Il PNRR affida quasi 65 miliardi agli enti del territorio per investimenti in grado di dare una svolta all’economia nazionale. Un compito impegnativo, che richiede di attuare una vera trasformazione digitale per rendere veloci, semplici, ma assolutamente corretti, i processi che riguardano le gare, l’affidamento dei lavori pubblici, la gestione dei relativi contratti. In questo scenario, si inserisce la scelta del paradigma cloud e l’uso di applicativi nativamente sviluppati per rendere più snella, efficace ed economica l’operatività
1 Giugno 2022
Redazione FPA
Quali strade digitali seguire per mettere a frutto le risorse del PNRR e per raggiungere gli obiettivi e i risultati tracciati dal Piano? Quali sono gli strumenti operativi di cui le amministrazioni dovranno dotarsi in tutti i principali passaggi per realizzare le azioni e gli investimenti previsti nei prossimi anni? Ecco alcune delle domande da cui si è partiti nel webinar “PA digitale e nativamente in cloud: come gestire gli investimenti del PNRR in modo semplice, veloce e corretto”, organizzato da FPA in collaborazione con TeamSystem, che si è svolto il 12 maggio scorso.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) affida quasi 65 miliardi agli enti del territorio (Regioni, Province, Comuni e città metropolitane, aziende sanitarie e ospedaliere) per investimenti in grado di dare una svolta all’economia nazionale. “Per poter gestire un così impegnativo compito le amministrazioni pubbliche dovranno necessariamente attuare una vera trasformazione digitale che renda veloci, semplici, ma assolutamente corretti, i processi che riguardano le gare, l’affidamento dei lavori pubblici, la gestione dei relativi contratti, ha sottolineato Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA e moderatore del webinar.
“Ci sarà una spinta del PNRR verso una riforma delle organizzazioni pubbliche con il rafforzamento delle competenze dei manager pubblici”, ha affermato Alessandro Bonometti, Team Manager Public Sector di TeamSystem “Per rispondere alle specifiche esigenze della Pubblica Amministrazione e delle utility verso una sempre maggiore digitalizzazione dei processi abbiamo creato TeamSystem PA, una nuova linea di soluzioni in cloud e certificate AgId orientate all’efficienza e trasparenza dei processi al fine di renderli sempre più rapidi”.
Questa trasformazione digitale nella PA sarà infatti possibile solo se le amministrazioni abbracceranno il paradigma del cloud attraverso l’uso di applicativi nativamente sviluppati per rendere in questo modo più economica l’operatività. Le soluzioni completamente in cloud possono aiutare le amministrazioni alle prese con la trasformazione digitale a snellire i processi, ottimizzarli e renderli più sicuri. Il cloud ha anche il vantaggio di permettere di archiviare online i dati, rendendoli raggiungibili e quindi controllabili ovunque e in qualsiasi momento. Questo consente anche di eseguire backup su più dispositivi differenti, aumentando notevolmente la sicurezza e i fornitori di servizi cloud possono garantire un sistema di sicurezza costantemente attivo.
“Per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione saranno destinati 2,01 miliardi di euro alla cittadinanza e sevizi digitali, 1 miliardo all’abilitazione e facilitazioni relative alla migrazione al cloud, 900 milioni alle infrastrutture digitali e 650 milioni ai dati e all’interoperabilità di banche dati”, ha ricordato Luca Rigoni, Transformation Office del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A questi si aggiungono: per la cybersecurity 620 milioni, per la digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali, per esempio la giustizia, l’Inail, l’Inps, 610 milioni. Infine, allo sviluppo delle competenze digitali di base saranno destinati 195 milioni. “Una Pubblica Amministrazione efficace deve saper supportare cittadini e imprese con servizi sempre più performanti e universalmente accessibili di cui il digitale è un presupposto essenziale – ha aggiungo Rigoni -. Infine, garantire la copertura in tutto il territorio di reti a banda ultra-larga è la condizione necessaria per consentire alle imprese di catturare i benefici della digitalizzazione”.
In questo momento di grandi trasformazioni, è fondamentale raccontare le esperienze concrete di amministrazioni e territori che possono mettere in evidenza criticità, esigenze, aspettative e strumenti adottati. Abbiamo quindi ascoltato, nel corso del webinar, l’intervento di Alessio Bonetti, Responsabile U.O.C. Affari Legali e Contenzioso presso l’Università degli Studi di Brescia, e di Raffaele Trobbiani, responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici, Patrimonio e Ambiente del Comune di Sant’Elpidio a Mare.
“Utilizziamo molto il cloud nell’ambito delle docenze e nella contabilità”, ha affermato Bonetti, “una scelta che ci consente di ridurre i costi, ma che deve essere supportata da adeguate certificazioni di sicurezza dei sistemi, necessarie per impedire attacchi esterni. Il cloud ha bisogno, infine, di infrastrutture adeguate per la connessione e, con la diffusione dello smart working, questa esigenza è diventata ancora più importante”. Grazie alla gestione in cloud, le amministrazioni pubbliche riescono, quindi, a facilitare gli aggiornamenti dei software, migliorare la protezione dei dati e velocizzare l’erogazione dei servizi.
Raffaele Trobbiani si è concentrato invece sul BIM, Building Information Modeling, una metodologia per la progettazione, costruzione e gestione degli immobili che permette ai diversi soggetti di interagire sulla base di un modello unico e condiviso partendo dalla digitalizzazione di tutti i dati e documenti. Lo strumento in cloud diventa l’unico con il quale l’UTC progetta ed esegue lavori pubblici per opere di manutenzione straordinaria. In prospettiva diventerà l’unico strumento per la gestione del patrimonio “Occorre avvalersi di esperti esterni con i quali costruire un vero e proprio capitolato, lo Statement of Work, attraverso il quale coordinare e controllare la progettazione BIM, eseguita da società esterne di ingegneria. Bisogna inoltre investire in formazione per ottenere una professionalità BIM (BIM manager, BIM coordinator) interna all’UTC”, ha concluso Trobbiani.