Quale data strategy per la PA? I vantaggi di cloud, multicloud e cloud ibrido
L’emergenza sanitaria ha evidenziato diverse criticità relative alla data strategy nella PA. Molte delle difficoltà incontrate sono la conseguenza di una gestione dei dati ancora poco strutturata, non abbastanza aperta e interoperabile, che rende difficile la condivisione sia tra amministrazioni sia con cittadini e imprese. In questo contesto il cloud può diventare uno strumento strategico, come indicato nel Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione
12 Maggio 2021
Redazione FPA
L’emergenza COVID19 ha accelerato i processi di innovazione anche nel mondo dei dati e ha aumentato la consapevolezza di quanto siano fondamentali, non solo per gestire la pandemia, mostrando quanto la loro disponibilità in sicurezza sia stata essenziale per garantire la continuità dei servizi. Lo sarà anche per la transizione alla nuova normalità che ha all’ordine del giorno una profonda trasformazione digitale della PA, indicata nel PNRR.
L’emergenza ha tuttavia evidenziato, per le diverse amministrazioni pubbliche, molte criticità sulla gestione dei dati e lasciato aperte molte domande sulla data strategy adottata che riguardano ad esempio l’adeguatezza e la robustezza dell’infrastruttura dei dati, alla base di qualunque trasformazione digitale, la capacità delle attuali architetture di archiviare e gestire in modo sicuro i dati per poterli utilizzare in modo agile e rapido.
Molte delle difficoltà incontrate sono la conseguenza di una gestione dei dati della PA ancora poco strutturata, non abbastanza aperta e interoperabile, che rende difficile la condivisione sia tra amministrazioni sia con cittadini e imprese, pur con molte differenze, ad esempio, fra grandi enti e amministrazioni centrali e piccoli comuni.
Modello di interoperabilità e governance dei dati nella PA
Per superare questa disomogeneità, il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione ha indicato un Modello di Interoperabilità che ne rappresenta un asse portante, necessario per il funzionamento dell’intero Sistema informativo della PA. Il modello ha l’obiettivo di rendere possibile la collaborazione tra pubbliche amministrazioni e tra queste e soggetti terzi, per mezzo di soluzioni tecnologiche che assicurino l’interazione e lo scambio di informazioni senza vincoli sulle implementazioni, nel rispetto della sicurezza e del Regolamento europeo GDPR.
L’obiettivo è arrivare a una Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), uno spazio virtuale pensato per agevolare le amministrazioni nell’adozione della data strategy e del modello, dando la possibilità a ciascun ente di rendere disponibili le proprie informazioni, secondo regole condivise e attraverso interfacce digitali (API). Tutto ciò genera vantaggi per le PA che, grazie all’interoperabilità delle basi dati, possono ridurre i costi di gestione, i tempi di condivisione e aumentare la propria flessibilità. Inoltre, la disponibilità di grandi quantità di informazioni opportunamente organizzate, abilita l’uso di strumenti di data analytics, permettendo di migliorare il processo decisionale della PA e di definire politiche più efficienti, a misura di cittadino e impresa.
Ci saranno vantaggi anche per i cittadini e le imprese che potranno accedere a servizi migliori e più rispondenti ai loro bisogni, essendo basati su informazioni condivise e costantemente aggiornate, ed esercitare pienamente i propri diritti digitali.
Cloud, multicloud e cloud ibrido per abilitare la trasformazione
Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione nel disegnare il percorso per l’innovazione digitale, indica nel cloud uno strumento strategico che diventa scelta prioritaria (cloud first) per le nuove applicazioni e servizi. Si pone dunque la necessità di una transizione durante la quale alcune attività e parte dei dati saranno mantenuti on-premise, mentre altri dati e applicazioni andranno sul cloud. Nella PA, come già nelle imprese, si stanno affermando modelli di cloud ibrido e multicloud che comportano una gestione adeguata dei dati per garantire l’efficienza e l’interoperabilità.
L’ambiente multicloud e ibrido è inoltre considerato ideale per il modello di sviluppo applicativo DevOps che sta iniziando a prendere piede anche nella PA per ottimizzare e rendere più efficiente il rilascio in tempi rapidi di nuove applicazioni e quindi di nuovi servizi per il cittadino.
La capacità di gestire quantità crescenti di dati in un ambiente ibrido rappresenta anche la pre-condizione per il percorso verso l’impiego di modelli di intelligenza artificiale che anche la PA dovrà adottare. Nella più generale ottica di innovazione a cui la PA è chiamata anche in attuazione del PNRR, diventa essenziale un approccio moderno al data management per garantire maggiore efficienza e agilità.
Fra le opzioni da tenere in considerazione per accelerare la transizione e per garantire una PA agile, resiliente e quindi pronta a qualsiasi tipo di evenienza, vanno considerati i modelli di storage e gestione dei dati as a service che consentono di tenere sotto controllo i costi (modello OPEX), di scalare in base alle esigenze in qualsiasi momento pagando solo per lo spazio effettivamente utilizzato, garantendo flessibilità dell’infrastruttura e una gestione semplice dei dati tra on-premise e cloud.
Pure Storage, un partner per la gestione strutturata ed efficiente dei dati della PA
È quest’ultima una delle modalità offerte da Pure Storage, che figura fra i leader nel quadrante magico di Gartner, capeggiando la classifica come vendor indipendente di una piattaforma dati all-flash, considerata essenziale per il settore pubblico nell’era del cloud. Pure Storage è un’azienda multinazionale che offre ai team IT una piattaforma per la gestione dei dati che consente di ridurre la complessità e i costi per gestire l’infrastruttura sottostante. In particolare, può mettere a disposizione della PA hardware e software, sempre aggiornati in modo automatico, offrendo un sistema di data service capace di gestire tutti i dati ovunque essi si trovino. La PA è così facilitata nel creare un’architettura cloud che consenta di far girare le applicazioni in modo coerente con la scelta del cloud ibrido, dove ciascun elemento viene gestito, orchestrato e protetto in modo costante nei vari cloud o a livello locale, garantendo la mobilità fra i diversi ambienti.
Pure storage offre inoltre un insieme di soluzioni per consentire di utilizzare il public cloud per il backup e il disaster recovery, oltre ad eseguire in modo efficiente le attività di sviluppo e di test. Soluzioni, nate dalla recente acquisizione di Portworx, favoriscono anche l’evoluzione delle applicazioni esistenti verso la logica container (coerente con la proliferazione dei mondi cloud), indispensabile per andare verso architetture applicative che, a differenza di quelle attuali monolitiche, si basano su micro-servizi che rappresentano il futuro e rendono possibile migliorare i servizi offerti dalla PA a cittadini e imprese.
Pure si sta impegnando per consentire la trasformazione della PA a tutti i livelli offrendo una Modern Data Experience che garantisca tre caratteristiche chiave oggi:
- Semplicità: servizi di archiviazione definiti da API, strumenti di gestione e analytics facilmente utilizzabili;
- Continuità: servizi di storage in grado di gestire diversi protocolli e cloud in un unico ambiente;
- Sostenibilità: i clienti acquistano solo ciò di cui hanno bisogno, quando ne hanno bisogno, e possono eseguire l’aggiornamento all’ultima versione in modo semplice e veloce.
Le aziende operanti nel mondo della Pubblica amministrazione possono sfruttare queste soluzioni per promuovere il consolidamento del data center, creare architetture multi-cloud, eseguire servizi ad alta disponibilità e creare un core di analisi su cui costruire le loro operation. L’innovazione è un obiettivo chiave per i leader IT della PA e un approccio moderno alla gestione dei dati è essenziale per rendere le amministrazioni agili ed efficienti.
Grazie alle caratteristiche della sua offerta, Pure Storage può aiutare la PA nell’evoluzione della gestione dei dati, strategica per la sua modernizzazione.