Regione Lazio, esempio concreto di empowerment per gli Open Data
Nel rispetto della disciplina in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle amministrazioni regionali, la Regione Lazio si dota di un documento in cui espone gli obiettivi strategici triennali con le corrispondenti declinazioni in obiettivi annuali, indicatori e i risultati attesi, che saranno sottoposti al processo di misurazione e valutazione della performance. E’ la prima volta certo, ma non è solo qui la novità, ad attirare la nostra attenzione è l’inserimento della liberazione dei dati tra gli obiettivi di performance dei dirigenti regionali. Un esempio concreto di empowerment per gli open data, che mira a rafforzare la struttura in vista della prossima apertura del portale dati.regione.lazio.it.
12 Novembre 2014
Eleonora Bove
Nel rispetto della disciplina in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle amministrazioni regionali, la Regione Lazio si dota di un documento in cui espone gli obiettivi strategici triennali con le corrispondenti declinazioni in obiettivi annuali, indicatori e i risultati attesi, che saranno sottoposti al processo di misurazione e valutazione della performance. E’ la prima volta certo, ma non è solo qui la novità, ad attirare la nostra attenzione è l’inserimento della liberazione dei dati tra gli obiettivi di performance dei dirigenti regionali. Un esempio concreto di empowerment per gli open data, che mira a rafforzare la struttura in vista della prossima apertura del portale dati.regione.lazio.it.
Un nuovo modello di Open Data si sta configurando all’orizzonte. Come più volte scritto, crediamo che si debba parlare di una seconda fase in cui le quattro E (Engagement, Empowerment, Endorsement, Enforcement) siano protagoniste. Tuttavia è giusto anche, alle volte, mettere l’aspetto accademico in secondo piano e iniziare a fare esempi concreti, parlare di amministrazioni che si stanno muovendo insieme agli attori locali e ai propri dipendenti per rilasciare i propri dataset, nella consapevolezza del valore del dato aperto e delle opportunità del riuso.
Cominciamo, ad esempio, a capire meglio che vuol dire empowerment. Gianni Dominici nella sua lezione, ha spiegato bene cosa dovrebbe fare un’amministrazione per "rafforzarsi" in vista dell’open data: innovarsi, introdurre nuove competenze al suo interno, innescare meccanismi premiali per cambiare la cultura interna… Tutto questo al fine di adeguarsi al mondo che sta cambiando.
L’occasione per soffermarci a riflettere su questo aspetto, ci è data dalla pubblicazione, lo scorso ottobre, del Piano della performance 2014-2016 della Regione Lazio che definisce gli indicatori e i valori di riferimento (target) che saranno utilizzati ai fini della misurazione, della valutazione e della rendicontazione delle prestazioni della dirigenza regionale. Per la prima volta tra gli obiettivi individuali del Dirigente (direzioni e agenzie regionali) si prevede la liberalizzazione dei dati in possesso dalla struttura di competenza. Un esempio concreto di empowerment per gli open data, che mira a rafforzare la struttura in vista della prossima apertura del portale dati.regione.lazio.it.
Cosa si misura?
L’obiettivo denominato "Open data: tutto fuori" si prefigge di promuovere la disponibilità, l’accessibilità e la riutilizzabilità di informazioni e dati pubblici prodotti dalla Regione Lazio a favore di cittadini, imprese, associazioni, scuole e accademie, comunità tecniche ed enti pubblici mediante il portale on line dati.regione.lazio.it.
Tale attività sarà soggetta a valutazione, assumendo come parametro l’effettivo incremento della disponibilità di dati regionali riutilizzabili per gli utenti esterni.
In questo modo accanto allo strumento normativo, la Legge Regionale n.7 del 2012, che impegna l’amministrazione ad agevolare la partecipazione attiva di cittadini e imprese, lo scambio di dati e informazioni tra gli enti locali e la promozione di un’attività amministrativa trasparente, imparziale, economica, efficiente e semplificata, la Regione si è dotata di uno strumento organizzativo forte. Tutte le 16 Direzioni sono chiamate a contribuire all’attuazione della norma e il “peso” di questo contributo va ad incidere direttamente sulla valutazione del dirigente responsabile.
Piano della performance 2014-2016
La Regione Lazio, come stabilito all’articolo 10 Dlgs 150/09, si dota di un documento programmatico che rappresenta le iniziative e le misure adottate in vari ambiti d’intervento delle politiche regionali. Un Piano triennale della prestazione e dei risultati che rende conoscibili gli indirizzi politici prioritari impartiti per l’azione amministrativa e assegnati alle varie strutture organizzative, con le connesse risorse umane e finanziarie.
Come è solito per i documenti di questo tipo, agli obiettivi strategici fanno seguito gli obiettivi operativi annuali assegnati ai dirigenti apicali, responsabili delle direzioni e delle agenzie regionali per dare attuazione agli indirizzi definiti nell’ambito della programmazione economico-finanziaria. I responsabili a loro volta adottano i PAD (Programmi Annuali Direzionali) con i quali vengono definiti ed assegnati gli obiettivi operativi ai dirigenti di area. Successivamente i dirigenti di II° livello definiscono ed assegnano gli obiettivi ai dipendenti.
Un primato?
A quanto ci risulta (ma potremmo sbagliarci ed anzi invitiamo le amministrazioni che lo avessero già fatto a segnalarcelo, commentando questo articolo) la Regione Lazio è il primo ente regionale ad aver inserito la liberazione dei dati tra gli obiettivi di performance dei propri dirigenti. Altre amministrazioni hanno inserito la realizzazione di una piattaforma Open Data tra i propri obiettivi operativi, ma "l’apertura del dato" non è mai stata ricondotta alle performance individuali dei dirigenti esterni alla struttura che aveva in capo il progetto di realizzazione e gestione del portale.