Piano Triennale: pubblicati i report di spesa ICT nella PA e nella sanità territoriale
AgID ha condotto due indagini relative alla spesa ICT nella PA italiana e nella sanità territoriale 2022, secondo quanto previsto dal Piano Triennale per l’informatica nella PA. Lo scopo è stato quello di individuare i trend che caratterizzano la spesa italiana in ambito ICT, delineando lo stato dell’arte e le aree di miglioramento che attendono la PA nel percorso di digitalizzazione. Migrazione al Cloud, Open Data e Cybersecurity da un lato; dall’altro, i progetti relativi alla telemedicina, l’aggiornamento del Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale e Cartella Clinica Elettronica rappresentano ancora i principali ambiti di investimento da parte del settore pubblico
29 Agosto 2023
Servizio Comunicazione e relazioni esterne , AgID
Le due indagini “La spesa ICT nella PA italiana 2022” e “La spesa ICT nella sanità territoriale 2022” sono svolte periodicamente da AgID nell’ambito delle attività che afferiscono al “Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione” predisposto ai sensi del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD).
Il Piano triennale è uno strumento essenziale per promuovere la trasformazione digitale del Paese e, in particolare, quella della Pubblica Amministrazione italiana; viene aggiornato sulla base dei dati e delle informazioni raccolte presso le Pubbliche Amministrazioni e, a tal fine, l’Agenzia per l’Italia Digitale effettua periodiche rilevazioni sulla spesa ICT (Information and Communication Technologies) delle PA centrali e locali per individuare le attuali strategie di spesa e orientarne la direzione futura.
Accanto alle PA centrali e locali, un’ulteriore indagine si focalizza sulle strutture sanitarie territoriali, rappresentate da aziende sanitarie, aziende ospedaliere e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, che costituiscono l’aspetto complementare della spesa ICT nel contesto della sanità pubblica.
L’obiettivo dei due report consiste nell’individuare gli aspetti e i comportamenti caratteristici delle amministrazioni pubbliche che maggiormente caratterizzano la spesa italiana in ICT, in modo da poter evidenziare le principali direttrici per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e del servizio sanitario nazionale.
La spesa ICT nelle PA
La rilevazione della spesa ICT 2022, giunta alla sua quinta edizione, ha coinvolto un cluster di 77 amministrazioni centrali, regionali e locali intercettando oltre il 90% della spesa ICT della PA. Queste Amministrazioni, rispondendo periodicamente alla survey, hanno fornito dati e informazioni puntuali che, una volta standardizzati e verificati, hanno permesso di evidenziare aspetti di positività e di criticità a beneficio di tutto il sistema PA.
L’analisi dei dati raccolti mostra, nel periodo 2022-2024, un trend ancora in crescita della spesa ICT della PA (+5,2%), motivato in misura decrescente dalla risposta alla pandemia, i cui effetti risultano infatti ormai residuali, e in misura crescente, soprattutto nei valori previsionali, dall’utilizzo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Nel 2021 si rileva l’aumento più significativo (+10,1%), dopo la minore crescita registrata nel 2020 per effetto della pandemia Covid-19 che aveva determinato un rallentamento degli investimenti. La maggior parte dei progetti 2021 si è focalizzata sull’attuazione degli obiettivi dal Piano Triennale per l’Informatica della Pubblica Amministrazione e in particolare sull’evoluzione dei sevizi al cittadino in ottica digital e mobile first. In particolare, la componente Education segna un aumento del 17,5% e un valore pari a 470 milioni di euro per supportare la digitalizzazione delle attività didattiche attraverso la crescente adozione di sistemi di videoconferenza, oltre che di strumenti per la gestione della relazione docenti-allievi-genitori (es. registro elettronico).
Inoltre, una quota rilevante di enti si è concentrata sul rinnovo di reti e infrastrutture per supportare lo smart working, che nel 2021 è stata ancora la modalità di lavoro prevalentemente adottata, considerato il prolungarsi della pandemia. A questi hanno fatto seguito, in termini di numerosità progettuale, l’evoluzione delle banche dati e della reportistica e i progetti di rinnovo dei data center e transizione verso il cloud. La necessità da parte delle PA di migliorare l’efficienza operativa dei sistemi ICT, di conseguire significative riduzioni di costi e di migliorare la sicurezza e la protezione dei dati nonché di velocizzare l’erogazione dei servizi a cittadini e imprese si riflette infatti nell’ormai quasi totale adozione dell’infrastruttura cloud, in ottica “Cloud First”. I servizi cloud sono molto diffusi all’interno del panel e complessivamente sono 73 (su 77) gli Enti che ne fanno utilizzo. In particolare, ne fanno ricorso il 100% delle PA locali, il 95% delle Regioni e Province autonome, l’89% dalle PA centrali.
Le scelte progettuali operate dalle PA, nel triennio 2021-2023, hanno visto come ambito prevalente, sia da un punto di vista numerico (279 interventi), sia da un punto di vista di risorse (2,2 miliardi di euro), le “Piattaforme”, con lo scopo di supportare la razionalizzazione dei processi di back-office o di front-end della PA e creare servizi digitali più semplici e omogenei.
Gli Open data si confermano un asse portante della strategia di digitalizzazione delle PA e sono 20 sia le PA Centrali sia le Regioni e Province Autonome del panel ad aver già rilasciato dataset in formato aperto sui loro datastore, con un numero medio di dataset rilasciati rispettivamente pari a 887 e 738. Tra gli Enti locali, sono invece 18 ad aver rilasciato dataset sui propri datastore, mentre altri 6 Enti prevedono di farlo entro la fine del 2023. La disponibilità di dati in formato aperto supporta le attività di sviluppo di applicazioni web e, in misura inferiore, mobile. Sia le Pubbliche Amministrazioni centrali, locali e Regioni e Province autonome hanno già molte attività in corso in tal senso.
Si segnalano, inoltre, anche gli interventi per lo sviluppo delle “Infrastrutture” al fine di renderle affidabili, sicure e garantire l’erogazione di servizi essenziali per il Paese, che si caratterizzano per la spesa media più elevata rispetto agli altri ambiti progettuali.
Complessivamente, emerge che le istituzioni stanno continuando ad avanzare lungo il percorso di Digital Innovation. Infatti, rispetto alle scorse rilevazioni si evidenzia un aumento della percentuale di amministrazioni appartenenti ai cluster degli Advanced e dei Digital leader.
Il report, infine, mostra quali saranno i principali ambiti di investimento che sosterranno la crescita nei prossimi anni:
- la cybersecurity, da rafforzare in tutti i comparti della PA per contrastare l’incremento degli attacchi che, soprattutto negli ultimi anni, hanno preso di mira enti pubblici e aziende sanitarie;
- la migrazione verso il cloud che riguarderà gli enti della Pubblica Amministrazione che dovranno attuare la Strategia Cloud Nazionale;
- le piattaforme dati, il cui sviluppo supporterà l’evoluzione verso un modello di goverment data driven;
- l’evoluzione dei servizi on line a cittadini e imprese e dei sistemi di autenticazione e dei pagamenti on line.
La spesa ICT nella sanità territoriale
L’indagine relativa alla digitalizzazione e alla spesa ICT della sanità pubblica territoriale costituisce un’estensione della rilevazione periodica della spesa ICT nella PA centrale e locale condotta da AgID a partire dal 2016.
Effettuata attraverso la somministrazione di un questionario alle Direzioni delle strutture partecipanti nell’autunno 2022, essa ha riguardato le seguenti strutture sanitarie operanti sul territorio: Aziende Sanitarie Locali (ASL), Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST), Aziende Ospedaliere (AO), Policlinici, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e Agenzie di Tutela della Salute (ATS).
Il primo dato che emerge dal report è che lo stato attuale della spesa ICT nella sanità pubblica si trova ancora distante da una situazione ottimale, per cui saranno necessari nei prossimi anni ulteriori sforzi e investimenti al fine di garantire uno sviluppo tecnologico in linea con gli obiettivi. Il panorama risulta, tuttavia, estremamente variegato, e non mancano casi di eccellenza e di vivacità progettuale.
La spesa ICT delle strutture sanitarie territoriali fa riferimento a un campione di 168 enti rispondenti. Considerato il dato a consuntivo, relativo al 2021, la spesa rilevata risulta pari a 808 milioni di euro, con un trend in crescita rispetto all’anno precedente del 5,5%.
Per quanto concerne le tipologie di progetti ICT, si registra una forte focalizzazione sui progetti di “Cybersecurity”, segno della crescente sensibilità e attenzione verso questo tema, con l’avvio di numerose iniziative in particolare nel 2023. Il rischio di un cyber attacco per aziende sanitarie e ospedaliere è aumentato costantemente negli ultimi anni, come dimostrano i numerosi eventi che stanno colpendo il settore, diventato uno dei principali target d’attacco. Il Report evidenzia inoltre come la “Telemedicina” rappresenta tuttora un ambito importante di investimento, con l’avvio di un numero significativo di progetti nel 2022 e 2023.
L’incremento previsto delle attività progettuali in questo ambito indirizza la crescita anche delle attività sulle infrastrutture, per la necessità di ammodernare ed estendere i sistemi, procedere alla migrazione verso il cloud o rinnovare reti e infrastrutture abilitanti i servizi di assistenza e monitoraggio a distanza.
L’aggiornamento relativo all’integrazione da parte delle aziende sanitarie del Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale (FSE) evidenzia un notevole progresso rispetto alla precedente rilevazione. La percentuale del campione che ha integrato il Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale è infatti del 90% (148 aziende sanitarie ed ospedaliere), a fronte del 77% degli enti della passata edizione.
Anche i progetti in materia di “Cartella Clinica Elettronica” registrano un’accelerazione rispetto al passato, sostenuti dall’esigenza di estenderne l’adozione all’intera struttura ospedaliera e di rafforzare i servizi di telemedicina, che hanno spesso determinato la necessità di integrare e ampliare le funzionalità su questo fronte. Da sottolineare, tuttavia, che le progettualità in essere e prospettiche si focalizzano principalmente sull’aggiornamento dell’esistente, mentre ancora limitati sono gli investimenti verso l’introduzione di soluzioni digitali che puntino su tecnologie innovative data-driven, seppur si assista a un incremento previsto per il 2023.
Il report si chiude con alcuni primi elementi, relativi al PNRR, che contribuiranno a tracciare le linee prospettiche della spesa ICT in Sanità nei prossimi anni.
Il comparto della Sanità, per via di questo apporto di risorse, genererà le seguenti nuove progettualità:
- l’implementazione del nuovo fascicolo sanitario elettronico in tutte le regioni orientata verso la concezione di ecosistema di dati e servizi sanitari per cittadini, operatori sanitari ed enti pubblici e di ricerca;
- la costruzione di una rete di telemedicina che partendo da una piattaforma nazionale dovrebbe costituire la struttura di base di una nuova medicina di base e di comunità;
- il passaggio al cloud computing in maniera diffusa, superando la miriade di CED di aziende sanitarie e ospedaliere, ostacolo alla diffusione dell’e-health a livello nazionale.