Ecco cosa dice il Rapporto OCSE – Government at a Glance 2013
C’è stato un gran parlare nei giorni scorsi dei dati pubblicati dall’OCSE. L’Italia infatti non fa una bella figura, spesso agli ultimi posti in classifica, denuncia un forte ritardo soprattutto in materia di eGov e stipendi da urlo per i dirigenti pubblici. Ecco la notizia. In questa sede proveremo a dare una panoramica più ampia, illustrando i diversi ambiti che compongono la ricerca e a rapportare la posizione del nostro Paese rispetto alla media europea. Ne usciamo puliti? No, ma proviamo ad andare oltre la notizia.
20 Novembre 2013
Eleonora Bove
C’è stato un gran parlare nei giorni scorsi dei dati pubblicati dall’OCSE. L’Italia infatti non fa una bella figura, spesso agli ultimi posti in classifica, denuncia un forte ritardo soprattutto in materia di eGov e stipendi da urlo per i dirigenti pubblici. Ecco la notizia. In questa sede proveremo a dare una panoramica più ampia, illustrando i diversi ambiti che compongono la ricerca e a rapportare la posizione del nostro Paese rispetto alla media europea. Ne usciamo puliti? No, ma proviamo ad andare oltre la notizia.
Sapevate che l’Italia si inserisce in quel terzo degli Stati OCSE con il più alto livello di comunicazione delle attività per tutti i rami di Governo? E che gli appalti pubblici rappresentano poco più del 21% della spesa pubblica? La seconda quota più bassa nell’Organizzazione, che segna una media del 29%. Con un cruscotto di 50 indicatori, che riguardano l’intera catena di produzione di beni e servizi (entrate, processi, uscite e risultati) e aree chiave della gestione pubblica e di governance (strategie ICT, Egov, open governance, trasparenza, servizi pubblici, bilancio), il rapporto dell’OCSE – Government at a Glance 2013 contribuisce all’analisi e alla comparazione internazionale delle prestazioni nel settore pubblico. Il documento di analisi individua i settori in cui efficacia e l’efficienza possono essere migliorate, nel pieno rispetto degli obiettivi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico[i].
Strategic Governance
Trust in government
A causa delle conseguenze della crisi finanziaria, economica e sociale i Governi pagano un grosso pedaggio. La fiducia nei governi nazionali è scesa dal 45% al 40% in media in tutti gli Stati membri dell’OCSE, il che rende difficile per le autorità nazionali mobilitare il sostegno alle riforme necessarie. La sfiducia riguarda la loro capacità di reagire alla crisi, di adottare le riforme necessarie e rispondere alle esigenze della cittadinanza. Il basso tasso di crescita, la disoccupazione giovanile, l’alto livello del debito pubblico hanno inasprito le disuguaglianze e i cittadini OCSE percepiscono tutto questo come una mancanza di leadership forte e di politiche efficaci. E scende, ma non sorprende, anche in Italia. Se nel 2007 eravamo al 30%, nel 2012 scendiamo al 28%. Uno dei tassi più bassi, visto che dopo di noi troviamo la Grecia e la Corea. Questo dato andrebbe letto anche in relazione ad un’altra rilevazione, quella in merito alla corruzione percepita. Alla domanda se si ritenesse che ci fosse una corruzione diffusa all’interno del Governo, 80% dei cittadini risponde sì.
Public sector efficiency
Secondo il Programma per la valutazione internazionale dell’allievo (PISA), per l’istruzione pubblica siamo quelli che spendono di più, 89.000 dollari per ogni studente dai 6 ai 15 anni contro una media OCSE di 83.500, ma otteniamo di meno in termini sia di punteggio (486 mentre la media è 495) che di qualità dell’istruzione. Pochi punti di differenza che bastano a posizionarci in quello sfoltito gruppo di Paesi con un sistema educativo poco efficiente.
Impact of the tax system and grants on reducing income inequality
In merito all’impatto del sistema fiscale e di contributi per ridurre le disparità di reddito, l’Italia sia allinea alla tendenza generale, riducendo la disuguaglianza. Nell’analisi di utilizza il coefficiente GINI, un indice di concentrazione per misurare la disuguaglianza nella distribuzione del reddito o anche della ricchezza, dove il numero è compreso tra 0 ed 1. Valori bassi del coefficiente indicano una distribuzione abbastanza omogenea, con il valore 0 che corrisponde a un’equa distribuzione. Il coefficiente italiano scende da 0.50 a 0.32 la media OCSE è 0.31.
Fiscal sustainability
I problemi di finanza pubblica restano, nonostante gli sforzi significativi compiuti dai Paesi per ripristinare la salute finanziaria. L’OCSE ha stimato che per ridurre il debito pubblico lordo al 60% del PIL entro il 2030, in media nei paesi membri, è necessario un incremento di circa il 3% del PIL rispetto alla situazione di bilancio nel 2012. Tuttavia per diversi paesi OCSE la situazione è più difficile a causa della crisi, così come a causa dell’aumento della spesa connessa all’invecchiamento. Questo è il caso dell’Italia che ha una crescita molto lenta, pari all’1.8%.
Public Finance and Economics
Nessuna novità in merito al nostro debito pubblico. Questo sfiora il 120% del PIL, rispetto alla media del 79%. Il dato del 2011 è il secondo più alto all’interno della sfera OCSE.
Abbiamo le entrate pubbliche più alte della media (46.2% del PIL contro 41.9%) ma anche le spese più alte, 49.9% del PIL su una media del 45.4%. Il 41% del totale delle spese se ne va in misure di salvaguardia sociale (disoccupazione ecc), più della media OCSE che è circa 35%, ma poco in istruzione (8.5%) e in sviluppo economico (7.1%). Nonostante si registri spesso l’insoddisfazione dei cittadini per i nostri servizi pubblici, siamo tra quelli che spendono di più, il 17.3% della spesa totale contro la media OCSE del 13.6%. Anche per la Sanità spendiamo un po’ di più (14.7%) rispetto alla media (14.5%). A conferma che non è quanto si spende, ma come si spende.
Budget Practices and Procedures
L’Italia è uno di quei (pochi) Paesi che non ha una legislazione ad hoc che regoli entrate e spese relative all’attività finanziaria dello Stato. La legge finanziaria (sostituita nel 2010 dalla Legge di stabilità) è una legge ordinaria, pubblicata regolarmente sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Insieme all’articolo 81 della Costituzione italiana e ai Trattati europei disciplina le regole essenziali del bilancio dello Stato. Gli obiettivi economici di più lungo periodo sono invece definiti dal Governo nel Documento di economia e finanza (DEF), ma non è una legge.
Public Employment and Pay
L’occupazione nel pubblico impiego non si scosta di molto dalla media OCSE; sono gli stipendi dei manager pubblici che schizzano alle stelle. Ecco il dato di cui si è più parlato nei giorni scorsi: 650.000 dollari contro una media di 232.000. Abbiamo però anche gli impiegati più pagati (in questa fascia sono inclusi però tutte le posizioni di affari generali): 56.000 dollari contro la media di 50.000. Una nota del Dipartimento della Funzione Pubblica ha poi precisato:"Nel calcolo dei valori, oltre alla retribuzione lorda del dirigente, sono stati inclusi inoltre i contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro, che sono molto più alti in Italia rispetto a tutti gli altri paesi considerati, su percentuali vicine al 40%", aggiunge il ministero, spiegando che i dati, relativi al 2011, non tengono conto del conto del "drastico intervento legislativo fatto successivamente".
Women in Government
Le disparità di genere sono diffuse. Nonostante in molti abbiano preso una serie di misure per garantire pari opportunità di accesso a determinate cariche, nonché misure che assicurino una migliore equilibrio tra tempo lavorativo e vita familiare, i dati mostrano che le donne occupano più del 50% (in taluni casi, quasi il 90%) delle posizioni di segreteria, ma sono molto meno presenti nei posti di alto livello. Secondo il rapporto OCSE, una misura volta a correggere tali disparità è ad esempio il gender responsive budgeting (GRB), che inserisce una prospettiva di genere in tutte le fasi di bilancio, evitando "la spesa di genere cieco" e individuando il genere sproporzionato. Tuttavia, meno della metà dei paesi OCSE hanno istituito il GRB.
In Italia le donne occupano solo il 40% dei quadri e il 29% delle posizioni di top management. E per quanto riguarda il Governo? Meno di due donne su dieci al Governo nel 2012, contro una media OCSE che per poco non arriva 3 su 10.
Public procurement
Con i dati sugli appalti pubblici abbiamo aperto questo articolo. In questo spazio si precisa che i paesi stanno utilizzando gli appalti pubblici in modo più strategico. Molti paesi OCSE stanno usando strumenti di appalto innovativi per realizzare economie di scala (94% ad esempio utilizza accordi quadro), ristrutturare e consolidare le loro funzioni di acquisto e adottano ICT nel processo di approvvigionamento (97% usano sistema nazionale di e-procurement per le gare d’appalto). Inoltre, molti membri dell’OCSE utilizzano le gare di appalto anche per soddisfare obiettivi quali l’innovazione, la crescita sostenibile (73% promuove gli appalti verdi), le PMI (70%) e la parità di accesso alle opportunità economiche. L’Italia in merito all’utilizzo di strumenti innovativi e presentazioni elettronica delle offerte raccoglie un dato positivo. Manca ancora però un sistema di fatturazione elettronica.
Open and Inclusive Government
L’Open Government Data (OGD) sta guadagnando importanza come strumento di governance. Il 56% dei paesi OCSE ha una strategia nazionale per la fornitura di OGD per i cittadini; il 12% indica l’esistenza di strategie riconducili ai singoli Ministeri e il 28% dichiara invece una strategia sia nazionale che locale. Le priorità strategiche dell’OGD includono la trasparenza, l’aumento di volume per le imprese del settore privato e la creazione di nuove. Nonostante sia ben compreso il potenziale di questo strumento, il suo impatto sul coinvolgimento dei cittadini nei dibattiti pubblici e nel processo decisionale non compare tra le prime priorità. La comunicazione, da parte dei decisori, dell’interesse privato continua ad essere uno strumento essenziale per la gestione dei conflitti di interesse. Quasi tutti i Paesi richiedono ai decisori di rendere pubbliche le loro attività e le fonti di reddito. E l’Italia in questo non ha nulla da farsi insegnare: il nostro Paese ha uno dei più alti livelli di comunicazione e di disponibilità delle informazioni dell’OCSE.
Serving Citizens: quality of public services
E’ qui che troviamo le percentuali che hanno colto l’attenzione della nostra stampa: soltanto il 19% degli italiani utilizza Internet per dialogare con le istituzioni e utilizzare i servizi amministrativi, contro una media Ocse del 50%. Superano invece il 40% i Paesi guida dell’Unione Europea: la Francia in testa con il 61%, segue Germania (51%), Spagna (45%), Gran Bretagna (45%). In merito ai servizi pubblici, i cittadini dell’Ocse si dimostrano soddisfatti nonostante decresca la fiducia nel Governo. Per esempio, in media il 72% ha riferito di aver fiducia nella loro forza di polizia locale. Quasi la stessa percentuale si considera soddisfatta dell’assistenza sanitaria, mentre il 66% del sistema scolastico. Questi dati non risultano variati da prima e dopo la crisi finanziaria. In Italia il trend si conferma, anzi in alcuni casi la fiducia è anche superiore, come ad esempio per la polizia locale (76%). E’ purtroppo il sistema giudiziario a registrare livelli molto bassi: 38% contro la media OCSE del 51%.
Conclusioni su una panoramica internazionale:
I Paesi hanno adottato nuove pratiche di bilancio e sviluppato una nuova governance. I cambiamenti nel quadro della governance economica globale hanno reso necessario un cambio di rotta, in quanto i meccanismi esistenti si sono rivelati inefficaci per mantenere la disciplina fiscale. Il 97% dei Paesi OCSE ha attualmente una disciplina fiscale ed è aumentato anche il numero medio delle leggi in materia per Paese. Tra il 2009 e il 2013, otto paesi hanno istituito delle Independent Fiscal Institutions per promuovere la disciplina fiscale, promuovere l’informazione in materia e garantire che le risorse siano allocate dove saranno più alti gli utili.
Livelli occupazionali pubblici tendono a rimanere stabili nel lungo periodo. Nelle amministrazioni pubbliche l’occupazione è rimasta relativamente invariata tra il 2001 e il 2011, a poco meno del 16% del totale della forza lavoro. Questa cifra è relativamente piccola rispetto alla media di spesa a Paese, che rappresentava il 45,4% del PIL nel 2011, mostrando l’importante ruolo di outsourcing. Nonostante il fatto che molti paesi OCSE, tra cui l’Italia, abbiano annunciato il blocco delle assunzioni e di riduzione di personale, come parte dei loro piani di consolidamento fiscale, significative riduzioni di pubblico impiego sono difficili da sostenere nel lungo periodo.
I Governi dei paesi OCSE sono sempre più preoccupati di assicurare beni e servizi pubblici di qualità ad una vasta gamma di cittadini. In molti infatti stanno introducendo standard di prestazione e di erogazione dei servizi, e meccanismi di misurazione e di integrazione dei feedback ricevuti dai cittadini.
Un nuovo approccio alla governance pubblica è necessario: una svolta politica più verde e inclusiva che imbocchi la strada della crescita. I Governi si dovrebbero dotare di una visione strategica, istituzioni forti, strumenti efficaci, processi e strumenti di misurazione se si vogliono incontrare le aspettative dei cittadini, con le poche risorse a disposizione.
[i] L’OCSE o anche Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) è un’organizzazione internazionale di studi economici. Nasce dalla positiva collaborazione, nella gestione degli aiuti del Piano Marshall, tra l’OECE – Organizzazione europea di cooperazione economica, gli USA e il Canada, che firmano la Convezione OCSE entrata ufficialmente in vigore il 30 settembre 1960. In un protocollo aggiuntivo il 14 dicembre 1960 la Commissione europea prende parte ai lavori. L’OCSE svolge prevalentemente un ruolo di assemblea consultiva che consente un’occasione di confronto delle esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l’identificazione di pratiche commerciali ed il coordinamento delle politiche locali ed internazionali. 34 gli Stati membri: Austria; Belgio; Danimarca; Francia; Grecia; Irlanda; Islanda, Italia; Lussemburgo; Norvegia; Paesi Bassi; Portogallo; Regno Unito; Svezia; Svizzera; Turchia; Germania; Spagna; Canada; Stati Uniti; Giappone; Finlandia; Australia, Nuova Zelanda; Messico; Rep. Ceca; Corea del Sud; Polonia; Ungheria; Slovacchia; Cile; Estonia; Israele; Slovenia.