Bruxelles: la Commissione europea propone un Centro per la lotta alla criminalità informatica

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Arriva dalla Commissione europea la proposta di istituire un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica al fine di proteggere i cittadini e le imprese dell’Unione dalle attività illegali online. Il Centro – che dovrebbe diventare operativo nel gennaio del prossimo anno – verrà istituito presso Europol, l’Ufficio europeo di polizia con sede all’Aia, nei Paesi Bassi.

4 Aprile 2012

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Redazione FORUM PA

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Arriva dalla Commissione europea la proposta di istituire un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica al fine di proteggere i cittadini e le imprese dell’Unione dalle attività illegali online. Il Centro – che dovrebbe diventare operativo nel gennaio del prossimo anno – verrà istituito presso Europol, l’Ufficio europeo di polizia con sede all’Aia, nei Paesi Bassi.

La Commissione europea ha proposto il 28 marzo scorso di istituire un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica al fine di proteggere i cittadini e le imprese europee dalle crescenti minacce legate alle attività illegali online. I dati infatti sono allarmanti: secondo le stime ogni giorno nel mondo oltre un milione di persone sono vittime della criminalità informatica, mentre gli ingenti profitti illeciti generati ed i costi potrebbero raggiungere i 388 miliardi di dollari.
Il Centro sarà istituito presso Europol, l’Ufficio europeo di polizia con sede all’Aia, nei Paesi Bassi e dovrebbe diventare operativo nel gennaio del prossimo anno. Si concentrerà sulle attività illegali online svolte da gruppi della criminalità organizzata, in particolare quelle che generano ingenti proventi illeciti, quali le frodi perpetrate online tramite l’abuso di carte di credito e coordinate bancarie. L’attività del Centro verterà anche sul fronte della prevenzione dei reati inerenti alle operazioni di e-banking e alle prenotazioni online, aumentando in tal modo la fiducia dei consumatori nei servizi in rete. Non solo. Si mirerà a proteggere i profili dei social network dalle infiltrazioni criminali, contribuendo a contrastare i furti di identità online, e si tratterà dei reati che causano gravi danni alle vittime, quali lo sfruttamento sessuale dei minori in rete e gli attacchi informatici contro le infrastrutture nevralgiche e i sistemi d’informazione dell’Unione.

“Un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica che diventerà un nodo di cooperazione per la difesa di uno spazio virtuale libero, aperto e sicuro” – sostiene Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni, sottolineando come, a fronte dell’aumento del tempo trascorso online, la criminalità si adegui e nessuno sia al riparo dai reati informatici. Basti pensare che nel 2011 quasi tre quarti (il 73%) delle famiglie europee aveva accesso a Internet dalla propria abitazione e nel 2010 oltre un terzo dei cittadini dell’UE (il 36%) ha effettuato operazioni bancarie online. L’80% dei giovani europei sono collegati attraverso le reti sociali online e ogni anno vengono scambiati a livello mondiale circa 8.000 miliardi di dollari nel commercio elettronico.
I reati informatici sono pertanto in aumento e i criminali informatici hanno creato un mercato redditizio che ruota attorno alle loro attività illegali, in cui i dati di una carta di credito possono essere acquistati per un solo euro, una carta di credito contraffatta per circa 140 euro e le coordinate bancarie per appena 60 euro.
Non sono risparmiati nemmeno i mezzi di comunicazione sociale: fino a 600.000 account di Facebook sono bloccati ogni giorno a seguito di vari tentativi di accesso abusivo e nel 2009 oltre 6.700.000 computer sono stati infettati da applicazioni maligne.

Pertanto i compiti del Centro saranno molteplici: segnalare agli Stati membri dell’Unione le principali minacce della criminalità informatica, allertandoli sulle rispettive carenze di difesa online; individuare le reti organizzate dei criminali informatici e i più pericolosi autori di reati; fornire sostegno operativo alle indagini, tramite assistenza a fini forensi o della creazione di squadre investigative comuni in materia di criminalità informatica.
Per svolgere questi compiti e assistere più efficacemente inquirenti, magistrati e giudici degli Stati membri, il Centro raccoglierà informazioni provenienti da molteplici fonti: open source, industria privata, organismi di polizia e circoli accademici. Questo consentirà al nuovo Centro di fungere da  piattaforma comune, diventando un partner naturale di organismi internazionali e di più ampie iniziative in materia di criminalità informatica.

Fonte: Unione Europea

 

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