Un laboratorio per progettare l’innovazione
Ne parliamo con
Mario Ancilli – Responsabile del Laboratorio ICT della Regione Piemonte
11 Ottobre 2006
Tommaso Del Lungo
Ne parliamo con
Mario Ancilli – Responsabile del Laboratorio ICT della Regione Piemonte
La prima realizzazione wi-fi della regione e risale al 2002 cosa avete appreso da quella esperienza e a cosa vi ha portato?
Il Laboratorio ICT della Regione Piemonte, di cui sono il responsabile, ha il compito di sperimentare le nuove tecnologie per inserirle nel contesto regionale e condividere queste esperienze con altre pubbliche amministrazioni piemontesi. In questo senso la nostra attenzione per le reti wireless potremmo farla risalire già al 2000 quando non era ancora scoppiato quel "boom" che ha reso questa tecnologia quasi di massa, portando tutte le grandi organizzazioni pubbliche e private ad interessarsene. Tra il 2001 ed il 2006 il Servizio Sistemi Informativi ha avviato una serie di sperimentazioni volte a garantire la mobilità del personale che, partendo da una piccolissima rete che consentiva la connessione di alcuni palmari all’intranet della Regione, sono arrivate fino alla copertura di interi edifici ed al progetto di realizzazione di una WLAN cittadina.
Il test effettuato nel mese di agosto sulla tecnologia Wireless Mesh si inserisce in quest’ultimo progetto?
Sì il test a cui fa riferimento, concluso proprio alla fine dell’estate, aveva l’obiettivo di valutare la corrispondenza di una tecnologia fornita da un nostro partner alle nostre esigenze. Nella fattispecie si è trattato della tecnologia Wireless Mesh di Nortel. Il lato innovativo che volevamo testare di questo tipo di tecnologia è il fatto che grazie all’utilizzo di una doppia frequenza, non è necessario collegare in fibra tutti i punti di diffusione del segnale (gli access point).
Il kit fornito dal nostro partner ci ha permesso di installare due punti mesh, per una copertura interna totale di circa 50/70 metri quadri, corrispondenti più o meno ad un piano dell’edificio in cui è avvenuto il test. Con questa struttura siamo riusciti a coinvolgere fino ad un massimo di sei utenti connessi contemporaneamente, e devo dire che i risultati osservati, sia in termini di architettura che di segnale sono stati più che soddisfacenti.
Ed ora? Quali saranno le prossime tappe del progetto?
La Wireless Mesh non è stata l’unica tecnologia sperimentata e, ad esempio, al momento è ancora in corso la sperimentazione sul Wi-max. Il laboratorio ICT della Regione, infatti, partecipa a numerosi tavoli tecnologici, tecnici ed operativi (il Sistema Informativo Regionale, il progetto Wi-Pie, la Rete Metropolitana Wireless di Torino etc). Solitamente i risultati di tutte le esperienze effettuate vengono posti all’attenzione degli altri partecipanti ai singoli tavoli e, di volta in volta, sulla base dei dati di analisi vengono prese delle decisioni.
In particolare il tavolo di riferimento per questa sperimentazione è stato quello focalizzato sulla Rete Metropolitana di Torino, a cui, oltre al Laboratorio, partecipano il Comune, la Provincia, la Regione, il Politecnico, l’Università e l’azienda del Comune incaricata di seguire i lavori.
L’importanza della nostra partecipazione, come le dicevo, risiede nel fatto che in tutti i vari modelli presentati finora non era mai presa in considerazione la possibilità di utilizzare una doppia frequenza, ma si voleva portare la connessione in fibra fino a tutti i punti di accesso, cioè i pali della luce o i semafori. In questo contesto, secondo noi del laboratorio, potrebbe essere interessante inserire una tecnologia che eviti di portare direttamente la fibra in ogni punto.
Quali sono gli altri progetti su cui è impegnato il Laboratorio?
Attualmente i progetti che stiamo portano avanti sono una quarantina. Alcuni sono iniziative che conduciamo in proprio come Laboratorio ed altre, invece, sono il frutto di una stretta collaborazione con i nostri numerosi partner. Se vogliamo soffermarci sulla parte prettamente tecnologica va senza dubbio segnalata tutta l’attività dell’Osservatorio interno sul mercato delle tecnologie. Lo stesso caso della sperimentazione effettuata con la tecnologie Nortel, ad esempio, si inserisce proprio in questo ambito. Sostanzialmente si tratta di individuare una tecnologia, ormai considerata matura ed affidabile da un produttore, e di testarla, valutando non tanto le validità tecniche e tecnologiche del prodotto, quanto la possibilità che le sue caratteristiche corrispondano alle esigenze dell’amministrazione, aprendo scenari concreti di innovazione.
Quindi non fate ricerca pura?
Tutta la ricerca che noi effettuiamo come Laboratorio è sempre ricerca che potremmo definire "applicata", ma se vogliamo essere più chiari posso dirle che l’attività di questo Osservatorio interno non è assolutamente volta all’individuazione di nuove tecnologie, ma è molto più legata a rapporti di collaborazione con una moltitudine di partner. Per citarle qualche altro progetto oltre a quello della sperimentazione della Wireless Mesh potrei fare riferimento allo studio riguardante l’ipotesi di utilizzare programmi open source di office automation in luogo delle tecnologie proprietarie. Come può immaginare anche qui si tratta, non tanto di partire da zero, o di verificare se OpenOffice (o chi per esso) sia un prodotto valido, ma di giudicare qualitativamente se i nostri operatori, i nostri sistemi ed il nostro modo di lavorare siano compatibili o no con questo tipo di prodotto. In effetti si tratta di un tipo di attività forse più legata agli aspetti organizzativi che a quelli tecnologici.
Tecnologie come quelle sperimentate ad agosto potrebbero essere applicate anche alla problematica del digital divide?
Tutte le tecnologie wireless possono essere, in linea di principio, un ottimo strumento per arginare o addirittura eliminare problemi di questo tipo, ma nella fattispecie la Regione Piemonte si sta già impegnando in questa direzione con una serie di iniziative particolari tra le quali va senz’altro ricordato RUPAR 2 Wi-Pie (Wireless Piemonte).
Come le accennavo prima anche su questo tema la Regione ha predisposto un tavolo di consultazione e confronto in cui si inserisce, in senso ampio, anche il tavolo sulla Rete Metropolitana di Torino.
Nello specifico il Laboratorio è stato interpellato anche sulla tematica del digital divide, ma si tratta comunque di due progetti con due finalità differenti: da una parte Wi-Pie, che si propone la diffusione della banda larga in Piemonte con la realizzazione di una grande dorsale in fibra ottica e la diffusione capillare del segnale attraverso condotte o ponti Wi-max e Wi-fi, e dall’altra la sperimentazione su contesto urbano di particolari tecnologie senza fili che punta non tanto a sopperire alla mancanza di collegamento veloce, quanto a consentire nuove opportunità e servizi, in primo luogo la mobilità.