Data Fabric: cos’è, come funziona e perché potrebbe aiutare la PA a migliorare i servizi pubblici

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Il Data Fabric emerge come un’architettura fondamentale per la pubblica amministrazione, offrendo un’infrastruttura unificata e automatizzata per connettere e gestire dati eterogenei senza necessità di migrazioni. Questo approccio si distingue da data lake e data mesh per la sua enfasi sull’integrazione continua, semplificando l’accesso e migliorando l’analisi grazie anche all’AI. I vantaggi per la PA sono molteplici: integrazione semplificata dei sistemi, accelerazione dello sviluppo, vista completa dei dati e riduzione dei silos informativi, con conseguente miglioramento dell’efficienza operativa e delle decisioni. Esempi applicativi spaziano dalla gestione integrata dei servizi al cittadino, alla pianificazione territoriale e alla riduzione della burocrazia

3 Aprile 2025

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Elisabetta Bevilacqua

Giornalista

Foto di Marten Newhall su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/persona-che-usa-la-lente-dingrandimento-che-ingrandisce-laspetto-del-naso-e-degli-occhiali-da-sole-uAFjFsMS3YY

Il data Fabric è un’architettura integrata progettata per facilitare l’accesso, la gestione e la condivisione dei dati in ambienti distribuiti, indipendentemente da dove si trovino e da quale sia la loro origine

Queste caratteristiche lo rendono uno strumento indispensabile per valorizzare il patrimonio informativo pubblico e per affrontare efficacemente le nuove sfide dell’economia basata sui dati, garantendo servizi digitali a valore aggiunto per cittadini e imprese.

A differenza di altri approcci che puntano soprattutto sulla raccolta dei dati, il data fabric ha la capacità di collegare dati provenienti da fonti disparate senza la necessità di costose migrazioni. È dunque ideale per connettere in modo dinamico e orchestrare i dati in ambienti complessi come quelli che caratterizzano la PA.

Le sfide attuali della gestione dei dati nella PA

La pubblica amministrazione ha da tempo avviato un forte processo di digitalizzazione, ma si trova oggi di fronte a sfide cruciali per ottimizzare i servizi offerti ai cittadini, l’efficienza dei processi e l’utilizzo delle risorse. Le principali sfide che la PA dovrà affrontare e risolvere sono:

  • la frammentazione dei dati tuttora relegati in silos informativi, per creare un ecosistema digitale efficiente e interconnesso;
  • la difficoltà di accesso e di condivisione delle informazioni tra i diversi enti;
  • i problemi di interoperabilità, superabili solo abilitando i sistemi informatici nello scambio sicuro di dati e informazioni sia all’interno di un singolo ente sia tra enti diversi.
  • la carenza di integrazione e interoperabilità dei dati che rischia di avere un impatto negativo sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese.

Cos’è il data fabric e come funziona

Il data fabric è costituito da un’architettura e da un insieme di strumenti che collegano i dati anche se provenienti da sistemi diversi, creando una vista unificata attraverso la virtualizzazione. Di conseguenza non sono necessarie costose migrazioni ma ovunque i dati si trovino è possibile combinarli con nuove modalità. Nel tentativo di gestire la crescita esponenziale dei dati e superare la frammentazione all’interno dello stesso ente e fra diversi enti, sono emerse nuove soluzioni come, ad esempio, data lake e data mesh.

Il Data Lake è uno spazio di archiviazione ideale per raccogliere dati non strutturati in grandi volumi che presenta tuttavia il rischio, se non gestito correttamente, di diventare una “palude di dati”. 

Il Data Mesh si basa invece su un modello decentralizzato, focalizzato sulla proprietà dei dati da parte dei diversi domini.

Rispetto a questi approcci, il data fabric ha il vantaggio di focalizzarsi sull’integrazione e la connessione continua dei dati con il risultato di semplificare l’accesso e migliorare l’analisi, avvalendosi anche di strumenti di AI per automatizzare i processi di gestione e di integrazione.

I vantaggi del data fabric per la PA

Secondo un’analisi di Gartner, grazie alla capacità di utilizzare, riutilizzare e combinare diversi stili di integrazione dei dati, il data fabric riduce del 30% sia i tempi per la progettazione dell’integrazione sia quelli per l’implementazione e del 70% i tempi per la manutenzione.

Ne conseguono importanti vantaggi per la PA che, di seguito, sintetizziamo:

  • integrazione semplificata dei sistemi, grazie alla capacità di collegare diverse fonti di dati in modo unificato, eliminando la necessità di integrazioni personalizzate e riducendo i costi di manutenzione;
  • accelerazione dei tempi di sviluppo, grazie alla semplificazione del processo di integrazione dei dati;
  • vista completa e unica dei dati, garantita dall’aggregazione dei dati da diverse piattaforme, indispensabile per migliorare la comprensione e il processo decisionale;
  • riduzione dei silos di dati in grado di promuovere l’innovazione e l’efficienza operativa, trasformando i dati in una risorsa strategica.

Esempi di applicazione del data fabric nella PA

Sono molteplici gli esempi in cui il data fabric è stato e potrà essere utilizzato nell’ambito delle PA.

Un caso particolarmente critico è quello della gestione integrata dei servizi al cittadino. In ambito sanitario, ad esempio, il data fabric consente di integrare i dati provenienti da ospedali, cliniche e laboratori al fine di creare una visione unica del paziente con ricadute positive nella gestione delle cure e nei tempi di risposta alle emergenze.

Un altro esempio è il monitoraggio e l’analisi dei dati provenienti da più fonti per la pianificazione territoriale e la gestione delle emergenze.

Il data fabric, favorendo la digitalizzazione e la semplificazione dei processi amministrativi, può inoltre essere impiegato per la riduzione della burocrazia. Un ulteriore ambito riguarda la condivisione dei dati tra più enti per la realizzazione di politiche pubbliche integrate. Alcune città hanno, ad esempio, utilizzato il data fabric per unificare i dati di più ambiti come trasposti pubblici, illuminazione stradale, raccolta rifiuti…

Il data fabric è stato infine adottato per garantire la sicurezza dei dati e la conformità a normative come il GDPR, migliorando la trasparenza e la protezione delle informazioni personali.

Il contesto normativo per la gestione dei dati pubblici

La normativa italiana per la gestione e valorizzazione dei dati pubblici si colloca all’interno della strategia europea in materia di dati che punta a garantire la creazione di servizi digitali a valore aggiunto per cittadini e imprese.

I principali riferimenti a livello europeo sono il Data Governance Act (entrato in vigore da giugno 2022 e applicabile da settembre 2023) e il Data Act (entrato in vigore da gennaio 2024 e operativo da settembre 2025). Grazie al primo sono stati definiti e rafforzati i meccanismi per aumentare la disponibilità dei dati, superando gli ostacoli tecnici al riutilizzo. Il secondo consentirà alle amministrazioni pubbliche di accedere ai dati del settore privato per rispondere a emergenze pubbliche.

Il recepimento a livello italiano della  Direttiva Europea (UE) 2019/1024 (Direttiva Open Data) sull’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, rende implementabili le nuove regole tecniche definite con le Linee guida sugli open data . L’obiettivo è supportare le PA e gli altri soggetti interessati nel processo di apertura dei dati e favorire l’aumento dell’offerta di dati pubblici preziosi.

Per garantire la creazione di servizi digitali sempre più efficienti, i dati scambiati reciprocamente tra gli enti erogatori di servizi dovranno essere pienamente interoperabili, non solo da un punto di vista tecnico ma anche semantico attraverso il National Data Catalog.

Data Fabric: un approccio agile e sicuro all’integrazione dei dati

Nel panorama del Data Fabric, Appian si distingue per un approccio che privilegia l’agilità e la sicurezza nella gestione dei dati aziendali. La piattaforma Appian Platform consente un accesso unificato a fonti dati eterogenee, superando la necessità di complesse migrazioni grazie a uno strato di astrazione che virtualizza l’accesso e abilita operazioni CRUD in tempo reale.  Questa capacità di integrare sistemi disparati, come CRM ed ERP, rompe i silos informativi fornendo una visione olistica cruciale per le organizzazioni data-driven. A differenza di soluzioni focalizzate principalmente sull’analisi storica, Appian supporta sia dati transazionali che analitici, offrendo una prospettiva completa e aggiornata. La sicurezza è un pilastro fondamentale, con funzionalità come la gestione a livello di riga che garantiscono il controllo degli accessi in linea con le normative.  Inoltre, Appian democratizza l’accesso ai dati, consentendo anche agli utenti di business di effettuare analisi senza la dipendenza da risorse tecniche specializzate. La flessibilità del modello Data Fabric si traduce in una facile adattabilità ai cambiamenti dei requisiti aziendali, mentre la tecnologia di Appian promette una significativa riduzione dei tempi di progettazione e manutenzione dell’integrazione dati, come evidenziato da report di settore. In sintesi, l’approccio di Appian al Data Fabric si configura come una soluzione efficace per orchestrare i dati aziendali, migliorando l’efficienza operativa e supportando decisioni più informate.

Sfide e opportunità per il futuro

Il concetto di data fabric può effettivamente rappresentare una soluzione chiave per la modernizzazione della pubblica amministrazione. Questo approccio si basa sulla creazione di un’infrastruttura dati unificata e interoperabile, che consente di integrare, gestire e analizzare i dati provenienti da diverse fonti.

Le ragioni fin qui esposte, strettamente connesse all’efficienza, alla trasparenza e alla qualità del servizio pubblico, dovrebbero spingere la PA ad adottare il data fabric per migliorare i servizi offerti ai cittadini e promuovere lo sviluppo del Paese.

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