Palermo, storie umane di percorsi open data

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Un racconto di crescita della consapevolezza sugli open data a Palermo, narrato attraverso le “storie umane” che nei territori valgono più di qualsiasi norma impositiva, perché nascono dalla volontà e dalla consapevolezza individuale, generatrici di nuovi modelli culturali

20 Maggio 2016

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Ciro Spataro, Unità Organizzativa Innovazione, Pubblicazione e Open Data dell'Area Innovazione Tecnologica, Comune di Palermo

Le storie delle relazioni umane sono la cosa più bella da raccontare, e capita che nascono (a volte continuano) anche sugli open data a Palermo, dove diverse “persone” danno vita ad un interessante alchimia.

5 marzo 2016 – Palermo partecipa alla giornata mondiale “open data day”, con 9 scuole superiori della Sicilia che mostrano i loro progetti di monitoraggio su opere pubbliche, nell’ambito dell’iniziativa nazionale ” A scuola di Opencoesione“. L’Istituto Professionale di Stato “L. Einaudi” di Palermo con studentesse e studenti di quattro quarte classi dimostra un ottimo livello di conoscenza dei dati (cercarli, trovarli, pulirli, riusarli) nell’analizzare lo stato di avanzamento dei lavori e della spesa pubblica relativa ai “Lavori di costruzione della rete fognaria a sistema separato in via Messina Marine ( dal fiume Oreto a Piazza Sperone ) e del relativo impianto di sollevamento Romagnolo”. I Docenti, nelle persone dei prof. Ida Marione, Leonardo Alagna, Vita Lo Pinto, Giovanni Ustica, dimostrano di strutturare ottimamente il lavoro sui dati insieme agli studenti. Una storia che merita di essere raccontata dagli studenti stessi.

22 marzo – il Collegio dei Docenti e il Consiglio di Istituto superiore con apposita Deliberazione istituiscono il ” Laboratorio permanente Open Data“, uno spazio in cui incubare annualmente progetti partendo dal riuso dei dati in formato aperto delle pubbliche amministrazioni. Un iniziativa pregevolissima e innovativa considerato che l’IPS “L. Einaudi” è a indirizzo commerciale, una concreta conferma della vision d’Istituto proiettata a creare formazione e servizi con refluenze positive per il commercio nell’ambito territoriale siciliano. Mi congratulo con la Preside, prof.ssa Maria Rita Di Maggio, per l’impegno assunto, e a nome del Comune di Palermo offro la disponibilità a collaborare operativamente per le finalità didattiche e formative del Laboratorio.

3 maggio – insieme ad Andrea Borruso e Marco Alfano della community di Opendatasicilia realizziamo una mattina di formazione all’Istituto “L. Einaudi” sulle metodologie per realizzare mappe georeferenziate partendo da un dataset in formato “CSV” (Comma Separated Value). Le studentesse dimostrano un notevole interesse e velocità di apprendimento realizzando subito una mappa per dare il benvenuto ai compagni stranieri del progetto Erasmus+ . I docenti gradiscono e cominciano a “prenotare” altre giornate formative sul tema dei dati aperti. Marco Alfano e Davide Taibi di Opendatasicilia stanno già preparando un altra giornata formativa per gli studenti da effettuare prima della fine dell’anno scolastico.

5 maggio – la Preside dell’Istituto propone al Comune di Palermo un Protocollo di Intesa per la collaborazione alla diffusione della cultura degli open data sul territorio locale, una collaborazione per rafforzare la progettualità del Laboratorio open data della scuola. La proposta vede subito favorevoli il Responsabile Open Data comunale, dott. Gabriele Marchese, il Dirigente Ufficio Innovazione, ing. Antonino Cipriani, e l’Assessore all’Innovazione, ing. Gianfranco Rizzo, che si attivano per l’approvazione in Giunta Municipale del suddetto protocollo.

9 maggio – la premiazione dell’iniziativa “A scuola di Opencoesione” vede l’IPS L. Einaudi di Palermo arrivare al 9° posto nazionale. Un successo per quelle classi che hanno creduto nel lavoro svolto, come anche per le altre scuole italiane. La premiazione nazionale svolta a Palermo ovviamente contribuisce a produrre euforia negli studenti e professori dell’IPS L. Einaudi e li stimola a ideare cosa si può fare, da subito, con gli open data, nel Laboratorio che la scuola ha istituito. Il referente del MIUR presente a Palermo per la premiazione (dott. Guazzo) si complimenta con l’Istituto Einaudi per l’idea del Laboratorio open data e per il Protocollo di Intesa con il Comune di Palermo.

Un effetto euforico generato dalla coesione, relazioni propositive e lavoro incrociato di dipendenti e amministratori comunali, membri delle community attive sugli open data, studenti e docenti. Si è fatta rete tra individui diversi per creare nuove iniziative utili: un fattore culturale abilitante per fomentare l’innovazione nella società.

In due mesi e mezzo una piccola parte di Palermo ha visto nascere una grande consapevolezza sugli open data che nessuna norma/legge avrebbe mai potuto fare meglio in così breve tempo e con il sorriso stampato sui volti dei protagonisti di questa storia appena all’inizio. La consapevolezza è nata da un meraviglioso cocktail di apertura mentale (“openess”) di diversi soggetti appartenenti a vari ambiti e istituzioni della società.

Da questa esperienza ho capito che la cultura sulla diffusione degli open data (pubblicazione, riutilizzo, sperimentazione) nasce bene dalle persone “open”, cioè da coloro che si mostrano:

  1. curiosi verso il mondo dei dati e il relativo riutilizzo,
  2. ricettivi di proposte operative da parte dei soggetti più consapevoli sull’importanza dei dati (quelli che nell’ambiente dei dati aperti vengono definiti opendatari o evangelisti open data o smanettoni digitali o semplicemente cittadini attivi),
  3. concreti nel generare/proporre progetti (insieme agli attivisti degli open data), e percorsi in cui si trattano i dati in formato aperto al fine di realizzare nuovi servizi utili per migliorare la qualità della vita della collettività.

Ho vissuto intensamente questa storia e ho incontrato diverse persone “open”. Voglio ringraziarli tutti per avere contribuito, a vario titolo, competenza e impegno, a diffondere la cultura sui dati aperti.

Le storie umane di percorsi open data come questi nei territori valgono più di qualsiasi norma impositiva, perché nascono dalla volontà e dalla consapevolezza individuale, che sono indubbiamente genuine generatrici di nuovi modelli culturali.

Possiamo creare le condizioni affinché queste storie umane e dinamiche si ripetano costantemente. Dipende solo da “ognuno” di noi.

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