OPEN GOVERNMENT: La strada obbligata per la PA del FUTURO. Ecco il tema di FORUM PA 2012.
Come ogni anno a ottobre facciamo oggi il punto sullo stato dell’innovazione nella PA e nei sistemi territoriali e proponiamo alla vostra attenzione il tema che ci accompagnerà sino al prossimo FORUM PA 2012 (16-19 maggio).
Nello scegliere l’OPEN GOVERNMENT come tema per la prossima edizione, intendiamo coglierne sin da subito lo spirito e farci interpreti della filosofia che porta con sé chiedendo ai nostri lettori di controllarci, commentarci, correggerci, di agire in prima persona suggerendo emendamenti, casi di successo da porre all’attenzione pubblica, di arricchire la riflessione che da oggi ci accompagnerà fino a maggio con ogni tipo di contributo utile.
Sarà il nostro modo di valorizzare l’intelligenza collettiva che anima la nostra comunità.
25 Ottobre 2011
Carlo Mochi Sismondi
Come ogni anno a ottobre facciamo oggi il punto sullo stato dell’innovazione nella PA e nei sistemi territoriali e proponiamo alla vostra attenzione il tema che ci accompagnerà sino al prossimo FORUM PA 2012 (16-19 maggio).
Nello scegliere l’OPEN GOVERNMENT come tema per la prossima edizione, intendiamo coglierne sin da subito lo spirito e farci interpreti della filosofia che porta con sé chiedendo ai nostri lettori di controllarci, commentarci, correggerci, di agire in prima persona suggerendo emendamenti, casi di successo da porre all’attenzione pubblica, di arricchire la riflessione che da oggi ci accompagnerà fino a maggio con ogni tipo di contributo utile.
Sarà il nostro modo di valorizzare l’intelligenza collettiva che anima la nostra comunità.
Sono molti anni ormai che questa riflessione è pesantemente condizionata dalla crisi prima finanziaria, poi economica che ha colpito tutto il mondo e che sembra ahimè ben più solida e strutturale di quanto avessimo sperato. L’aggravarsi della crisi, la precarietà del futuro individuale e collettivo, la sempre più debole speranza di un’uscita a breve dal tunnel pongono certamente l’amministrazione pubblica di fronte a vecchi e nuovi nodi con una crescente responsabilità. Se questo è certamente vero, appare sempre più evidente, però, che il modo più efficace per superare questa fase estremamente critica sia agire nella direzione di una forte discontinuità.
Noi individuiamo nel paradigma dell’OPEN GOVERNMENT questa discontinuità e l’unica via per creare una PA aperta, in grado di dare gambe all’innovazione e speranza a cittadini e imprese.
Costruiamo per rapidi passi, necessariamente sintetici, il ragionamento che ci ha portato a questa conclusione facendone il tema portante di FORUM PA 2012:
- Chi ci segue sa che non abbiamo mai smesso di interrogarci (ormai sono più di 22 anni!) sul ruolo e la forma dell’amministrazione pubblica, in particolare sa anche come in questi recenti anni di crisi economica, FORUM PA abbia preso una decisa posizione affermando che non si può uscire dall’impasse se non con dosi massicce di innovazione: innovazione istituzionale (chi fa cosa e perché), organizzativa (con quali modelli), tecnologica (re-ingegnerizzando i processi ed essendo in rete, veloci e vicini ai cittadini).
- Nell’autunno del 2009, quando speravamo che ormai l’uscita dal tunnel fosse prossima, abbiamo incitato la politica e l’amministrazione a “non sprecare la crisi” e puntare su formazione, innovazione, merito e tecnologie per costruire capitale sociale e beni relazionali per un diverso e più competitivo posizionamento del Paese.
- A ottobre 2010 abbiamo messo al centro della nostra riflessione il modello del “Governo con la rete” e abbiamo chiesto alla PA di aprirsi alla “partecipazione” di cittadini e imprese per creare valore sociale.
- Da allora ci siamo occupati di “innovazione sociale” e del nuovo paradigma della “big society”, ma sempre nell’ottica della costruzione e non dello smantellamento di un’amministrazione in rete o, forse meglio, di una rete di amministrazioni.
- La crisi delle economie è divenuta, in questa fine del 2011, crisi delle speranze e si sta avvitando in una spirale pericolosa di risorse continuamente calanti e nuovi, molteplici e gravi bisogni rapidamente emergenti, che rischiano di restare senza risposta;
- si percepiscono però in Italia e nel mondo segnali di una nuova partecipazione e di un nuovo interesse, ancora senza appartenenza, verso i beni comuni e la cosa pubblica; posizioni che si esprimono con diverse forme di partecipazione politica, con il volontariato, con l’impegno sociale, con i movimenti referendari, con le manifestazioni spontanee spesso mediate dai social network;
- di fronte a questo cambiamento epocale, indotto dalla peggiore crisi degli ultimi cent’anni, una PA d’impianto ancora sostanzialmente fordista, attaccata al modello del comando e controllo verticale, deve affrontare, con poche e spuntate armi, sfide colossali che vanno dal crescente distacco tra governanti e governati, alla necessità di dare anima a nuove e vecchie cittadinanze in un tessuto sociale coeso ed equo, a promuovere una ripresa economica basata sull’innovazione a cominciare dai territori, a ripensare il welfare in un momento di grande difficoltà per le famiglie, a superare al proprio interno la più grave crisi di identità nella sua storia ridando orgoglio e senso al lavoro pubblico;
- in questo scenario, sommariamente descritto, l’innovazione rimane la strada obbligata sia per ottenere non illusori e stabili risparmi e recuperi di efficienza, sia per riprogettare un’amministrazione organizzata sulle politiche da perseguire, e quindi sui bisogni del Paese, e non sulla sua stessa sopravvivenza;
- l’innovazione richiede però un nuovo approccio che è efficacemente sintetizzato dal paradigma dell’open government, che è per altro la migliore interpretazione della necessità di “Risparmiare Innovando”
3. Il tema: open government come modello interpretativo dell’innovazione
- open government vuol dire una PA aperta su più dimensioni:
- aperta, ed è il significato più immediato, perché i cittadini hanno diritto di accesso ai documenti e ai procedimenti, ai dati pubblici, agli indicatori qualitativi e quantitativi sui servizi e le prestazioni erogate;
- aperta perché oltre ad avere accesso alle informazioni e ai procedimenti i cittadini ne diventano corresponsabili e partecipi in forma pienamente significativa;
- aperta perché interconnessa e intercomunicante nelle sue varie articolazioni orizzontali e verticali;
- aperta perché sceglie il modello del “governo con la rete” che utilizza come forza la stessa forza della molteplice eterogeneità dei soggetti in campo: governare con la rete vuol dire accettare che la missione di un’amministrazione si concretizza sempre più spesso al di fuori dell’amministrazione stessa attraverso complesse connessioni tra molte organizzazioni pubbliche e private che devono essere coordinate;
- aperta perché favorisce l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale, dando spazio quindi all’iniziativa dal basso dei cittadini e liberando e utilizzando in questo modo per il bene comune nuove energie vitali del Paese;
- aperta perché sceglie tecnologie aperte: l’interattività del web 2.0, le potenzialità di condivisione di infrastrutture, applicazioni e dati del g-cloud, la ricchezza degli open data che creano, dai dati pubblici, nuovo valore;
- open government non è un nuovo slogan o l’ultima novità importata dall’America, è un concetto sintetico e ricco, per altro usato e discusso da anni in tutte le principali democrazie, per esprimere la funzione più alta della “mano pubblica” quella di favorire coesione, partecipazione e senso civico e, attraverso anche migliori servizi e più efficace promozione dell’economia, contribuire ad accrescere il capitale sociale e il benessere delle comunità;
4. Open government come programma d’azione
Il paradigma dell’open government, perché non sia solo una parola da convegni, deve essere declinato nelle amministrazioni e reso utilizzabile qui e ora, in questa Italia e in questa PA strapazzata da una crisi sia economica, sia etica. Tre sono i campi in cui il concetto di “openess” ci viene in aiuto per cambiare le amministrazioni: l’innovazione istituzionale, l’innovazione organizzativa, l’innovazione tecnologica.
- L’innovazione istituzionale
- dobbiamo ripensare, sotto il profilo della “apertura” la stessa geografia delle nostre istituzioni e, conseguentemente, delle nostre amministrazioni, dal punto di vista del lavoro collaborativo, aperto all’apporto dei cittadini e del mercato, piuttosto che dal punto di vista “egoistico” della mera sopravvivenza;
- è questo “egoismo” delle singole organizzazioni e in fondo della macchina pubblica nel suo complesso che è spesso alla base del mix velenoso che impedisce alla PA di essere un asset del Paese; inefficienze, clientele, corporativismo, sprechi, assenza di direttive e obiettivi misurabili e quindi di valutazione e misurazione sono infatti la ragione della larga disaffezione che i cittadini hanno per la PA e dello scoraggiamento degli impiegati migliori;
- per una PA aperta è oggi necessario interrogarsi prima di tutto non su “come” fare le stesse cose con meno soldi, ma su “chi vogliamo essere” ossia sul modello di amministrazioni che costruiremo per rispondere a concreti, immanenti e spesso drammatici fenomeni che scuotono le nostre comunità;
- questo vuol dire ripensare e ridisegnare il perimetro dell’azione pubblica senza tabù, senza ideologismi e senza difese a spada tratta di privilegi e di status quo, chiedendoci ogni volta se e a cosa serve un’istituzione, un’amministrazione, un’unità operativa.
- L’innovazione organizzativa
- il d.lgs 150/09, con i suoi principi di valutazione, premialità, merito, trasparenza, responsabilità per la dirigenza ha costituito una discontinuità importante nell’organizzazione delle amministrazioni. Sempre più spesso si sente parlare però di un sostanziale fallimento della riforma. Al di là delle polemiche cerchiamo di capire se le basi del cambiamento lì previsto sono funzionali alla PA che ci serve;
- la strategia open ci parla di un’amministrazione aperta sin dalla sua organizzazione interna: i principi quindi della trasparenza, della valutazione organizzativa e individuale, dell’ascolto della soddisfazione e del parere dei cittadini e delle imprese, della responsabilità sociale ne sono, in questo senso, pilastri portanti;
- sono questi però anche i pilastri per poter ricostituire quell’orgoglio del lavoro pubblico che questi ultimi anni hanno devastato: è solo ripartendo dai fondamentali principi costituzionali dell’imparzialità e della garanzia dei diritti per i più deboli che gli impiegati e i dirigenti pubblici possono trovare la forza e lo scatto per affrontare grandi temi ancora sul tappeto che non possono essere risolti solo da una legge, neanche dalla migliore;
- nuovi e stringenti criteri valutativi, nuove professionalità e nuove competenze per il “governo con la rete”, formazione e accompagnamento on the job, superamento del blocco del turnover e immissione di giovani (sappiamo bene che la nostra è l’amministrazione più vecchia del mondo), responsabilità dei dirigenti e loro scelta e qualificazione, governo per budget, percorsi di accesso al lavoro pubblico, mobilità sono solo alcuni dei punti sul tappeto che possono avere una luce nuova se li guardiamo, senza facili qualunquismi, da un punto di vista “aperto” ossia non interno, ma esterno alle amministrazioni, dal punto di vista quindi dei cittadini e degli stakeholders.
- L’innovazione tecnologica
- è proprio dalle tecnologie innovative della comunicazione e dell’informazione che il paradigma “open” nasce: prende infatti le mosse dalle tecnologie dei software open source che permettono all’utente di mettere mano ai codici sorgenti per cambiarli e migliorarli, così come la PA che vogliamo deve permettere ai cittadini di essere attori attivi dei processi e della costruzione e fornitura dei servizi;
- l’approccio open vuole una PA che sia costruita come una rete di amministrazioni interconnesse e interoperanti, le tecnologie della rete permettono ora alla PA una nuova organizzazione e abilitano le grandi operazioni di open data, g-cloud, PA 2.0 che sono insieme un obiettivo di apertura, partecipazione e democrazia e uno strumento di efficienza, efficacia, risparmio di risorse e che costituiranno l’oggetto di approfondimenti tematici da parte di FORUM PA;
- Open Data è il modello o la filosofia che consente di rendere dati e informazioni delle istituzioni pubbliche “aperti” e accessibili direttamente online in formati che permettono elaborazioni. E’ importante dare voce e spazio alle sempre più numerose iniziative che in Italia, come per altro nel resto del mondo occidentale, stanno operando per liberare i dati pubblici e per metterli a disposizione di cittadini per rendere possibile un controllo sociale e del mercato perché diventino base di applicazioni (Apps) originali e di creazione di valore economico e quindi di sviluppo; [per saperne di più vi rimando al ricco dossier che abbiamo realizzato la settimana scorsa]
- Cloud computing è un modo di usare l’informatica in cui capacità flessibili e scalabili (parliamo di dati e informazioni, di software, ma anche di piattaforme e di infrastrutture hardware) possono essere fornite su domanda come un servizio.
Il g-cloud (government-cloud) è il cloud computing per la PA e può aiutare, se usato con accortezza, a risolvere alcuni tra i più importanti punti critici dei sistemi informativi pubblici perché costa meno, e fa quindi risparmiare risorse; permette un sistema informativo distribuito, ma allo stesso tempo unitario e integrato; favorisce una governance unitaria e una efficace cooperazione applicativa. Le tecnologie Cloud sono strumenti importanti dell’Open Government perché possono mettere a disposizione i dati della PA per consentire a cittadini e terze parti di sviluppare applicazioni “riusabili” in modalità Cloud Services; [anche su questo tema abbiamo realizzato un ricco dossier che vi consiglio] - Una PA 2.0 è un’amministrazione che si mette dalla parte dei cittadini e che, con gli stessi, stabilisce una relazione bidirezionale perché è consapevole che nessuno meglio di loro può valutare servizi e progetti, segnalare eventuali criticità, manifestare esigenze e bisogni e fare proposte per soddisfarli. E’ un’amministrazione che sceglie di improntare tutti i suoi processi, anche quelli interni, sui principi della condivisione e della collaborazione, di sfruttare l’intelligenza collettiva coinvolgendo le risorse a sua disposizione per migliorare la gestione interna e l’efficienza dei servizi offerti. E, infine, è un’amministrazione che sceglie di fare tutto questo sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dagli strumenti del web 2.0 e mettendoli al servizio di un nuovo approccio nei rapporti con il cittadino
5. FORUM PA come progetto “aperto”
- In questo contesto di “innovazione necessaria” FORUM PA si propone quindi come luogo della divulgazione e messa a sistema delle esperienze italiane di open government, come catalizzatore di nuove alleanze, come stimolo culturale, lobbistico e operativo per rimuovere gli ostacoli e le chiusure normative, organizzative e tecnologiche che si oppongono ad una PA realmente aperta;
- per far questo chiama al tavolo della riflessione e della progettazione sia il Governo, sia le imprese di ICT, cominciando da quelle più smart e innovative, sia le amministrazioni centrali e locali con pari dignità importanza, pur nei diversi ruoli;
- FORUM PA accompagnerà quindi sin da ora le amministrazioni e le aziende di ICT e di servizi innovativi verso l’open government con il portale forumpa.it, gli incontri, i workshop, i convegni, i forum territoriali sino alla grande manifestazione di maggio;
- sposando la strategia “open” FORUM PA sia apre però anche alla voce e al contributo dei singoli cittadini, di ciascun dipendente pubblico, di ogni impresa innovativa piccola o grande che sia, con una particolare attenzione alle start-up; un primo esempio di tale apertura è dato dal contest “La tua idea per una PA migliore” che sta riscuotendo un grande successo e che ha già raccolto circa 150 idee per un’innovazione che viene da chi nella PA opera e lavora.
Nello scegliere l’OPEN GOVERNMENT come tema per la prossima edizione, intendiamo coglierne sin da subito lo spirito e farci interpreti della filosofia che porta con sé chiedendo ai nostri lettori di controllarci, commentarci, correggerci, di agire in prima persona suggerendo emendamenti, casi di successo da porre all’attenzione pubblica, di arricchire la riflessione che da oggi ci accompagnerà fino a maggio con ogni tipo di contributo utile.
Sarà il nostro modo di valorizzare l’intelligenza collettiva che anima la nostra comunità.
Il tema di FORUM PA 2012 in 10 parole