Strategia italiana per l’intelligenza artificiale: le sei azioni chiave per la PA
Nel marzo scorso era uscito un Executive Summary, dai giorni scorsi è online anche il testo integrale della “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026”. Il documento, pubblicato dall’AgiD e dal Dipartimento per la trasformazione digitale, è il risultato del lavoro di un Comitato di 14 esperti istituito per supportare il Governo italiano nel percorso di definizione di una normativa nazionale e delle politiche sull’IA. La messa online del documento avviene in un momento particolarmente intenso, vista anche la recente pubblicazione dell’AI Act sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE e l’inizio delle audizioni in Senato sul DDL italiano in materia. Vediamo insieme cosa prevede in particolare la Strategia nella parte dedicata alla PA
26 Luglio 2024
Michela Stentella
Direttrice testata www.forumpa.it
È un documento tutto sommato agile quello che contiene la “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026”: 38 pagine elaborate da un Comitato di 14 esperti[1] nominati da Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, con l’obiettivo di supportare il Governo italiano nel percorso di definizione di una normativa nazionale e delle politiche sull’IA, in modo da massimizzare i benefici e minimizzare i potenziali effetti avversi. Già nel marzo scorso era stato pubblicato l’Executive Summary della Strategia, ora AgiD e Dipartimento per la trasformazione digitale hanno messo a disposizione di tutti il documento integrale, consultabile e scaricabile online.
Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale: il contesto
La pubblicazione della Strategia italiana per l’intelligenza artificiale, che aggiorna quella 2022-2024, avviene in un momento particolarmente intenso sul tema della regolamentazione dell’IA, vista la recente pubblicazione dell’AI Act sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e l’inizio delle audizioni in Commissione presso il Senato del disegno di legge sull’intelligenza artificiale. La Strategia però non detta norme – sembra superfluo, ma è bene ricordarlo – ma come detto vuole offrire una cornice all’interno della quale elaborare i passi da fare, da qui al 2026, per favorire e sostenere uno sviluppo dell’IA che sia sicuro, responsabile e inclusivo. Aggettivi centrali fin da sempre nel dibattito sull’IA, che non può naturalmente prescindere dai temi etici: a FORUM PA ne parlavamo con Padre Paolo Benanti già nel 2018 e nel 2019.
Da allora sembra passata un’era geologica, da tema per addetti ai lavori l’IA è diventato un tema mainstream favorito soprattutto dalla diffusione dell’IA generativa. Ma proprio perché l’adozione dell’IA sta già impattando (e promette di farlo sempre di più) su tutti gli aspetti della nostra vita, è diventata ancora più centrale la riflessione sul rapporto tra uomo e macchina. Anche il G7 a presidenza italiana ha messo al centro questi temi: al Forum intergovernativo che si è tenuto dal 13 al 15 giugno scorsi a a Borgo Egnazia (Fasano, provincia di Brindisi), con la partecipazione eccezionale di Papa Francesco, l’Intelligenza artificiale è stata al centro sia della sessione Outreach, a cui hanno preso parte diversi leader e rappresentanti di organizzazioni internazionali, che dell’Apulia G7 Leaders’ Communiqué, il Comunicato politico dei Capi di Stato e di Governo del Gruppo dei 7 – Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America – e dell’Unione Europea, che ha ribadito la necessità di un approccio antropocentrico e di un impiego consapevole dell’IA. L’IA è insomma un grande motore per il progresso economico e tecnologico, ma deve anche essere un motore di benessere collettivo, questa è anche una delle premesse della Strategia italiana.
La Strategia italiana per l’intelligenza artificiale e il focus sulla PA
Cosa contiene, quindi, questo documento? Prima di tutto un’analisi del contesto globale e del posizionamento italiano, poi una disamina delle azioni considerate strategiche per le quattro macroaree in cui si articola il documento e che sono: Ricerca, Pubblica Amministrazione, Imprese e Formazione. Naturalmente le quattro aree non sono dei silos, ma sono strettamente legate tra loro, anche rispetto alle azioni da introdurre, molte delle quali di natura trasversale. Inoltre, viene ricordata in diversi passaggi la necessità di promuovere lo scambio di conoscenze e competenze tra il mondo accademico, delle imprese e della PA.
Vogliamo però soffermarci in particolare sulla parte dedicata alla “Strategia per la Pubblica Amministrazione”, evidenziando i punti centrali e rimandando al documento integrale per gli altri passaggi. Tra l’altro, tra le priorità trasversali e abilitanti, necessarie per “creare un contesto favorevole per valorizzare il potenziale in termini di generazione di valore dell’IA”, la Strategia cita proprio l’efficientamento dei servizi della Pubblica Amministrazione grazie all’introduzione di soluzioni di IA, insieme alla promozione di una formazione che punti all’eccellenza, sulla crescita di talenti in possesso di competenze coerenti con lo scenario emergente.
Obiettivi per la PA
Supportare i processi amministrativi e favorire la fruizione dei servizi: questi i due obiettivi evidenziati nella Strategia italiana per l’intelligenza artificiale per la PA. Da un lato, quindi, l’impiego di tecnologie IA potrà aumentare l’efficienza delle amministrazioni e ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche, dall’altro potranno favorire la fruizione dei servizi da parte di cittadini e imprese e l’interazione di questi soggetti con le amministrazioni sia centrali che locali. Si evidenzia come “l’impiego di IA nella Pubblica Amministrazione è una delle principiali direttrici di innovazione per costruire una radicalmente nuova immagine dei servizi al cittadino, più efficace e di più immediata fruibilità” ma anche le ricadute che queste azioni potranno avere in termini di competitività.
Nella Strategia si legge in sintesi:
“L’Italia dovrà rendere più efficienti i propri processi amministrativi e migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini attraverso l’impiego di tecnologie di Intelligenza Artificiale. Le Pubbliche Amministrazioni dovranno essere guidate nell’acquisizione di sistemi di IA e nella progettazione di nuove applicazioni specifiche per le proprie esigenze, attraverso percorsi di accompagnamento che sappiano prendere atto dell’attuale carenza di competenze professionali dedicate.
Le tecnologie dovranno essere dispiegate identificando domini di particolare rilievo, nell’ottica di automatizzare ed efficientare i processi, di supportare la pianificazione strategica e la gestione delle risorse pubbliche, di fornire supporti a livello decisionale, e di garantire la realizzazione di infrastrutture informatiche sicure che siano sviluppate da soggetti altamente qualificati e affidabili, anche attraverso piattaforme nazionali che assicurino la massima robustezza e efficienza delle tecnologie impiegate.
Tali presupposti essenziali dovranno comportare l’acquisizione di figure altamente specializzate e adeguatamente retribuite con una specifica responsabilità per ciascuna amministrazione. Altresì fondamentale sarà la formazione e la stesura di policy per il personale. In questo contesto, la realizzazione di servizi al cittadino che favoriscano la partecipazione e il coinvolgimento, garantendo la privacy e la trasparenza dei processi, sarà un obiettivo prioritario da perseguire con progetti pilota su larga scala.
In particolare, l’Italia dovrà saper garantire la neutralità tecnologica di software e piattaforme, evitando che il cittadino sia costretto a usare applicazioni proprietarie per accedere ai servizi”.
Non dimentichiamo poi che anche il Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026 contiene un capitolo dedicato espressamente all’intelligenza artificiale nella PA e fornisce indicazioni operative per l’adozione di questi strumenti, mettendo a disposizione esempi, best practice e un vero e proprio decalogo. Il Piano evidenzia tre aree prioritarie di intervento – l’automatizzazione di compiti ripetitivi, il miglioramento delle capacità predittive per la presa di decisioni basate sui dati e il supporto alla personalizzazione dei servizi pubblici – strettamente connessi ai contenuti della Strategia. Il collegamento tra quest’ultima ed il Piano triennale è inoltre evidente nella sezione dedicata alle azioni strategiche per la PA, alcune delle quali sono strettamente connesse alle linee di intervento esplicitamente previste dal Piano 2024-2026.
Azioni strategiche per la PA
Nella Strategia italiana per l’intelligenza artificiale sono elencate e illustrate sei azioni chiave per la PA, di cui riportiamo alcuni brevi passaggi presi dal documento:
- Elaborazione di Linee guida per promuovere l’adozione dell’IA nella PA
che evidenzino le potenzialità e l’utilizzo delle piattaforme di IA anche attraverso case study specifici sull’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, promuovendo, nel contempo, la conoscenza di “best practices”. Si evidenzia come “tali linee guida inquadreranno le diverse applicazioni in classi omogene, caratterizzandone gli standard minimi funzionali e i requisiti di interoperabilità, garantendo pertanto la possibilità di dispiegare soluzioni e applicazioni di IA che collochino ciascun cittadino italiano in una relazione con il proprio ente locale del tutto simile a quello di altri cittadini in altre città e regioni del territorio nazionale”. - Elaborazione di Linee guida per il procurement nella PA perorientare le amministrazioni verso attività di procurement di soluzioni – nell’ambito di gare d’appalto o di specifici accordi quadro – che sappiano non solo ben rispondere a specifiche esigenze funzionali, ma garantire adeguati livelli di sicurezza oltre ad essere pienamente aderenti alle previsioni regolamentari in materia e alle generali linee guida sull’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione.
- Elaborazione di Linee guida per la realizzazione di applicazioni di IA nella PA perchéla Pubblica Amministrazione non solo dovrà acquisire competenze nel procurement di soluzioni già disponibili sul mercato, ma dovrà anche saper maturare competenze e attivarsi concretamente per sviluppare proprie soluzioni.
- Semplificazione per cittadini e imprese per cui molteplici investimenti dovranno essere veicolati nelle attività di progettazione e realizzazione di strumenti e metodologie di interazione che possano consentire di agevolare il cittadino nella fruizione dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione, utilizzando tecnologie come deep learning e Multimodal Foundation Models, e garantendo l’affidabilità dei sistemi attraverso specifici assessment.
- Efficientamento della Pubblica Amministrazione per cui si dovrannodefinire iniziative per lo sviluppo e/o l’adozione di sistemi di IA che migliorino i processi interni della PA, come la verifica della conformità degli atti amministrativi e la digitalizzazione automatica dei documenti, partendo dalla mappatura dei sistemi già realizzati e dei relativi servizi offerti…Tutti i sistemi dovranno comunque avere un respiro nazionale e definire una infrastruttura e una operatività concretamente attiva su tutto il territorio.
- IA nelle scuole per la Pubblica Amministrazione. Sarà necessario promuovere specifici percorsi di upskilling e formazione avanzata che consentano di ampliare le competenze e le conoscenze del personale attualmente in servizio, istituendo un Dipartimento dedicato all’IA nella Scuola Nazionale dell’Amministrazione e prevedendo corsi post-laurea di eccellenza.
Come evidenziato nel paragrafo precedente, alcune di queste azioni chiave si collegano direttamente a quanto stabilito dal Piano triennale 2024-2026. In particolare, le prime tre azioni inerenti all’elaborazione di Linee guida in materia di adozione, procurement e realizzazione di applicazioni richiamano espressamente l’obiettivo “Aumento della consapevolezza della PA nell’adozione delle tecnologie di intelligenza artificiale” individuato dal Piano di AGID, e in particolare alcuni “risultati attesi” (RA) previsti già entro la fine del 2024, termine stabilito per l’emanazione delle tre Linee guida (RA5.4.1, RA5.4.2, RA5.4.3).
Prossimi passi
La Strategia non indica scadenze precise per le diverse azioni, ma evidenzia come le azioni rivolte alla Pubblica Amministrazione (come quelle per le Imprese) dovranno essere “orientate a fornire risposte dirette e immediate alle pressanti esigenze di innovazione, prediligendo soluzioni di IA sviluppabili in un’ottica di breve periodo”.
Anche in questo caso, non dimentichiamo però il collegamento con il Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026: oltre all’emanazione, entro il 2024, delle tre Linee guida prima citate AGID ha anche posto una serie di target e scadenze per il prossimo triennio:
- entro il 2025, almeno 150 progetti di innovazione mediante IA nelle amministrazioni, cifra che si prevede di aumentare sino a 400 progetti entro il 2026;
- almeno 100 iniziative di acquisizione di servizi di IA nel 2025, da innalzare a 300 iniziative entro il 2026;
- almeno 50 progetti di sviluppo di soluzioni IA nel 2025 e almeno 100 progetti nel 2026.
A queste si aggiungono poi, sempre nell’arco temporale 2024-2026, la realizzazione di applicazioni di IA a valenza nazionale e lo sviluppo di basi di dati nazionali strategiche che fungano da base di conoscenza condivisa per l’adozione dell’IA.
Per concludere, la Strategia contiene una parte dedicata al monitoraggio delle azioni e una che si sofferma sugli organi regolatori. Ma non dimentichiamo che su diversi aspetti si è nel frattempo andati avanti con il testo del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, che tra le altre misure dispone l’affidamento all’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) del compito di garantire l’applicazione e l’attuazione della normativa nazionale e dell’Unione europea in materia di AI.
[1] Il Comitato di esperti, coordinato da Gianluigi Greco, professore di informatica all’Università della Calabria e presidente di AIxIA, ha visto la partecipazione di Viviana Acquaviva, astrofisica e docente al Physics Department del Cuny Nyc College of Technology e al Cuny Graduate Center; Paolo Benanti, consigliere di Papa Francesco sull’IA e professore alla Pontificia Università Gregoriana; Guido Boella, Vice Rettore vicario dell’Università di Torino; Marco Camisani Calzolari, divulgatore scientifico; Virginio Cantoni, professore emerito presso l’Università di Pavia; Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR; Rita Cucchiara, docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; Agostino La Bella, professore ordinario di Ingegneria economico-gestionale presso l’Università di Roma Tor Vergata; Silvestro Micera, docente presso Ecole polytechnique fédérale de Lausanne; Giuliano Noci, professore di Strategia e Marketing al Politecnico di Milano; Edoardo Carlo Raffiotta, professore di Diritto costituzionale all’Università di Milano Bicocca e avvocato; Ranieri Razzante, professore di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio presso l’Università di Bologna e Docente di Tecniche e regole della cybersecurity presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa; Antonio Teti, professore dell’Università G. d’Annunzio di Chieti e Pescara e Responsabile del Settore Sistemi Informativi di Ateneo, Innovazione Tecnologica e Sicurezza Informatica. Il Comitato ha beneficiato del supporto di una Segreteria Tecnica istituita presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che ha affiancato il Comitato nell’organizzazione delle attività e nella stesura dei documenti