PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
La maggiore adozione dei servizi digitali da parte dei cittadini è uno dei benefici che le amministrazioni si aspettano dal grande sforzo connesso al PNRR. L’aspettativa principale è però l’interoperabilità, che rappresenta anche la principale sfida, insieme al rispetto dei tempi e alle competenze necessarie per attuare la trasformazione digitale che il PNRR sollecita. In questo contesto, in che modo la PA locale può digitalizzare rapidamente i propri servizi, garantire una vista a 360° dei cittadini e offrire loro un’interazione multi-canale semplice ed efficace? Il confronto è aperto, ecco gli spunti emersi in un incontro organizzato con Salesforce
13 Aprile 2022
Redazione FPA
I Comuni e le Città Metropolitane sono fra i principali destinatari delle risorse PNRR finalizzate a migliorare l’accesso dei cittadini ai servizi, realizzare la transizione al cloud e l’integrazione sia con le principali piattaforme nazionali sia con le altre amministrazioni. Al tempo stesso sono responsabili della veloce attuazione delle misure individuate, senza la quale si rischia il fallimento dell’intero Piano. È fondamentale, quindi, stimolare il confronto su queste opportunità e queste sfide coinvolgendo amministrazioni locali e aziende che sono al fianco della PA in questo percorso di trasformazione digitale. È quello che sta facendo Salesforce in un ciclo di appuntamenti progettati proprio per analizzare in che modo la Pubblica Amministrazione locale può digitalizzare rapidamente i propri servizi, garantire una vista a 360° dei cittadini ed offrire loro un’interazione multi canale semplice ed efficace.
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All’interno di questo percorso il 16 marzo scorso si è svolto anche un tavolo di confronto organizzato da FPA e Salesforce. Vediamo i principali focus emersi in occasione del tavolo di confronto del 16 marzo, che definiscono il contesto da cui partire per impostare strategie e soluzioni per l’attuazione del PNRR.
Servizi digitali: tra domanda e offerta, la cartina dell’Italia
Il punto di partenza non può che essere l’analisi DESI che evidenzia per l’Italia il gap fra domanda e offerta di servizi pubblici digitali: una domanda molto inferiore alla media europea e, di contro, un’offerta in linea con i livelli degli altri paesi. Questo risultato deriva da una performance superiore per i servizi alle imprese (89/100 a fronte della media europea di 84/100), ma inferiore per i servizi digitali per i cittadini (69/100 contro 75/100). Tuttavia, l’aspetto davvero preoccupante è sul lato della domanda che vede solo il 34% di ricorso ai servizi digitali da parte dei potenziali utilizzatori contro la media UE del 64%. Questo gap può essere spiegato solo parzialmente con il digital divide culturale, territoriale e di connettività.
ICity Rank, la ricerca annuale condotta da FPA sui capoluoghi di provincia, restituisce indicazioni molto articolate sulla maturità digitale delle città e indica una realtà a macchia di leopardo, soprattutto in termini di velocità di trasformazione. A fronte di un gruppo di testa di 20 città pienamente digitali troviamo, infatti, un gruppo di 60 amministrazioni a livello intermedio e circa 20 in deciso ritardo. La lezione appresa in era Covid è che chi aveva già investito in digitale prima della pandemia non solo è riuscito a rispondere meglio e più rapidamente alle necessità dei cittadini, ma ha anche aumentato il proprio livello di maturità digitale.
Un ulteriore elemento di riflessione sulla maturità digitale dei cittadini viene dai trend di crescita delle piattaforme abilitanti nazionali rilevati a fine 2021, con 26,6 milioni di identità SPID erogate, 25,9 milioni carte di identità elettroniche (CIE) e 23,4 milioni di download app IO. Sembra dunque esserci una vasta platea di cittadini pronta ad utilizzare i servizi digitali che finora non è stata adeguatamente mobilitata. Questa ipotesi è confermata dai risultati un’indagine FPA, in collaborazione con Istituto Piepoli, dalla quale emerge che il 49% dei cittadini ha utilizzato servizi centrali consolidati come quelli offerti da INPS e Agenzia delle entrate, il 59% ha scaricato il Green Pass (59%), 32% usufruito del cash back (32%), mentre solo il 23% ha utilizzato per servizi erogati dal proprio comune.
Risorse del PNRR: opportunità e responsabilità
La necessità di superare con urgenza queste contraddizioni è ben presente all’interno del PNRR, che destina circa il 35% delle risorse agli enti territoriali, per un totale di 66,4 miliardi euro, 28,3 dei quali destinati in maniera specifica a Comuni e Città metropolitane. In questo quadro si inserisce Italia Digitale 2026, la strategia sviluppata dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale che prevede, all’interno del PNRR, investimenti e riforme per l’ammontare di 6,14 miliardi di euro.
I comuni sono interessati soprattutto da due misure previste all’interno della Missione 1 Componente 1 – M1C1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA: l’investimento 1.2 studiato per favorire la migrazione al cloud, con una dotazione finanziaria di 1 miliardo di euro di dall’investimento 1.4, dedicato a servizi digitali e cittadinanza digitale, con interventi che puntano a incidere soprattutto sui gap sopra rilevati. Un terzo di Italia Digitale (circa 2 mld) è infatti destinato al miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini attraverso una serie di sotto-misure come esperienza dei servizi pubblici (1.4.1), inclusione e accessibilità (1.4.2), adozione di PagoPA e appIO (1.4.3), adozione dell’identità digitale con SPID e CIE (1.4.4), avvisi digitali (1.4.5), Mobility as a Service, con dieci progetti pilota previsti, tre dei quali già individuati per Milano, Roma e Napoli (1.4.6).
Si delinea così un percorso che richiede tempistiche molto più rapide di quelle che la PA ha sperimentato in passato, con un sovrappiù di responsabilità. Mancare anche solo a uno di questi target comporterebbe infatti la perdita della tranche del semestre di riferimento.
Affinché il percorso intrapreso porti davvero a centrare gli obiettivi attesi è necessario predisporre casi d’uso e obiettivi andando a tradurre quanto indicato dal PNRR in target quantitativi e misurabili.
Una piattaforma dedicata rappresenta il punto di accesso per le informazioni e per i bandi in pubblicazione (sono usciti da poco i primi Avvisi), consentirà di usufruire delle risorse a disposizione delle PA dal PNRR dedicati alla trasformazione digitale, permetterà di rendicontare l’avanzamento dei progetti e richiedere assistenza.
Migliorare l’accessibilità ai servizi pubblici con l’aiuto di AgID (M1C1 Misura 1.4.2)
Una maggior adozione dei servizi da parte degli utenti, grazie al miglioramento dell’accessibilità, favorisce l’efficienza e la produttività dell’amministrazione e rende il cittadino più autonomo e soddisfatto del servizio offerto. Nell’attuazione e nella predisposizione delle attività necessarie per aiutare Comuni e Città metropolitane a sfruttare al meglio le risorse del PNRR, un ruolo primario è assegnato ad AgID, in particolare per predisporre un’offerta di servizi più inclusivi, capaci di attirare la domanda e di soddisfarla.
L’attività preliminare sarà il monitoraggio sulla qualità dei siti delle PA, la sensibilizzazione e la formazione delle persone dell’amministrazione per creare una cultura dell’accessibilità a tutti i livelli, per arrivare al supporto necessario. È previsto il coinvolgimento di 55 PA (19 regioni, 2 province autonome, 14 città metropolitane, 6 comuni da individuare con ANCI).
A differenza delle altre misure accessibili tramite pacchetti standard, la misura 1.4.2 prevede accordi specifici fra l’amministrazione coinvolta e AgID che fornirà anche supporto tecnico. con la messa a disposizione di esperti di accessibilità, sviluppatori, ecc.
Quali soluzioni per raggiungere i benefici attesi e superare le sfide?
La maggior adozione dei servizi da parte dei cittadini attraverso il miglioramento dell’accessibilità è certo uno dei benefici che le amministrazioni si aspettano dal grande sforzo connesso al PNRR, insieme all’efficientamento dei processi di gestione delle richieste da parte degli utenti. L’aspettativa principale è però l’interoperabilità, con i sistemi locali esistenti, con quelli nazionali e delle altre amministrazioni ed enti. L’interoperabilità rappresenta anche la principale sfida, insieme al rispetto dei tempi e alle competenze necessarie per attuare la trasformazione digitale che il PNRR sollecita. Restano alcuni punti aperti come la possibilità di accelerare anche ricorrendo a piattaforme già sperimentate per la comunicazione con i cittadini, che vanno visti a 360° e lasciati liberi di scegliere le modalità di comunicazione che preferiscono.