“Premio PA sostenibile”, focus su due ambiti: diseguaglianze e economia circolare
Continua il viaggio tra gli ambiti del Premio, a cui è possibile candidarsi fino al 6 aprile dalla piattaforma FORUM PA Challenge. L’obiettivo è raccogliere, selezionare e promuovere le migliori proposte candidate all’interno di sette ambiti che richiamano gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, definiti all’interno dell’Agenda ONU 2030
21 Marzo 2018
redazione
Siamo pronti a riconoscere le migliori esperienze realizzate da amministrazioni, associazioni, start up e non solo, tra quelle che si candidano al “Premio PA sostenibile” promosso da FPA in collaborazione con ASviS, a cui è possibile candidarsi fino al 6 aprile dalla piattaforma FORUM PA Challenge.
Lo abbiamo detto più volte e continuiamo a ribadirlo, gli ambiti per i quali è possibile candidare la propria soluzione sono sette e sono strettamente connessi agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable development goals) dell’Agenda 2030 dell’ONU. Esplorare alcune di queste aree riteniamo possa assumere una valenza di stimolo a partecipare e allora non ci resta che analizzarle nel dettaglio.
Diseguaglianze, pari opportunità, resilienza
Gli SDGs di riferimento sono: Sconfiggere la povertà (1), Parità di genere (5), Ridurre le disuguaglianze (10).
Dal Rapporto ASviS 2017, che considera la posizione dell’Italia in relazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile, emergono alcuni dati oggettivi e necessari per tradurre le tante fragilità che caratterizzano le nostre realtà territoriali in proposte innovative.
Nel 2016, le famiglie in povertà assoluta erano 1,6 milioni (il 6,3% delle famiglie residenti) per un totale di 4,7 milioni di individui, il livello più alto dal 2005. Il Mezzogiorno registrava l’incidenza più elevata di soggetti in povertà assoluta (8,5% delle famiglie e il 9,8% di individui). La condizione dei minori è in forte peggioramento; per loro l’incidenza della povertà assoluta è pari al 12,5% nel 2016 ed è triplicata in circa dieci anni, come quella dei giovani tra i 18 e 34 anni (al 10% nel 2016 rispetto al 3,1% del 2005).
Occorrono soluzioni di welfare sociale. Siamo alla ricerca di esperienze che nascono dal territorio e in grado di porsi come misure per la lotta alla povertà e il sostegno al reddito, l’inclusione economica e sociale, l’accesso ai servizi di base e alle tecnologie, l’inclusione e l’integrazione delle persone con disabilità. Servono piani di resilienza ai mutamenti sociali e economici dei soggetti più vulnerabili, idee di gestione dei migranti e dei richiedenti asilo, messaggi che veicolino la parità di genere.
La riduzione delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi fondamentali è anche al centro della Strategia Nazionale per le Aree Interne che pone una specificità territoriale, quella di essere lontani dai servizi di base, che pone le condizioni di sperimentare nuove modalità di offerta dei servizi essenziali (scuola, sanità, mobilità e rete web). Una situazione questa che deve essere presa in conto; cittadini, Stato e Regioni sono chiamati a lavorare insieme e a coprogettare nuove soluzioni.
A ciò si aggiunge la riforma del Terzo settore (6 giugno 2016, n.106), che riconosce un ruolo cruciale agli enti senza scopo di lucro, prevedendo un loro coinvolgimento da parte delle PA nella co-programmazione e co-progettazione delle politiche sociali. Tutto questo apre ampi spazi di intervento alternativi al pubblico. Occorrono interventi che diano forza al lavoro femminile e buone prospettive di inclusione nella vita sociale di persone che vivono in condizioni svantaggiate.
Dal Rapporto ASviS emerge che l’Italia mantiene ancora un tasso di occupazione femminile tra i più bassi in Europa (51,6% per la classe 20-64 anni, a fronte di una media UE del 65,3%), oltre che una forte disparità di trattamento economico tra uomini e donne a parità di mansioni. In tema di disabilità, va segnalata la Legge sull’autismo (L. 134/2015) che impone la continuità della presa in carico delle persone con disturbi dello spettro autistico. E qui si inseriscono le proposte e le attività dei servizi educativi per l’abilitazione di queste persone.
Passiamo al secondo ambito del premio, che concorre allo stesso obiettivo di ridurre la povertà attraverso politiche attive del lavoro, la promozione dell’imprenditorialità, della creatività e dell’innovazione. Qui si inseriscono aree di ricerca scientifica e tecnologica, si pensi all’innovazione dei sistemi produttivi e dei settori industriali (come manifattura 4.0, IoT, robotica, meccatronica), ai nuovi modelli per la produzione e il consumo di beni e servizi (come sharing economy), al food innovation e alla lotta agli sprechi alimentari.
Economia circolare, innovazione e occupazione
Gli SDGs di riferimento in questo caso sono: Lavoro dignitoso e crescita economica (8), Imprese, innovazione e infrastrutture (9), Consumo e produzione responsabili (12).
Si affermano modelli di produzione e consumo responsabili, soluzioni per l’impiego degli scarti dei consumi e per il riciclo delle materie prime. Un importante passo avanti si è avuto con il documento di posizionamento strategico “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”, pubblicato dal Ministero dell’Ambiente il 12 luglio 2017 e ora in consultazione pubblica. Il documento esamina 12 aree di sviluppo, con identificazione di nuove opportunità per il settore pubblico e privato.
Inoltre per il sostegno all’innovazione, ricerca e sviluppo, il governo ha istituito una serie di iniziative favorevoli per le startup e le PMI innovative, si pensi alla pubblicazione dello Small Business Act. Riprendono gli investimenti nel comparto industriale anche grazie alle misure messe in campo dal “Piano Nazionale Industria 4.0”, che favoriscono l’ammodernamento del sistema produttivo. Approvato in via definitiva con la Legge di Bilancio per il 2017, il Piano prevede: super/iper ammortamento per nuovi investimenti innovativi, il credito d’imposta sugli investimenti in R&S.
“Nel corso del 2016 si sono rafforzate le prospettive di crescita dell’economia italiana (il FMI ha rialzato le stime dallo 0,9% del 2016 all’1,3% per il 2017), grazie soprattutto a una ripresa della domanda interna, trainata dagli investimenti e dalla progressiva accelerazione dei consumi”: un aspetto questo che emerge dal Rapporto ASviS.
Pensiamo si possa tranquillamente affermare che le opportunità sono tante, occorre saperle individuare e a tutti noi non resta che concorrere al processo di sviluppo del nostro Paese, cogliendo le sfide poste dagli obiettivi di sviluppo sostenibile.
E ora pronti a candidare la vostra soluzione? Qui il link al regolamento: “Premio PA sostenibile. 100 progetti per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030”.