Trasformazione digitale: strumenti e risorse ci sono, non sprechiamo questa occasione. Lo Scenario di FORUM PA Restart Italia con la Ministra Paola Pisano
Le premesse per avviare un vero percorso di trasformazione digitale nel Paese ci sono, le risorse anche. È il momento di mettere in rete tutti i soggetti pubblici e privati per raggiungere gli obiettivi che la stessa Europa ci chiede con insistenza di realizzare. È il momento di fare squadra, di giocare una partita comune. Questo il messaggio che è emerso dal convegno di Scenario sulla trasformazione digitale nella giornata conclusiva di “FORUM PA 2020 Restart Italia”, che ha visto la presenza della Ministra per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano
6 Novembre 2020
Michela Stentella
Content Manager FPA
In questo periodo di grandi stravolgimenti, che ha messo davanti agli occhi di tutti l’importanza del digitale per la prosecuzione dei servizi essenziali, è necessario fare un ulteriore salto culturale, prendere consapevolezza delle opportunità che il digitale offre per la ripresa e lo sviluppo del Paese, guardare oltre questa emergenza per proseguire i percorsi avviati e lavorare su quegli aspetti che ancora generano gap che non possiamo più permetterci (come la carenza di infrastrutture di rete adeguate o le scarse competenze digitali). Le premesse ci sono, le risorse anche. È il momento di mettere finalmente in rete tutti i soggetti pubblici e privati per raggiungere gli obiettivi che la stessa Europa ci chiede con insistenza di realizzare. Questo il messaggio che è emerso, nella giornata conclusiva di “FORUM PA 2020 Restart Italia”, dal convegno di Scenario “La trasformazione digitale come architrave della strategia per la ripresa”, moderato da Gianni Dominici, Direttore generale di FPA, e che ha visto la presenza della Ministra per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano.
“È in atto una rivoluzione e le rivoluzioni hanno il loro corso e i loro tempi – ha esordito la Ministra Pisano –. Dobbiamo scegliere se osservare questa rivoluzione e subirla, oppure riuscire a capirla e guidarla. È questo che vogliamo provare a fare: indirizzare nella PA la trasformazione tecnologica e digitale”. Per farlo, ha ricordato la Ministra, dobbiamo puntare su alcuni grandi progetti strategici, su cui sono stati fatti negli ultimi mesi grandi passi avanti: identità digitale, pagamenti digitali e una applicazione unica per accedere a tutti i servizi della PA.
“Crediamo che la base di qualunque trasformazione digitale sia l’identità digitale – ha sottolineato infatti la Ministra – servono credenziali forti perché il cittadino possa accedere ai suoi dati e a tutti i servizi digitali in modo certo e sicuro. L’identità digitale sgrava anche la PA di operatività e diminuisce i costi per gestire le credenziali di accesso. Centrale poi la app IO, secondo il principio per cui sono i servizi che devono raggiungere il cittadino e non viceversa”. La Ministra ha anche ricordato l’iniziativa Cashback, che partirà il 1° dicembre, per incentivare l’utilizzo dei pagamenti digitali, grazie a un sistema che prevede la restituzione di una percentuale di quanto speso nell’arco di un anno utilizzando la moneta elettronica. Tutte queste iniziative sono state poi illustrate nell’intervento di Giuseppe Virgone, Amministratore Unico di PagoPA che ha detto: “Qualunque iniziativa di digitalizzazione la PA porti avanti deve tenere sempre in primo piano le esigenze del cittadino. Costruire una filiera di servizi che sia a misura di cittadino è l’obiettivo di tutti i progetti in carico a PagoPA”.
Ma servono anche scadenze e tappe certe, ecco perché nel recente “Decreto Semplificazione e innovazione digitale” è stata fissata al 28 febbraio 2021 la data entro cui tutte le amministrazioni dovranno usare SPID (o Carta d’Identità Elettronica) come unica credenziale di accesso ai servizi, utilizzare PagoPA per ricevere i pagamenti dai soggetti esterno e cominciare a migrare i propri servizi all’interno della app IO. Il rispetto di questa scadenza, ha detto la Ministra è “la prima prova che presenteremo in Europa per il Recovery Fund, se il modello operativo regge e le Pa riusciranno a fare questo inizio di trasformazione avremo una carta in più per dire che il piano che stiamo presentando è effettivamente cantierabile, che è quello che l’Europa ci chiede”. “Ovviamente per riuscire ad arrivare a questa scadenza serve la collaborazione di tutti e per questo stiamo lavorando a kit operativi che invieremo agli enti per aiutarli a usare questi nuovi strumenti di digitalizzazione”, ha sottolineato la Ministra, che ha aggiunto: “faremo partire un bando nazionale per erogare risorse ai Comuni. Al momento abbiamo a disposizione circa 50 milioni di euro, una cifra che non è esorbitante ma è un buon inizio per avviare la trasformazione digitale”. Ecco alcuni aspetti centrali per realizzare il percorso di trasformazione digitale della PA: il ruolo di Regioni, aggregazioni di Comuni e operatori tecnologici, insomma di tutti quei soggetti che possono contribuire ad aggregare le amministrazioni e raggiungere più facilmente gli enti territoriali; il cloud; l’interoperabilità; la sicurezza nella gestione dei dati. “Un vero processo e servizio digitale – ha concluso infatti la Ministra – parte dai dati che possiede la PA, la quale crea il servizio e lo eroga al cittadino che ne ha bisogno”.
Lo Scenario ha visto poi il confronto tra un ricco panel di relatori: Andrea Rangone, Presidente Digital360; Francesco Ferri, Presidente Assinter Italia; Marco Bellezza, Amministratore Delegato Infratel; Sebastiano Callari, Assessore al patrimonio, demanio, sistemi informativi e semplificazione Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; Davide Brandini, Head of Public Sector Vodafone Business; Mauro Minenna, Direttore Generale – Aci Informatica; Augusto Davico, Regional Vice President Salesforce; Fabio Renzi, Capo della LoB (Line of Business) Pubblica Amministrazione, Difesa e Agenzie Internazionali – Divisione Cyber Security pressoLeonardo.
La discussione ha preso spunto da alcune sollecitazioni emerse dall’intervista a Barry Lowry, CIO Irish Government, realizzata da Daniela Battisti, Responsabile Relazioni Internazionali per il Dipartimento Trasformazione Digitale.
Commentando l’ultimo “eGovernment Action Plan 2016-2020” Lowry ha sottolineato: “L’aspetto per cui il piano d’azione non è stato all’altezza è stato il concentrarsi moltissimo su quelli che definirei i motori del cambiamento ma non sul cambiamento di per sé. È un insegnamento dal quale trarre spunto per il prossimo piano d’azione: bisognerebbe concentrarsi molto di più sui cittadini europei, comprendere i passaggi che seguono quando utilizzano i servizi di eGovernment e cercare soluzioni sia a livello nazionale che a livello europeo”.
Un esempio pratico? Mettiamo che un italiano volesse andare a lavorare in Irlanda, dice Lowry “dovrebbe essere in grado di organizzare tutto da casa propria prima di partire: l’appartamento da affittare, la scuola da far frequentare ai propri figli, il medico dal quale farsi seguire, conoscere l’area in cui andrà ad abitare, ecc. Poi, dovrebbe poter utilizzare l’identificazione elettronica italiana…Si parla tanto di libera circolazione delle persone, ma la circolazione delle persone, in Europa, è ancora molto limitata e la tecnologia può essere strumentale nella rimozione di tali limitazioni. Sono queste le barriere da abbattere su cui bisognerebbe concentrarsi”.
Lowry poi nel tratteggiare la strategia che l’Italia potrebbe seguire per sviluppare e realizzare un Piano di trasformazione digitale sceglie un esempio “calcistico”: “Quando gioca la Nazionale, l’Italia riesce ad avere una visione, una passione condivisa…Credo che l’Italia debba trarre un insegnamento da tutto questo, imparare che se ha una visione condivisa, allora mettere a punto un piano per realizzare quella visione diventa la parte semplice”.
Infine, il tema dell’utilizzo delle risorse messe a disposizione dall’Europa e l’invito a non disperderle ma ad utilizzarle per alcuni grandi progetti Paese: “Credo che sia molto entusiasmante che almeno il 20% del Fondo per la ripresa e la resilienza andrà al digitale. La cifra che è stata stanziata è di circa 134 miliardi ed è veramente una quantità enorme di denaro. Quello che direi è di non cadere nella trappola di diluire l’efficacia di questo denaro…Vorrei che ci concentrassimo su 3 o 4 progetti davvero importanti in tutta Europa, e facessimo in modo di realizzarli”. Progetti che, una volta realizzati, ci facciano davvero dire che questi Investimenti hanno cambiato la vita di ogni cittadino europeo.
Ecco quindi le componenti essenziali per instaurare un circolo virtuoso, come sottolineato e sintetizzato in chiusura da Andrea Rangone, Presidente Digital360: valorizzare le risorse umane e le competenze, investire in formazione per colmare i gap culturali che ancora portano molte persone a considerare la digitalizzazione come un fattore di esclusione invece che un vantaggio per la propria vita e il proprio business; lavorare per avere una PA più efficiente e digitale e su questo alcuni progetti si stanno finalmente concretizzando; sostenere i processi di innovazione nelle imprese grandi e soprattutto in quelle medio piccole, anche attraverso incentivi di natura fiscale; valorizzare le start up, perché in un’economia matura come la nostra una buona parte della crescita economica è legato alla vitalità delle nuove imprese; potenziare le infrastrutture di telecomunicazione, che sono il sistema nervoso su cui poggia tutto il processo di trasformazione digitale di cui stiamo discutendo.
“Ora che c’è stato questo elettroshock culturale – ha concluso Rangone – ci sono le condizioni giuste per giocare la partita e anche le condizioni finanziarie. Non perdiamo questa opportunità”.