PloneGov, a Napoli si insegna l’open source alle PA
Le zone di eccellenza a livello mondiale nel nostro Paese sono tantissime, ma così di nicchia che difficilmente se ne sente parlare. Scovarle e valorizzarle è proprio il compito che da anni stiamo portando avanti con la nostra newsletter, ed anche quello che si propone il FORUM PA 2008.
5 Dicembre 2007
Tommaso Del Lungo
Le zone di eccellenza a livello mondiale nel nostro Paese sono tantissime, ma così di nicchia che difficilmente se ne sente parlare. Scovarle e valorizzarle è proprio il compito che da anni stiamo portando avanti con la nostra newsletter, ed anche quello che si propone il FORUM PA 2008. L’esperienza che vi presentiamo oggi parla napoletano: il 12 ottobre scorso, infatti, si è chiusa a Napoli la quinta conferenza mondiale di Plone una piattaforma open source di content management, che da qualche anno ha dato vita a PloneGov pensato per sviluppare e diffondere alle amministrazioni pubbliche di tutto il mondo soluzioni di e-Gov aperte e personalizzabili.
Plone è un software CMS. Un sistema per la gestione dei contenuti che nasce nel 2001 come progetto open source dall’idea di due sviluppatori, Alexander Limi ed Alan Runyan, i quali, non soddisfatti delle piattaforme sulle quali lavoravano, cominciarono a progettare un nuovo sistema utilizzando modalità di lavoro open, ossia rendendo tutto il codice sorgente pubblico e disponibile ad altri sviluppatori. Oggi Plone, giunto alla sua terza versione, conta circa 600 sviluppatori, sparsi in 40 paesi in tutto il mondo e migliaia di utilizzatori (Italia compresa) piccoli e grandi fino ai grandissimi come Google, che lo ha scelto per gestire una parte della propria rete intranet. Nel nostro paese molti sono i grandi portali e le organizzazioni che lo utilizzano da tempo come altromercato.it, diverse Camere di Commercio o il CNR di Napoli che lo ha usato per costruire Octapy, un sistema di gestione dei contenuti che ha dato vita alla Rete dei Musei Napoletani. Plone ha assunto in brevissimo tempo un’importanza tale che già nel 2004 viene istituita una fondazione internazionale per tutelarne il marchio e vigilare sulla salvaguardia delle dinamiche "open" del sistema.
La forza del progetto Plone risiede in alcune sue caratteristiche fondamentali: innanzitutto l’accessibilità, ossia la piena rispondenza agli standard W3C, in secondo luogo la forte usabilità, ma il vero valore aggiunto risiede nella sua community così ampia, che sviluppa continuamente nuove applicazioni e risolve i diversi problemi che, di volta in volta, vengono sollevati. Plone è, infatti, una piattaforma estremamente flessibile che consente di innestare sul nocciolo "base" moduli aggiuntivi, pensati e sviluppati per esigenze che travalicano la sola gestione dei contenuti.
Il tutto sempre nell’ottica della condivisione open che si può sintetizzare così: prendi un oggetto gratuitamente, lo usi, lo modifichi e lo migliori a seconda delle tue esigenze e poi lo condividi affinché gli altri possano fare altrettanto. Come abbiamo ripetuto più volte l’ottica open non è una questione solamente ideologica, ma coinvolge in maniera concreta lo sviluppo economico di un territorio. Operando in questo campo, infatti, un’azienda anche piccola ha la possibilità di mettere a frutto il proprio know how e competere a livello internazionale con altre realtà come dimostra il caso di Abstract Open Solution piccola società che, nata come spin off dal CNR, è riuscita a portare a Napoli la Plone Conference 2007, giudicata dai partecipanti come la migliore in assoluto tra le 5 realizzate finora.
Da Plone a PloneGov
Gli sviluppatori di tutto il mondo, quindi, supportati dalla natura aperta ed accogliente di Plone, hanno scatenato la propria fantasia per sviluppare applicazioni e moduli sempre nuovi. Essendo una comunità mondiale il canale di comunicazione preferito è quello telematico, ma sin dall’inizio si è colta l’importanza di incontri dal vivo che dessero l’opportunità a piccoli gruppi programmatori di interagire concretamente e sviluppare nuove funzionalità. In uno di questi incontri, che prendono il nome di sprint, si sono incontrate alcune persone che stavano lavorando, ciascuna per conto proprio, ad applicazioni per la pubblica amministrazione. Pur provenendo da amministrazioni e da nazioni diverse (Belgio, Francia e Svizzera) questi sviluppatori si sono accorti che le esigenze che ciascuno di essi incontrava erano estremamente simili. È così che nel 2005 è nato PloneGov pensato per far convergere gli sforzi di singole amministrazioni in un progetto organico per condividere le esperienze adottate a livello locale e gettare le basi per una collaborazione internazionale, in grado di sviluppare al meglio soluzioni open source per le esigenze del settore pubblico. Altri sprint incuriositi dal progetto hanno aderito coinvolgendo sviluppatori del Sud Africa, dell’Argentina e del Brasile. Attualmente PloneGov conta 55 organizzazioni. PloneGov è stato uno dei 53 finalisti del premio eGovernment Award 2007, il riconoscimento promosso dalla Commissione Europea per lo sviluppo delle buone pratiche di e-Gov. Ciò che stato valutato positivamente dagli esperti della commissione non è stato tanto il software in sé, quanto, piuttosto, l’idea alla base del progetto di collaborazione e, allo stesso tempo di massimizzazione degli investimenti. Come spiega Xavier Heymans, patron per progetto PloneGov: "In tutto il mondo milioni di organizzazioni pubbliche sono interessate dagli stessi cambiamenti in direzione dell’e-Gov. Perché non unire questi sforzi? Il modello di sviluppo di PloneGov consente di fare esattamente questo, usando la globalizzazione come uno strumento al servizio del servizio pubblico! Pensare locale, agire globale!"
Plone Conference a Napoli
Oltre agli sprint che sono eventi più o meno piccoli, ma comunque tutti rivolti ad un obiettivo puntuale, ogni anno la Plone Foundation chiede agli afferenti alla community di inviare le proposte per l’organizzazione e la gestione in una grande conferenza. Nel 2007 la scelta è caduta su Napoli, che è riuscita a superare le candidature di Amsterdam e Liverpool e persino quella della città di Malaga la quale aveva persino già trovato 80.000 euro di contributo pubblico offerti dal governo dell’Andalusia. Il successo di Napoli è stato determinato da due grandi fattori: la presenza di Abstract Open Solutions, giovane società di information technology napoletana fondata nel 2005 da due ricercatori del CNR, il cui amministratore Vincenzo Barone è uno tra gli sviluppatori di Plone ed il contributo di Città della Scienza, il "contenitore" di divulgazione scientifica e di innovazione tecnologica, nato dalla riconversione di un’area industriale fra la collina di Posillipo ed il Golfo di Pozzuoli. Ennesima dimostrazione di come le sinergie tra territorio, istituzioni ed imprese, riescano a far brillare le eccellenze italiane anche a livello internazionale.
Approfondimenti
"L’eccellenza raggiunta con pochi fondi e molta collaborazione" un’intervista con Xavier Heymans – Responsabile internazionale del progetto PloneGov