Sfruttare le lotterie per tracciare i pagamenti, contro l’evasione: ecco come
14 Dicembre 2015
Valeria Portale e Giovanni Miragliotta, Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano
Una lotta efficace al contante potrebbe portare vantaggi sia economici sia sociali per tutti. Da un lato, permetterebbe di ridurre l’economia sommersa producendo un gettito fiscale stimato in oltre 30 miliardi di euro all’anno da potere investire in servizi, infrastrutture, riduzione della pressione fiscale, dall’altro toglierebbe linfa alla criminalità, soprattutto quella micro, che vive di contante e rende più insicuro il nostro vivere quotidiano. In Italia è stato fatto ancora poco in questa direzione.
Nonostante l’innalzamento della soglia del contante previsto nella legge di stabilità dai 1.000 € attuali ai 3.000€ abbia dato un segnale incoerente e quindi fortemente negativo alla lotta all’evasione fiscale e alla tracciabilità dei pagamenti, di recente è stato presentato un emendamento legato alla legge cosiddetta “obbligo POS” entrata in vigore l’1 luglio 2014 volto a promuovere l’utilizzo dei pagamenti elettronici. L’emendamento prevede quattro variazioni:
- estendere l’obbligo ad accettare non solo le carte di debito, ma anche quelle di credito
- eliminare il tetto di 30 € per obbligo di accettazione di pagamenti elettronici
- introdurre sanzioni per gli esercenti nel caso di mancato adempimento
- ridurre le commissioni per gli esercenti per transazioni inferiori ai 5 €.
Tale emendamento rappresenta un passo nella giusta direzione verso la lotta all’evasione fiscale e alla tracciabilità dei pagamenti, anche se non è sufficiente: ciò che manca è un disegno di ampio respiro, chiaro e continuativo per la lotta al contante composto da più provvedimenti che non coinvolgano solo gli esercenti, ma anche i consumatori attraverso un utilizzo coordinato di strumenti di obbligo, incentivazione e controllo. È necessario, cioè, dare il via ad un profondo cambiamento culturale che non può essere demandato ad un unico provvedimento.
Per questo motivo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano nel 2015 ha avviato un tavolo di lavoro sul tema dell’incentivazione dei pagamenti elettronici con l’obiettivo di studiare, in collaborazione con alcuni attori di questo mercato (BPM, Consorzio Bancomat, Bper, Edenred, Ingenico, Intesa Sanpaolo, MasterCard, Sia, UBI Banca) e le associazioni di categoria, quali piani di incentivo potrebbero avere effetti in Italia nel modificare cultura e atteggiamento nei confronti dell’uso del contante piuttosto che nel generare risultati temporanei.
L’analisi che si concluderà il 18 febbraio 2016 in occasione del Convegno di presentazione dei risultati della ricerca, ha già prodotto i primi risultati: ha studiato i piani sviluppati in altri Paesi che hanno portato a risultati ragguardevoli alla lotta all’economia sommersa. In particolare sono stati analizzati Colombia, Uruguay, Corea del Sud, Portogallo, Paesi Bassi e Svezia. In generale, gli approcci che sembrano aver generato gli effetti più positivi sono quelli che hanno agito sia sul fronte degli esercenti sia su quello dei consumatori, combinando in modo continuativo nel tempo più azioni. Le iniziative che agevolano i consumatori sono raggruppate in tre macro cluster: le iniziative più ludiche come le lotterie per avvicinare tutti i cittadini ai pagamenti elettronici, gli sconti sugli acquisti in negozio (sconto sull’IVA) per un ritorno immediato per il consumatore che utilizza le carte di pagamento e infine le detrazioni fiscali per consentire ai cittadini che pagano con carta di pagare meno tasse.
Particolarmente interessante è il meccanismo delle lotterie per incentivare la tracciabilità degli acquisti sia con contanti sia con pagamenti elettronici. I primi esperimenti si sono fatti a Taiwan negli anni ’70, quando il governo ha messo in palio premi per numeri vincenti stampati direttamente sugli scontrini emessi dagli esercenti. La Slovacchia ha sperimentato una lotteria nel 2013 facendo emergere circa 2 miliardi di gettito euro di IVA evasa. Il modello di Bratislava prevede la registrazione dello scontrino e del cliente via Internet, che parteciperà così alle estrazioni organizzate ogni due settimane dai gestori della lotteria nazionale: primo premio da 10 mila euro e poi 9 altri premi. In Croazia è stato lanciato un programma del tutto analogo. In Portogallo, l’iniziativa “Factura da sorte”, partita a gennaio 2014 è stata poi affiancata a un decreto legislativo attraverso il quale l’Autoridade Tributaria e Aduaneira ha messo a disposizione dei consumatori finali una detrazione del 15% dell’IVA sugli acquisti fino a un massimo di 250 euro. Il risultato è che il gettito dell’IVA è aumentato del 7,89%, con un +45% di fatture emesse da imprese e liberi professionisti, a fronte di un PIL che nel medesimo periodo è cresciuto solo dello 0,8%.
Un altro fronte su cui è possibile lavorare con risultati interessanti sono gli sconti su acquisti con pagamenti elettronici per i consumatori. In Corea del Sud, Colombia e Uruguay sono stati applicati degli sconti sull’IVA al momento del pagamento presso l’esercente per gli utenti che utilizzano una carta di pagamento (sconto che oscilla tra l’1 e il 4% dell’IVA a seconda che si utilizza la carta di debito o di credito).
Infine in Corea del Sud sono state attivate le detrazioni fiscali pari al 20% di spesa effettuata con carta per i cittadini che pagano con carta di credito almeno il 20% del proprio RAL (25% se con carta di debito), per un massimo di circa 2.600$ all’anno.
Difficile o quasi impossibile quantificare gli impatti delle singole iniziative anche perché in tutti i Paesi analizzati sono state adottate azioni concatenate che hanno portato benefici rilevanti nell’insieme. Obiettivo del tavolo di lavoro è capire come declinare queste iniziative nel contesto italiano selezionando un piano di azioni lato consumatori ed esercenti che sia efficace, ossia che coinvolga un ampio numero di cittadini e un elevato numero di transazioni, e persistente, ossia che l’abitudine al pagamento elettronico perduri anche nel momento in cui finisce l’incentivo.