Decreto “Rilancio”: nasce il Fondo per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione

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Una prima dotazione di 50 milioni di euro per il Fondo affidato al ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano. L’obiettivo centrale è aumentare le possibilità di svolgere in via telematica le pratiche della PA

15 Maggio 2020

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Redazione FPA

servizi digitali

Digitalizzare i servizi della Pubblica amministrazione ai cittadini e alle imprese e, in particolare, aumentare la tipologia di pratiche che gli italiani possono svolgere per via telematica, creando servizi semplici e allo stesso tempo tecnologicamente avanzati. Saranno impiegate per questo le risorse assegnate al Fondo per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione previsto all’articolo 230 del decreto “Rilancio”. La prima dotazione prevista è di 50 milioni di euro e le risorse saranno gestite dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano.

Come sottolinea la nota pubblicata sul sito del Ministro, aumentare la domanda di tecnologie innovative da parte della PA significa investire sulla crescita del Paese, perché dovrebbe spingere “aziende, start up e produttori di software (software house) del Paese a creare sistemi sempre più avanzati e progettati per la Pubblica amministrazione riconoscendola come committente del quale vanno soddisfatte le esigenze e non come cliente passivo che assorbe prodotti ritagliati su altre esigenze”.

Una scelta, quindi, strategica non solo per semplificare la burocrazia e migliorare i servizi ai cittadini (aumentando, in particolare, la quantità di servizi ottenibili attraverso la App IO), ma anche per dare una spinta al sistema complessivo di innovazione del Paese e per incentivare il rapporto tra mondo pubblico e privato.

L’intera operazione, inoltre, prosegue la nota del Ministro “interviene su modalità di funzionamento, criteri di organizzazione e distribuzione di energie all’interno di numerosi uffici pubblici. Richiede pertanto interventi complessi, non soltanto tecnologici ma anche formativi, amministrativi, procedurali”. Gli stanziamenti, infatti, potranno essere utilizzati, oltre che per acquisti di software, anche per “sostenere la realizzazione di tutti quei cambiamenti necessari a rendere più agili i rapporti tra cittadini e macchina pubblica”. In primo piano, quindi, anche un investimento sulle competenze dei dipendenti della PA, necessario per accompagnare gli enti verso nuove tipologie e modalità di lavoro.

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