Si è svolto il 6 aprile scorso il webinar organizzato da FPA in collaborazione con 3P Italia sul tema della trasformazione digitale e della centralità della partnership pubblico-privato quale misura strategica per la messa a terra degli investimenti che arriveranno grazie al PNRR. Nello specifico, si è discusso dell’importanza della gestione associata dei servizi ICT e del coinvolgimento attivo del soggetto privato, in un combinato disposto che si traduce in creazione di soluzioni concrete per gli enti locali
14 Aprile 2022
Redazione FPA
Come noto il PNRR attribuisce quasi un terzo delle risorse disponibili per la ripresa del paese agli investimenti riguardanti la trasformazione digitale, di cui ben 7 miliardi di euro specificatamente destinati a supportare la digitalizzazione della PA. Diventa dunque fondamentale mettere in atto cambiamenti strutturali per rispondere alle aspettative derivate dal Piano, anche perché considerato l’alto livello di frammentazione amministrativa e la riduzione del personale che specialmente gli Enti Locali hanno subito negli ultimi anni, la sfida della ripresa non sarà affatto facile da affrontare.
In questo quadro si inserisce l’ulteriore necessità di implementare politiche di trasformazione digitale nonostante la mancanza di competenze, ed è proprio qui che si innesta l’azione combinata pubblico-privata, in grado di fornire soluzioni concrete agli enti locali per portare a termine in modo sostenibile e coerente gli obiettivi del PNRR. Ne abbiamo parlato il 6 aprile scorso nel corso di un webinar organizzato in collaborazione con 3P Italia
Il quadro generale
“Il 70% dei comuni italiani è sostanzialmente di piccole dimensioni, di questi circa il 55% ha meno di 3mila abitanti” ha esordito Giuliano Noci, Presidente del Comitato Scientifico di 3P Italia, sottolineando quanto l’unicità di questo tessuto renda la sfida della trasformazione digitale e della gestione dei servizi digitali alquanto complessa. È importante poi guardare alcuni dati: i comuni italiani spendono circa 2mld di euro in soluzioni digitali, e nonostante siano – senza sorpresa – i comuni più grandi ad avere i migliori risultati, sono quelli medio-piccoli a spendere di più. “La gestione associata dei servizi ICT diventa dunque fondamentale” ha continuato Noci, sebbene siano ancora in pochi gli enti locali a ricorrere a tale soluzione. Il PNRR in questo senso un’occasione unica di accelerazione di questi processi.
“Come 3P Italia stiamo cercando di applicare la finanza di progetto anche ad asset immateriali, provando a fare leva sulle risorse e competenze del soggetto privato per supportare i comuni in tempi rapidi e accelerare tutto il processo” ha aggiunto Carlo Mattia Ghezzi, CEO di 3P Italia.
L’esperienza del CST della Provincia di Pesaro e Urbino
Roberto Cordella, ingegnere del Centro Servizi Territoriale della Provincia di Pesaro e Urbino, ha raccontato brevemente l’esperienza di questi ultimi anni: “già 20 anni fa ci eravamo mossi per strutturare una rete telematica che potessero fornire connettività e servizi di base” poi, grazie ad una buona visione politica e al mantenimento di un gruppo di lavoro solido nel tempo le competenze informatiche e tecniche si sono consolidate. “La programmazione di oggi, vede sia una partecipazione politica che la quella di un comitato tecnico” ha concluso Cordella, a rimarcare l’importanza della collaborazione.
L’esperienza del CST della Provincia di Lecco
“Il percorso virtuoso della Provincia di Lecco inizia già nel 2001 – ha raccontato Davide Ielardi, consigliere delegato ICT della Provincia di Lecco – con il progetto Siscotel, andato avanti fino al 2009, quando è nato il Centro Sistema Territoriale”. Il tutto è poi proseguito con il cambio del nome in Centro Servizi Territoriali nel 2018, ma il vero cambio di passo si è avuto nel 2020, quando spinti dall’emergenza si è accelerato verso la creazione e messa in funzione di sempre più servizi che hanno portato chiaramente ulteriori adesioni da parte dei comuni.
Dario Strambini, Dirigente ICT e CST della Provincia di Lecco ha poi raccontato più nello specifico il percorso che ha portato alla riqualificazione del Centro Servizi Territoriali. “Nell’agosto 2020 abbiamo affidato il CST a 3P Italia, ma la gestione continua ad essere non esclusiva” in quanto ad essere state esternalizzate sono solo alcune azioni come, per esempio, la presa in carico dei servizi in essere a luglio 2019, la progettazione e la messa in funzione di nuovi servizi, o la progettazione e lo sviluppo di sistemi di supporto alla gestione.
“Si tratta di un percorso win-win” ha concluso Strambini, in quanto il concessionario riesce ad avere a disposizione una maggior base di enti aderenti e ha così la possibilità di avere più potenziali acquirenti, e la provincia riesce ad abbattere i costi dei servizi. “In questo modo si riescono ad anticipare le necessità degli enti, e i risultati si vedono”.
Cosa ci portiamo a casa da queste esperienze?
“Queste esperienze sono la prova che la PPP permette di abilitare tre fattori: accesso a competenze specialistiche, tempestività di intervento e semplificazione dei processi” ha concluso Carlo Mattia Ghezzi, CEO di 3P Italia