Calderini: “Per le comunità intelligenti, una normativa zoppa”

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13 Febbraio 2016

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Mario Calderini, Politecnico di Milano

Il testo relativo al nuovo CAD, che arriva ora sui banchi del Parlamento, abroga una serie di codici previsti dal decreto 18 ottobre 2012, n. 179 , relativamente alla definizione di comunità intelligenti. Mi sento di dire che non è un lavoro particolarmente ben fatto, si annulla tutta la visione strategica contenuta nel decreto e che era dietro alla volontà di riconoscere le smart city a livello normativo. L’istituzione del Comitato tecnico, sicuramente si portava dietro una pesantezza normativa che andava rivista e perfezionata, ma così si cancella tutto semplicemente senza dare altre indicazioni.

> Questo articolo fa parte del dossier “Speciale CAD, grandi firme commentano il codice della PA digitale”

Non si capisce bene con che venga sostituita la strategia inizialmente pensata: alcuni elementi vengono mantenuti, penso allo Statuto della cittadinanza intelligente, ma non è ben chiaro chi se ne debba occupare. Su un tema in cui sarebbe importante una governance condivisa, mi sembra che venga inserita una gestione top down.

Inoltre si può dire che dopo quattro anni la potenza comunicativa e il senso di quella politica hanno perso smalto, tanto valeva abrogarla del tutto anziché azzopparla. L’intento di semplificare, ha solo creato confusione.

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