Ripensare le città digitali: un tavolo di lavoro partecipato

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Does She Love You, He Said, It's Complicated I Answered Back

by Thomas Hawk

In diverse occasioni abbiamo messo in evidenza la necessità di riflettere sulle esperienze e sui risultati del processo di e-governement così come si è configurato negli ultimi dieci anni, convinti che i risultati ottenuti fino ad oggi abbiano portato frutti apprezzabili, ma non all’altezza delle aspettative e alle potenzialità della telematica cittadina. Proprio per questo abbiamo parlato di "prematura fine delle città digitali" intendendo, con questa espressione, la fine di un processo virtuoso in crisi di identità e di prospettive che ha lasciato almeno tre punti irrisolti: abbandono della logica di governance originaria, incompletezza dell’offerta, fallimento dell’offerta.
 

29 Aprile 2008

G

Gianni Dominici

Articolo FPA
Does She Love You, He Said, It's Complicated I Answered Back

by Thomas Hawk

In diverse occasioni abbiamo messo in evidenza la necessità di riflettere sulle esperienze e sui risultati del processo di e-governement così come si è configurato negli ultimi dieci anni, convinti che i risultati ottenuti fino ad oggi abbiano portato frutti apprezzabili, ma non all’altezza delle aspettative e alle potenzialità della telematica cittadina. Proprio per questo abbiamo parlato di "prematura fine delle città digitali" intendendo, con questa espressione, la fine di un processo virtuoso in crisi di identità e di prospettive che ha lasciato almeno tre punti irrisolti: abbandono della logica di governance originaria, incompletezza dell’offerta, fallimento dell’offerta.
 


L’abbandono della logica di governance originaria. La città digitale non può che essere improntata su una logica collaborativa dei diversi attori locali impegnati a definire gli obiettivi per raggiungere una visione condivisa del ruolo della telematica locale. Gran parte delle iniziative, invece, si sono sviluppate come esperienze isolate dei diversi soggetti locali con pochissima propensione alla collaborazione tra attori diversi.

L’incompletezza dell’offerta. Anche dalla prospettiva della logica istituzionale adottata, i cambiamenti e le iniziative si sono limitati ad introdurre nuove modalità (telematiche) per fornire informazioni ai cittadini o per erogare servizi. Pochissimo è stato fatto nel cosiddetto back-office, dove le nuove tecnologie avrebbero potuto portare grandi innovazioni dal punto di vista dell’efficienza e delle prassi burocratiche.

Il fallimento delle politiche di inclusione. I servizi telematici cittadini piuttosto che favorire l’inclusione e la partecipazione tra le diverse categorie sociali e culturali hanno, a conti fatti, aumentato il divario fra queste. Alle povertà ed alle esclusioni materiali si sono aggiunte quelle tra coloro che hanno le possibilità e le capacità di accedere alle informazioni e ai servizi on line e quelli che, invece, sono di fatto esclusi da tali servizi.

Guardare e riflettere sui limiti del passato deve servire per guardare in prospettiva partendo proprio dagli attori che, con diversi ruoli, sono stati i protagonisti di questa prima fase. Per questo motivo nell’ambito del prossimo FORUM PA abbiamo organizzato un incontro di lavoro proprio su questi temi e con questi attori.

La rinascita possibile delle Città Digitali, mercoledì 14 alle ore 10.00.
L’incontro scaturisce da un percorso di riflessione avviato da Cittalia-ANCI  con un panel di esperti lo scorso febbraio e ne rappresenta una tappa importante che FORUM PA e Cittalia-ANCI vogliono condividere con un panel  di amministratori ed esperti più ampio. A questo scopo l’incontro sarà organizzato come un non-convegno utilizzando la Creativity Room appositamente attrezzata a FORUM PA per eventi di natura collaborativa. Una mattinata di lavoro, quindi, per analizzare insieme gli aspetti problematici delle esperienze  fino ad oggi portate avanti e per definire un’agenda comune di impegni da portare avanti.

L’incontro sarà coordinato e  animato dalla società IDEAI  di Barcellona e seguirà il metodo del “Knowledge Safari” che così viene descritto: Nell’età dell’innovazione e dell’accelerazione dei processi sociali, anche il contenuto originario delle parole è sottoposto a cambiamenti di significato o ad integrarsi di nuovi contenuti. Il Safari che proponiamo non è naturalmente il tradizionale percorso di caccia a cui noi stessi riconduciamo il significato di questa parola, dove i partecipanti sono spinti e trovano soddisfazione nella cattura della preda; il safari della conoscenza è anch’esso un percorso a tappe che ha come obiettivo l’elaborazione, lo scambio e la condivisione di idee. Riprendendo il significato originario della parola swahili (safara=viaggiare), il safari della conoscenza è un viaggio con i mezzi della partecipazione per raggiungere la condivisione dei frutti dell’intelligenza collettiva. ll “Knowledge Safari" è un metodo particolarmente stimolante e vivace. La forma interattiva di conversazione dei safari è stata adottata da grandi aziende, governi e comunità in tutto il mondo per animare reti di dialogo collaborativo su problemi e tematiche di particolare interesse in ambito lavorativo, economico, sociale, politico, culturale, etc. 

Trattandosi di una sessione di lavoro l’incontro è a porte chiuse. Coloro che intendono partecipare ai lavori devono proporre la propria candidatura on line (proponi una relazione), mentre altre informazioni sui non-convegni di quest’anno possono essere trovati nella sezione del sito dedicata.

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