni locali nel fornire i dati è proprio quello di offrire al pubblico una panoramica completa di come è dislocata l’amministrazione pubblica sul territorio. Tutto ciò avendo sempre presente che, nella logica della rete, un servizio generale NON sostituisce quello specifico. MiaPA non sarà, dunque, il social network unico della pubblica amministrazione italiana, ma andrà ad affiancarsi a quelli già esistenti, sviluppati dalle singole amministrazioni, recuperando quell’approccio ‘click and brick’ (un tempo avremmo detto multicanale) che consente ai cittadini di accedere e dialogare con la pubblica amministrazione scegliendo lo strumento per loro più adeguato.

2) Il social ranking dei servizi pubblici: è la logica alla base del web sociale. Un servizio non è tale se non si ha la possibilità di conoscere le valutazioni degli utenti che lo hanno utilizzato prima di noi e di condividere le nostre. MiaPA offre per la prima volta al popolo della rete la possibilità di diventare “prosumer” rispetto ai servizi pubblici. Non si tratta di gogna mediatica, ma di un arricchimento dell’informazione: il commento degli utenti arricchisce, e diventa esso stesso servizio

3) La PA entra nei luoghi di discussione della rete: anche qui abbiamo un approccio al web 2.0 da parte della PA completamente innovativo. Per la prima volta l’amministrazione non invita gli utenti di internet “in casa propria”, ma si trasferisce essa stessa nei luoghi dove la discussione tra gli abitanti della rete è già presente e avviata. Mobnotes, facebook, twitter… MiaPA permette (per ora) l’integrazione di questi tre social network e si prepara a sbarcare su altri nel prossimo futuro.

Su SaperiPA trovi approfondimenti sul tema dell’open data government

4) L’open data government: Nel comunicato ufficiale, forse, è stato dato poco spazio a questa dimensione, ma è quella che, probabilmente, sta più a cuore agli abitanti della rete. Con MiaPA la logica dell’open data entra per la prima volta in una amministrazione centrale. I 12.000 indirizzi raccolti finora da Formez PA (e i 100.000 previsti a regime) saranno, infatti, rilasciati in formato aperto. Ciò vuol dire che la materia è stata studiata, analizzata e si è arrivati alla stesura di una licenza creative commons pensata appositamente per i dati pubblici (sarebbe il secondo caso in tutto il mondo dopo l’esperienza del governo britannico).

5) La partnership pubblico-privata: altro elemento di novità del progetto è l’idea di coinvolgere, invece della grande azienda statunitense (in un primo tempo si era pensato a forsquare), un piccolo gioiello italiano: Mobnotes.
Nato nel 2007 Mobnotes è un social network made in Italy, unica realtà italiana ad essere stata premiata al TechCrunch50 di San Francisco (evento/competizione tra più di 1000 imprese innovative organizzato dal portale Techcrunch.com). La scelta di utilizzare la piattaforma di Mobnotes si è rivelata vincente per il progetto. Puntare su una piccola realtà orientata all’innovazione e guidata da giovani ambiziosi che non hanno paura di rischiare in proprio ha, infatti, permesso di realizzare una personalizzazione dell’applicazione sulle esigenze della PA. In meno di un mese e a costo zero per l’amministrazione è nato un progetto unico a livello mondiale in materia di utilizzo dei social media emergenti in ambito pubblico.

Insomma le novità assolute a livello italiano e mondiale sono tante, molte di più di quelle che possono essere notate dando un’occhiata veloce all’applicazione. Per essere incisive, però, le novità devono diventare consuetudine e lo straordinario deve diventare ordinario… la prima pietra è stata posata, chi collaborerà alla costruzione dell’edificio? 

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