Polimi: “Servizi on line quasi assenti per l’80% degli Enti locali”

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Il CAD pone le tecnologie digitali al centro del rapporto tra PA e cittadini e imprese quale strumento per un processo di reingegnerizzazione e innovazione della Pubblica Amministrazione. Il principio che deve guidare gli Enti in questo percorso è il digital first,che trova però non poche difficoltà ad essere attuato come dimostrano i risultati della ricerca 2016-17 dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano, che qui vi presentiamo in anteprima

27 Ottobre 2016

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Michele Benedetti, Politecnico di Milano

Come si può leggere nel parere reso dalla Commissione Affari Costituzionali al nuovo testo del CAD “non può esistere una vera riforma della PA che non sia accompagnata da un capillare processo di digitalizzazione della stessa”. Il nuovo CAD si propone come lo strumento essenziale per supportare questo processo di digitalizzazione. L’intento è quello di porre la centralità delle tecnologie digitali nel rapporto tra PA e cittadini e imprese quale strumento per un processo di reingegnerizzazione e innovazione della Pubblica Amministrazione. Il principio che deve guidare gli Enti in questo percorso è il digital first, cioè “ridefinire e semplificare i procedimenti amministrativi in relazione alle esigenze di celerità, certezza dei tempi e trasparenza nei confronti dei cittadini e delle imprese”. Un principio del tutto condivisibile che però troverà non poche difficoltà ad essere attuato in modo pervasivo, secondo quanto rilevano le prime anticipazioni dei risultati della ricerca 2016-17 dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano.

La ricerca ha indagato il livello di digitalizzazione di 23 ambiti comunali, analizzandone il back office, il front office e la loro integrazione. I risultati, costruiti con le risposte di oltre 1.000 Comuni, forniscono un quadro abbastanza eterogeneo e non sempre confortante. Insieme a circa il 4% dei Comuni (la maggior parte di grandi dimensioni anche se non mancano Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti), che hanno quasi il 90% del back office informatizzato e oltre il 60% del proprio front office convive il 35% dei Comuni, quasi tutti al di sotto dei 5.000 abitanti, che ha solo il 30% del back office informatizzato e nessun servizio interattivo di front office. Più in generale, emerge come oltre il 50% degli Enti abbia meno del 3% dei servizi di front office online (l’80% meno del 15%) e circa il 50% dei Comuni abbia la metà dei sistemi informatici di back office dei Comuni più digitali. È senz’altro vero che tra i Comuni meno informatizzati ci sono in prevalenza Enti di piccole dimensioni ma è altrettanto vero che ci sono anche numerosi enti di medie e grandi dimensioni. Ad esempio, al cluster Beginners (50% back office e 15% front office digitale) fanno parte il 40% dei Comuni tra i 5.000 e i 50.000 abitanti e il 15% di quelli oltre i 50.000 abitanti. Visto in termini di utenza servita, emerge come il 30% della popolazione italiana oggi non possa interagire online con la Pubblica Amministrazione Locale in quanto non ci sono servizi interattivi e un altro 25% degli italiani possa usufruire solo del 30% dei servizi digitali che offrono i Comuni più informatizzati ai propri cittadini.

Questi numeri aiutano a far chiarezza sulla dimensione della sfida che si presenta alla Pubblica Amministrazione Locale che si vuole innovare. Emerge infatti in modo evidente come oggi sia presente una spaccatura che divide gli Enti che hanno sufficienti competenze e risorse per introdurre nuovi servizi digitali per interagire con la propria utenza e quelli che invece non sono nemmeno in grado di adottare strumenti informatici adeguati per gestire in modo efficiente i propri processi interni.

Viene spesso invocato il ricorso a meccanismi sanzionatori che obblighino gli Enti ad adeguarsi al nuovo CAD. Di fronte a questi dati ci si chiede se questo possa essere sufficiente o se non sia anche e soprattutto necessaria una riflessione strategica su come superare questo digital divide prendendo le mosse dall’evidenza che molti Enti non riusciranno a gestire questo cambiamento se non saranno adeguatamente supportati. Gestione associata dei servizi e, più in generale, governance dell’innovazione appaiono alcuni dei temi prioritari su cui si dovrebbe oggi focalizzare la strategia di innovazione del Paese.

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