L’interoperabilità, la sicurezza e l’intelligenza artificiale sono le colonne portanti della trasformazione digitale della pubblica amministrazione italiana. Fabio Meloni, CEO di Deda Next, illustra come il completamento degli obiettivi del PNRR entro il 2025 rappresenti un punto di svolta per la modernizzazione della PA, con una visione strategica che punta su un’infrastruttura cloud interoperabile e servizi centrati sul cittadino. Tra le priorità emergono il miglioramento della user experience, l’intelligenza artificiale e l’adozione di approcci di sicurezza
11 Dicembre 2024
Redazione FPA
Il processo di trasformazione digitale della pubblica amministrazione, trainato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha raggiunto un punto fondamentale. Ne abbiamo parlato con Fabio Meloni, CEO di Deda Next, che a distanza di un anno dall’ultima intervista rilasciata ai microfoni di FPA, ha delineato i progressi e le prospettive future, sottolineando in particolare l’importanza di interoperabilità, user experience e sicurezza nell’ecosistema digitale della PA. Il 2025 rappresenta per molte amministrazioni l’anno del completamento degli obiettivi del PNRR, ma anche il momento per immaginare il ‘dopo’, con una visione strategica che valorizzi un’infrastruttura cloud solida e interoperabile.
La modernizzazione della PA non si limita infatti a migliorare i processi esistenti, ma implica una profonda revisione del modo in cui vengono erogati i servizi ai cittadini. Secondo Meloni, dobbiamo ripensare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, mettendo al centro l’utente finale e semplificando ogni interazione. Questo approccio richiede una transizione culturale oltre che tecnologica, ponendo l’accento sulla capacità della PA di adattarsi alle nuove esigenze della società. La pubblica amministrazione deve inoltre diventare più agile e reattiva, sfruttando le tecnologie digitali per accelerare i processi e ridurre i tempi di attesa per i cittadini.
Interoperabilità e user experience: un sistema connesso e centrato sui cittadini
L’interoperabilità emerge come elemento chiave per valorizzare i dati della PA e fornire servizi sempre più efficaci ai cittadini. Disegnando il profilo di una pubblica amministrazione che semplifica la vita degli utenti, indipendentemente dalla loro localizzazione, Meloni ha spiegato:
“Ciò di cui abbiamo bisogno è un’amministrazione che lavori in modalità push. I cittadini sono abituati ad andare da uno sportello all’altro, da un ufficio all’altro o anche a switchare da una piattaforma digitale all’altra. In una logica push, invece, è il servizio digitale che va verso il cittadino fornendo già le informazioni necessarie nel momento in cui ne ha bisogno”.
L’adozione di standard comuni è essenziale per garantire una comunicazione fluida tra i vari sistemi della PA, evitando frammentazioni e inefficienze. Il cittadino è il cuore della trasformazione digitale: la user experience deve essere semplice e accessibile, progettata per coinvolgere anche chi non ha grande dimestichezza con la tecnologia. Attraverso un design centrato sull’utente, i servizi digitali diventano strumenti di inclusione e partecipazione attiva. In particolare, Meloni ha sottolineato l’importanza di interfacce intuitive e di percorsi digitali lineari, che riducano al minimo gli ostacoli all’utilizzo.
La centralità della user experience si collega alla necessità di fornire servizi digitali che siano non solo funzionali, ma anche in grado di creare fiducia negli utenti: un design accurato può facilitare l’adozione e la diffusione delle tecnologie digitali e, per raggiungere questo obiettivo, la semplicità di utilizzo deve essere affiancata da un accesso sicuro e da percorsi guidati che aiutino i cittadini a completare le operazioni senza difficoltà.
Intelligenza artificiale e sicurezza: il binomio vincente della nuova PA digitale
Non meno importante è il tema della sicurezza, che deve essere integrata nei servizi digitali senza comprometterne l’usabilità. Meloni ha sottolineato che la sicurezza ispira fiducia nel cittadino, permettendo di utilizzare i servizi digitali con tranquillità. Questo approccio garantisce la protezione dei dati in un contesto in cui la digitalizzazione è sempre più intrecciata con aspetti fondamentali della vita quotidiana. Nel corso dell’intervista è stata richiamata l’attenzione anche sulla necessità di un costante aggiornamento delle misure di sicurezza per far fronte a nuove minacce, garantendo così un ambiente digitale affidabile. Il che è particolarmente rilevante in settori come la sanità.
In questo scenario, l’intelligenza artificiale gioca un ruolo crescente. Descritta da Meloni come un ‘acceleratore’ e non come un silos a sé stante, l’IA può migliorare l’efficienza dei servizi e favorire l’inclusione grazie a interfacce in linguaggio naturale. Tuttavia, è essenziale adottare un approccio responsabile, rispettando rigorosi standard di sicurezza e garantendo un utilizzo etico delle tecnologie. L’intelligenza artificiale offre inoltre nuove opportunità per personalizzare i servizi e rispondere in modo proattivo alle esigenze degli utenti, aprendo la strada a una PA sempre più vicina al cittadino.
Gli obiettivi di Deda Next: innovazione e collaborazione per costruire la PA del domani
Deda Next è impegnata a supportare oltre mille amministrazioni nel completamento degli obiettivi del PNRR, sviluppando al contempo piattaforme as a service per settori, ad esempio, come telemedicina, istruzione e fascicolo sanitario elettronico. Con un laboratorio per la sicurezza by design, realizzato già da un anno in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, e una community di oltre 40.000 iscritti, l’azienda promuove uno scambio continuo di esperienze e best practice per migliorare l’offerta tecnologica.
L’intenzione di Deda Next di integrare innovazione e sostenibilità si riflette anche nella sua attenzione al marketplace ACN come iniziativa che incentiva l’innovazione made in Italy. Sottolineando l’importanza di garantire la sostenibilità delle infrastrutture nel lungo periodo, Meloni ha puntualizzato:
“Con il PNRR stiamo realizzando una nuova architettura di servizi digitali dell’amministrazione, tutti in cloud. Una volta realizzata, grazie ai fondi del PNRR, questa architettura va mantenuta. Chiaramente, se la spesa di manutenzione dei servizi cloud rimane classificata come spesa corrente e non diventa un investimento, c’è il rischio che la manutenzione non possa essere effettuata per mancanza di risorse. A nostro avviso, questo è un rischio che va assolutamente scongiurato”.
Deda Next considera la formazione continua come un pilastro fondamentale per garantire che le amministrazioni possano sfruttare al massimo le tecnologie digitali. L’azienda mira a rafforzare il ruolo della PA come motore di sviluppo economico, stimolando la creazione di ecosistemi digitali che favoriscano la collaborazione tra pubblico e privato. Attraverso progetti di aggiornamento e condivisione di best practice, si propone di creare una rete di conoscenze condivise che possano sostenere la modernizzazione della PA a lungo termine. Questo approccio permette di diffondere competenze digitali tra i funzionari pubblici, creando un circolo virtuoso di innovazione e sviluppo.
Conclusioni e prospettive
La trasformazione digitale della PA non è solo una questione tecnologica, ma un percorso di crescita culturale e organizzativa. La visione di Deda Next combina interoperabilità, sicurezza e intelligenza artificiale, mettendo al centro il cittadino e i suoi bisogni. Con una strategia orientata al futuro, il panorama della pubblica amministrazione italiana si prepara a una nuova era di innovazione e sostenibilità. Espandendo continuamente i confini delle tecnologie digitali, Deda Next guarda già oltre il 2025, immaginando un futuro in cui la pubblica amministrazione diventi un modello di efficienza e partecipazione. Grazie a una pianificazione strategica e a partnership solide, l’azienda si impegna ad assicurare che la trasformazione digitale porti benefici concreti e duraturi per tutti i cittadini, attraverso un approccio che non solo consolidi il ruolo della PA nel sistema economico nazionale, ma che possa concretizzare anche un ambiente più inclusivo e accessibile per tutti.