PCT: i vantaggi pratici sono tangibili e guideranno la riforma nel 2016
25 Novembre 2015
Antonio Labate, Gruppo Informatico di Presidenza – Consiglio Ordine Avvocati di Roma
Il Processo Telematico rappresenta la svolta culturale più significativa nel mondo giustizia dell’ultimo decennio. Si è passati, infatti, dalla fase sperimentale in alcuni tribunali all’obbligatorietà ormai dal 30 giugno 2014 in diverse materie.
Molte sono state le spinte in senso contrario perché, come tutte le “rivoluzioni culturali”, appare più semplice continuare a gestire il fascicolo “ come abbiamo sempre fatto” piuttosto che imparare un nuovo sistema che sicuramente “non funzionerà”. In sintesi le frasi e i commenti che da cinque anni ascolto quotidianamente nelle cancellerie, presso i magistrati e nei numerosi e affollati corsi che tengo presso il Tribunale di Roma.
Lo scetticismo è stato sconfitto, il processo telematico è obbligatorio e restano alcuni problemi da risolvere e che troveranno soluzione già nei prossimi mesi.
Dire addio alla carta è certamente difficile perché l’intangibilità del fascicolo informatico spinge taluni a ritenere che possa andare smarrito, distrutto da un hacker o colpito da chissà quale virus. Dimenticando il passato ove sparivano dalla cancellerie interi faldoni per mano ignota e questo comportava la difficile ricostruzione degli atti di causa. Il sistema informatico, la cancelleria “virtuale” è molto più sicura di qualsiasi tribunale italiano.
Abbiamo assistito, soprattutto nell’ultimo biennio, ad un proliferare di corsi, di guide e vademecum. Si sono consolidate alcune prassi, ma le puntuali Direttive del Ministero della Giustizia stanno cercando di uniformare il più possibile i comportamenti delle cancellerie.
Il processo telematico sta entrando all’Università, ai giovani aspiranti laureati nelle materie giuridiche dovremmo spiegare che il decreto ingiuntivo si deposita esclusivamente in via telematica e che, il provvedimento, il giudice lo può sottoscrivere esclusivamente con la firma digitale. Le comunicazioni e le notificazioni di cancelleria viaggiano solo a mezzo Pec, con un risparmio stimato annuo di circa €55.000.000,00 e che non è più necessario eleggere domicilio nelle cause “extra districtum” proprio per la presenza della PEC.
Si arriva così al vero senso di questa rivoluzione. Superati i problemi tecnici, uniformato l’attuale coacervo normativo sul tema, si arriva all’utente: al cittadino. Alla persona o alla società che chiede – in tempi rapidi – una risposta dalla Giustizia. Si deve mettere di nuovo al centro del dibattito l’uomo che chiede il riconoscimento o la difesa di un proprio diritto.
Negli schemi che siamo abituati a mostrare nei nostri convegni, l’architettura del Processo telematico prevede sempre la presenza di alcuni “attori fondamentali”: il magistrato, il cancelliere, i registri informatici, l’avvocato e la parte.
Oggi, infatti, collegandosi al Portale dei Servizi Telematici il cittadino può accedere al proprio fascicolo e vedere lo stato del giudizio. Ha a disposizione quel patrimonio informativo che prima era di esclusiva competenza del proprio difensore. Può avere maggiore consapevolezza dello svolgimento processuale della sua causa.
Aver dematerializzato il fascicolo introducendo anche dei format obbligatori – il c.d. file xml – consente anche di avere la possibilità di elaborare il “dato aggregato”.
Immaginiamo un Istituto di Credito che nell’ambito di un determinato tribunale voglia conoscere quanti esperimenti d’asta si terranno in un determinato mese per gli immobili dal medesimo staggiti. Tutto questo oggi è possibile in maniera assolutamente automatica. Nell’ambito del medesimo istituto questo dato significa maggiore precisione nel calcolo del rischio, minori accantonamenti. In una parola, efficienza.
Come consulente di diverse società in ambito nazionale sperimento sul campo l’impatto che il Processo Telematico ha dal lato dell’utente. L’organizzazione viene ridisegnata sulla base della possibilità di avere un numero importante di dati in maniera assolutamente automatica. Nel caso poi di alcune PA che ho seguito, e che per espressa previsione normativa possono stare in giudizio con i propri funzionari, ho potuto constatare il risparmio in termini di capitale umano e costi vivi anche nelle più elementari mansioni. Il deposito di un atto di intervento telematico può essere gestito da una sola persona collocata in qualsiasi luogo geografico senza produzione di carta o di spostamenti sul territorio per il deposito. L’eliminazione della stampa – e relativi processi di archiviazione di quel documento – così come l’assenza del personale per il deposito comporta risparmio. Soprattutto per chi di atti ne deposita in quantità elevate. Senza dimenticare che l’introduzione del deposito telematico ha ridotto sensibilmente i tempi di lavorazione e di deposito dell’atto. In dieci minuti l’atto può essere pronto e depositato a differenza del cartaceo che in alcuni casi per volumi importanti arrivava a mesi di lavorazione prima che quell’atto o quel documento entrasse a far parte del fascicolo d’ufficio. Ulteriore beneficio è che l’atto una volta depositato – accettato dal cancelliere – risulta visibile da tutte le parti costituite, senza necessità di alcun accesso in cancelleria. Vi sembra poco?
Nel corso del 2016 verranno implementate ulteriori funzioni:
- portale delle vendite ed emanazione delle specifiche tecniche per le vendite telematiche
- l’istituzione del registro nazionale dei curatori, dei commissari giudiziali e dei liquidatori
- ricerca dei beni da parte dell’Ufficiale Giudiziario.
Il mondo della Giustizia è entrato a pieno merito nella modernizzazione della PA, che vuole eliminare le code agli sportelli e rendere il servizio al cittadino facilmente accessibile e telematico. Non è un caso che i prossimi passi del Processo Telematico vedano tra le priorità:
- estensione agli enti locali interessati: comuni e Asl
- sviluppo, anche attraverso le funzioni di interoperabilità, delle funzioni di dialogo tra “Giustizia” e le altre Pubbliche amministrazioni a partire dagli uffici di stato civile
- integrazione dei sistemi del Giudice di Pace nel PCT.
E’ doveroso ricordare che la nostra struttura del Processo Telematico è unica in Europa e nel mondo. Nel settore giustizia il nostro progetto rappresenta l’eccellenza. Abbiamo il dovere di investire in questa eccellenza, di credere che come tutti i sistemi possa migliorare. Solo così potremmo acquistare credibilità ed efficienza per il cittadino e per il Paese.