Si dia inizio al web 3.0! Lo dice la Commissione Europea
Lo scorso 29 settembre la Commissione Europea ha pubblicato una comunicazione che delinea quali dovranno essere i principali interventi dell’Europa per far fronte alla prossima ondata della Rivoluzione di Internet, che nei prossimi anni andrà intensificandosi con l’evolversi di strumenti e applicazioni come quelle del social networking, con il passaggio massiccio ai servizi aziendali on-line, la nomadizzazione dei servizi basati sul GPS e la TV mobile e la maggior diffusione delle etichette intelligenti.
3 Ottobre 2008
Lo scorso 29 settembre la Commissione Europea ha pubblicato una comunicazione che delinea quali dovranno essere i principali interventi dell’Europa per far fronte alla prossima ondata della Rivoluzione di Internet, che nei prossimi anni andrà intensificandosi con l’evolversi di strumenti e applicazioni come quelle del social networking, con il passaggio massiccio ai servizi aziendali on-line, la nomadizzazione dei servizi basati sul GPS e la TV mobile e la maggior diffusione delle etichette intelligenti.
"L’Internet del futuro cambierà radicalmente la nostra società," ha dichiarato Viviane Reding, Commissaria per la Società dell’informazione e i media. "Web 3.0 significa potersi dedicare ad attività commerciali, sociali e ricreative in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, senza soluzioni di continuità, grazie a reti veloci, affidabili e sicure. Il Web 3.0 mette fine alla divisione tra linee fisse e mobili e rappresenta un enorme balzo in avanti dell’universo digitale, che da qui al 2015 vedrà decuplicata la sua scala. L’Europa ha le competenze e la capacità di rete necessarie per essere all’avanguardia di questa trasformazione. Dobbiamo far sì che il Web 3.0 sia fatto e utilizzato in Europa".
L’UE – si legge nella comunicazione – dovrebbe incentivare gli investimenti nell’accesso a banda larga della prossima generazione, ad esempio attraverso un maggiore coinvolgimento delle autorità locali che possono agevolare l’accesso alle condutture (o addirittura la posa di nuove condutture) per l’installazione di cavi a fibre ottiche più veloci nel corso delle opere civili, garantire la concorrenza nel settore, evitare indebite restrizioni alla possibilità di scelta offerta ai consumatori, salvaguardare la fiducia dei consumatori nell’uso di Internet e finanziare la ricerca sui servizi Internet di domani.
Le indicazioni sono accompagnare da una serie di dati che mostrano come l’Europa si trovi in ottima posizione per sfruttare tutte queste evoluzioni, grazie alle politiche a favore della liberalizzazione e della concorrenza nelle reti di telecomunicazione e a quelle in materia di riservatezza dei dati e di sicurezza.
Gli utenti europei hanno accesso a servizi Internet sempre più rapidi e vantaggiosi: alla fine del 2007 la metà di essi aveva accesso ad una banda larga di oltre 2 megabit per secondo (MBps), cioè il doppio della velocità dell’anno precedente, con la possibilità di accedere a servizi televisivi via Internet. La banda larga copre ormai il 70% della popolazione rurale dei 27 Stati membri dell’UE, percentuale che si avvicina a quella relativa alla copertura totale (93%). Lo scorso anno, la copertura della banda larga nelle zone rurali dell’UE-25 è aumentata di 8 punti percentuale.
Questo significa che si sta già preparando una nuova generazione di Internet, con evidenti potenzialità per l’economia europea. Nel 2007 un quarto degli europei usava siti web 2.0 e ora stanno prendendo piede le applicazioni aziendali basate sulle reti sociali. Infine, tra il 2006 e il 2011 si prevede un aumento anche per il software aziendale basato su Internet (+ 15% a livello mondiale).
Le nuove applicazioni tecnologiche richiederanno che Internet sia disponibile ovunque. Il concetto di "Internet degli oggetti" si riferisce al collegamento senza fili di macchine, veicoli, dispositivi, sensori e molti altri oggetti attraverso Internet. Già adesso è possibile utilizzare biglietti elettronici per viaggi e spostamenti e in futuro i dispositivi mobili potranno scambiarsi informazioni per i pagamenti o per ottenere informazioni. Entro il 2015 oltre un miliardo di telefoni dovrebbe essere dotato di questa tecnologia.
Alle imprese dell’UE si aprono ampie prospettive purché si investa a sufficienza nell’accesso a banda larga ad alta velocità e si sostenga la ricerca e l’innovazione.
All’interno della comunicazione, infine, si trova anche un nuovo indice di analisi della banda larga: l’indice di prestazione (BPI) che mette a confronto le prestazioni dei vari Stati riguardo ad aspetti fondamentali quali la velocità della banda larga, il prezzo, la concorrenza e la copertura del servizio. Secondo questo indice, che integra quello più tradizionale di penetrazione finora utilizzato dai regolatori nel settore delle telecomunicazioni, l’UE si trova già in una posizione ottimale per sfruttare tutte queste opportunità offerte dalla banda larga, perché dispone di un ambiente aperto e concorrenziale per gli investimenti. In particolare la Svezia e i Paesi Bassi figurano ai primi due posti della classifica sulla banda larga in Europa perché dispongono di un ambiente favorevole alla concorrenza e i cittadini e le imprese hanno le competenze per utilizzare i servizi avanzati.
Al contrario, una scarsa concorrenza può frenare gli investimenti nel settore delle tecnologie avanzate e mantenere i prezzi elevati. Altri ostacoli di rilievo ad ulteriori sviluppi in questo campo sono fattori sociali quali la mancanza di competenze digitali, una scarsa diffusione dei computer e stanziamenti insufficienti per le ICT.