IA e data analytics: le applicazioni negli enti della difesa e della sicurezza italiana sono human-centric

Home PA Digitale Sicurezza Digitale IA e data analytics: le applicazioni negli enti della difesa e della sicurezza italiana sono human-centric

L’acquisizione e la valorizzazione di grandi moli di dati per l’operatività interna ed esterna è una delle esigenze fondamentali degli enti della difesa e della sicurezza nazionali. Nel corso di FORUM PA Sicurezza sono stati illustrati esempi di digitalizzazione che usano le tecnologie più avanzate per migliorare la gestione del personale, l’esperienza dell’utente e l’efficacia delle operations. Lo sviluppo di nuove competenze e la centralità della persona restano i capisaldi dell’implementazione dell’IA. Focus sulla sessione di lavoro “IA e data analytics”, realizzata in collaborazione con Oracle

29 Novembre 2024

L

Patrizia Licata

Giornalista

FORUM PA Sicurezza (Roma, 19 novembre 2024). Foto di Rachele Maria Curti per FPA

La trasformazione digitale degli enti pubblici sta interessando anche le amministrazioni del comparto della difesa militare e civile, della sicurezza, del soccorso pubblico e della legalità – anzi, il loro ammodernamento tecnologico e organizzativo gioca un ruolo importante nello sviluppo e nella messa in sicurezza di tutto il sistema Paese. Molte applicazioni sono basate su intelligenza artificiale e data analytics, perché, come accade per le aziende private, anche gli enti pubblici si trovano di fronte alla necessità di gestire moli enormi di dati digitali e trasformarli in conoscenza di valore per le loro attività interne ed esterne. Se ne è parlato durante la sessione “Applicazioni di IA e Data analytics: casi concreti nel campo della difesa e della sicurezza” nell’ambito di FORUM PA Sicurezza, la nuova Manifestazione di FPA dedicata all’innovazione delle amministrazioni del comparto.

Un caso concreto è quello di Persomil, Direzione generale per il personale militare del Ministero della Difesa: la base della digitalizzazione dell’ente sono i dati o, meglio, la banca dati unica su cui si fondano i servizi già realizzati (come il portale delle istanze online e i procedimenti digitali per i rapporti di impiego) e quelli in via di realizzazione (come il portale dei concorsi online). Il database permette anche di costruire le applicazioni IA. Inoltre, Persomil è il primo ente che sta conducendo un progetto sperimentale avviato dalla Difesa che prevede la graduale implementazione di modelli di IA Generativa, prima acquistando servizi da fornitori esterni (“buy”) e poi gestendo le soluzioni completamente all’interno (“build”).

“Abbiamo proceduto analizzando le nostre esigenze e come la Gen AI e il machine learning potevano rispondere a tali esigenze”, ha spiegato Giovanni Muscarà,Capo Servizio del Servizio digitalizzazione procedimenti e studi organizzativi di Persomil. “Per esempio, avevamo la necessità di ridurre le attività ridondanti e liberare le persone per attività più creative e l’IA risponde a questa esigenza occupandosi efficacemente di compiti come lo smistamento della posta e il controllo di gestione o della base documentale per il contenzioso. Un’altra applicazione rilevante riguarda le analisi predittive, come quelle sulle tendenze future del reclutamento. C’è anche il supporto al processo decisionale, ma l’intervento umano resta fondamentale”.

AI e Data Science per il personale della difesa e sicurezza: esempi concreti

Gli enti della difesa e della sicurezza si stanno trasformando digitalmente in base ai principi digital-first, once-only, interoperabilità “by design” e adozione responsabile dell’intelligenza artificiale, in linea con il quadro normativo di riferimento europeo e italiano, tra cui le Linee guida AgID, il Piano Triennale AgID e il CAD. In questo percorso i fornitori privati sono un alleato indispensabile per portare tecnologia e aiutare a sviluppare innovazione anche nella gestione del personale e nella sicurezza.

“Per raggiungere i propri obiettivi strategici, gli enti della sicurezza e della difesa hanno bisogno di innovazione continua e accesso alle nuove tecnologie, tra cui IA, machine learning e big data, cyber-sicurezza e cyber-difesa avanzate, insieme a servizi aziendali di back office moderni per garantire un supporto agile all’operatività dei processi, nonché capacità di attrarre, trattenere e sviluppare la prossima generazione di forza lavoro. Sono tutti ambiti in cui Oracle può aiutare le PA a fare innovazione”, ha affermato Michele Schettini, Cloud Applications Sales Manager, Central Government, di Oracle, azienda che annovera tra i clienti delle sue applicazioni 24 Paesi Nato e 11 dei più grandi Ministeri della Difesa mondiali.

Oracle propone agli enti della difesa e della sicurezza un approccio basato su alcuni principi-cardine. Sull’IA, per esempio, l’azienda usa la RAG (Retrieval-Augmented Generation), integrata ad esempio nel proprio Database 23ai Vector Search, per addestrare i modelli con i dati interni del cliente a tutela della privacy e sicurezza, ma anche per assicurare un contesto più rilevante alle attività di analytics. Inoltre, l’IA è “embedded”, ovvero incorporata direttamente nelle applicazioni SaaS di Oracle. Le organizzazioni sono quindi supportate nella valorizzazione dei dati con le piattaforme Oracle, tra cui le infrastrutture cloud, di cui – ha ricordato Schettini, “siamo tra i maggiori provider al mondo e tra i primi per capillarità geografica delle nostre cloud region, che coprono anche le esigenze di sovranità digitale dei vari Paesi”.

Schettini ha poi illustrato alcuni casi d’uso realizzati con le tecnologie applicative Oracle nel comparto della Difesa e Sicurezza. In particolare, ha parlato di un’Amministrazione pubblica che opera nell’ambito della Sicurezza Interna in Italia, e che ha implementato una piattaforma unica per la digitalizzazione e centralizzazione dei processi di gestione di tutto il proprio personale civile.  Attraverso la soluzione Oracle Cloud HCM, l’Amministrazione rilascerà il fascicolo digitale del dipendente e gestirà i processi relativi alla mobilità interna beneficiando, senza costi aggiuntivi, delle funzionalità di AI nativamente integrate nella soluzione. Questo consentirà anche di effettuare – tra gli altri – compiti come la mappatura delle competenze e l’analisi degli skill gap; inoltre grazie alla GenAI potrà, in ambito di mobilità interna, generare descrizioni delle posizioni e suggerire competenze.

Cloud, Big data e digital twin: le tecnologie avanzate negli enti della sicurezza

Tra gli enti italiani che usano già l’intelligenza artificiale c’è il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (CNVVF), dove l’IA viene impiegata sotto forma di assistente virtuale che crea contenuti per l’utente, elaborando le informazioni in linguaggio naturale, in modo da migliorare il servizio erogato a imprese e cittadini. La computer vision, invece, è parte di una sperimentazione che mira a creare modelli di realtà virtuale arricchiti di oggetti virtuali in grado di interagire con l’utente per supportare le attività di soccorso nonché di formazione del personale dei Vigili del Fuoco. L’IA Generativa viene, a sua volta, impiegata per efficientare i processi interni dell’organizzazione, per esempio generando documenti, report e analisi avanzate ed elaborando grandi quantità di informazioni attingendo dalle banche dai del CNVVF. “Stiamo valutando gli esiti delle sperimentazioni e consolidando una politica di adozione dei sistemi di IA per poi procedere con una strategia di adozione adeguata”, ha affermato Davide Pozzi, Direzione centrale innovazione tecnologica Corpo Nazionale Vigili del Fuoco – Ufficio per il monitoraggio e lo sviluppo tecnologico.

Nell’IA bisogna mantenere la centralità dell’intervento umano

Anche il CNA (Centro Nazionale Amministrativo) dei Carabinieri sta applicando l’intelligenza artificiale: Vincenzo Daniele Cunsolo, Direttore del Polo di Telematica, Centro Nazionale Amministrativo, Comando Generale – Arma dei Carabinieri, ha ricordato che l’IA offre grandi opportunità di automazione dei processi ripetitivi, riduzione dei costi, miglioramento dell’efficienza operativa, della correttezza dei controlli e anche dell’esperienza dell’utente, che ottiene risposte più rapide e chiare alle richieste. Il CNA ha realizzato, in particolare, il prodotto PI-Assistant, implementato sul cruscotto amministrativo del personale. “L’IA apporta vantaggi, ma non dobbiamo trascurare i rischi”, ha sottolineato Cunsolo. “La nostra strategia prevede un’analisi preventiva dei processi, l’attuazione di sperimentazioni pilota, implementazioni progressive e la formazione del personale all’utilizzo delle nuove tecnologie. L’essere umano è sempre al centro”. Infatti, se da un lato l’IA aumenta la correttezza delle attività di controllo e sicurezza, dall’altro potrebbe comportare una perdita di controllo sui dati, rischi per la privacy e la sostenibilità delle infrastrutture, sovraccaricate di richieste di calcolo. Inoltre, l’uso dell’IA richiede la formazione di nuove competenze da parte del personale. “Ma soprattutto – chiosa Schettini di Oracle – occorre mantenere un equilibrio tra uso della tecnologia e intervento umano, perché “applicare l’automazione non significa dare totale autonomia decisionale all’IA. Inoltre, l’impiego di questa tecnologia deve avvenire sempre nel rispetto dell’etica”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Su questo argomento

Deepfake, cosa sono e perché la PA deve alzare la soglia di attenzione