Siav digitalizza la cultura musicale racchiusa nel Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli
Siav ha realizzato oltre 1.500.000 immagini digitali delle opere custodite nella Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella. Un patrimonio culturale di grandissimo valore, costituito da manoscritti, stampe rare, libretti d’opera e partiture musicali, molte delle quali autografe. La digitalizzazione permette di accedere più facilmente a opere preziose conservate in archivi storici e musei, senza il rischio di danneggiarle.
7 Febbraio 2008
Siav ha realizzato oltre 1.500.000 immagini digitali delle opere custodite nella Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella. Un patrimonio culturale di grandissimo valore, costituito da manoscritti, stampe rare, libretti d’opera e partiture musicali, molte delle quali autografe. La digitalizzazione permette di accedere più facilmente a opere preziose conservate in archivi storici e musei, senza il rischio di danneggiarle.
"L’obiettivo di Siav è promuovere i Beni culturali favorendo la conoscenza di tesori della cultura italiana, che altrimenti rimarrebbero "nascosti" ai cittadini", dice Alfieri Voltan presidente di Siav.
Il Conservatorio di San Pietro a Majella
<![endif]–>Il Conservatorio di San Pietro a Majella trae le sue origini nei quattro Orfanotrofi sorti nel Cinquecento nelle zone più povere di Napoli, che si trasformarono poi in vere e proprie scuole musicali, per soddisfare le sempre maggiori richieste di cantanti virtuosi nei melodrammi. La musica divenne così uno dei mestieri più redditizi e gli orfanotrofi si trasformarono in luoghi in cui si conservava la musica: i Conservatori.
Il Conservatorio di San Pietro a Majella oggi è anche sede di una importantissima Biblioteca, dove si conservano autografi, manoscritti e stampe rare relative, in particolare, alla musica del Settecento napoletano: gli autografi di Alessandro e Domenico Scarlatti, di Pergolesi,
Paisiello, Cimarosa, Rossini, Bellini, Donizetti, il Quartetto di Giuseppe Verdi, i manoscritti, spesso nell’inconfondibile stile di celebri copisti, le stampe rare di raffinata fattura, la raccolta di libretti. Tutto questo – e tanto altro ancora – si presenta agli occhi di chi entra nelle splendide sale della Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella, un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo attraverso alcuni fra i più affascinanti capitoli della storia della musica.
7.000 opere da digitalizzare
Lo storico patrimonio musicale della Biblioteca del Conservatorio la rende una delle più importanti biblioteche musicali del mondo, una fonte unica e insostituibile per lo studio della storia musicale napoletana, e italiana in generale, dal Seicento ai giorni nostri.
L’opera di digitalizzazione realizzata da Siav ha interessato ad oggi circa 7.000 opere tra autografi, manoscritti ed edizioni a stampa (sono oltre 20.000 i manoscritti custoditi nella biblioteca) scelti tra i più significativi e preziosi, in primo luogo la grande maggioranza dei manoscritti autografi: si spazia dalla scuola napoletana del Settecento – tra i più rappresentati Pergolesi, Piccinni, Paisiello, Cimarosa – fino a tutto l’Ottocento, con importanti presenze di Rossini, Bellini, Donizetti.
Il progetto è stato eseguito con l’ausilio delle più recenti e sofisticate tecnologie di ripresa digitale, garantendo una elevata qualità delle immagini digitalizzate e una particolare attenzione alla cura dell’integrità dei documenti originali.
Per garantire la qualità del progetto, tutte le attività connesse al suo svolgimento sono state eseguite da professionisti specializzati nei vari settori interessati.
Le stesse immagini sono fruibili ad alta risoluzione presso la Biblioteca del Conservatorio. Per questo è stato predisposto un sistema di consultazione basato sulla piattaforma di sviluppo di archivi digitali "Galileo".
L’obiettivo principale del progetto è la salvaguardia del vasto patrimonio della Biblioteca e l’incremento delle opportunità di accesso ai contenuti di questo patrimonio.
Gli elementi del progetto
- Digitalizzazione – Le immagini digitali sono state prodotte in un formato master per la conservazione fuori linea, in un formato compresso ad alta definizione per la consultazione in rete locale e in un formato compresso "leggero" per la consultazione in rete WEB. La digitalizzazione è stata effettuata secondo i più rigorosi criteri di qualità e sicurezza.
- Metadati – L’associazione delle riproduzioni digitali ai dati catalografici delle opere e la produzione di metadati secondo lo schemaMAG definito dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico, costituiscono l’elemento di congiunzione tra i dati già disponibili in indice e le immagini digitalizzate. Questi dati così strutturati sono alla base del sistema di comunicazione di teche digitali condivise.
- Galileo – Tutti i dati e le immagini ad alta definizione sono conservati e fruibili presso il Conservatorio, tramite un archivio digitale basato sulla piattaforma Galileo di Siav. Questo archivio consente la consultazione e l’amministrazione della riproduzione di dati e immagini.
- Server Farm – Presso il Conservatorio è stata predisposta l’infrastruttura hardware e software per la gestione della notevole mole di immagini e dati prodotti. Questa dotazione prevede anche la dotazione tecnologica necessaria alla connessione in rete geografica per la fruizione via WEB.
- WEB – L’intero archivio è predisposto per la pubblicazione dei propri contenuti digitali tramite il portale "Internet Culturale" della Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali del MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali). La collaborazione con questo portale della cultura integra il progetto con altri della stessa natura contribuendo ad ampliare l’offerta di contenuti digitali a disposizione degli studiosi di tutto il mondo.