Un sistema chiamato Piemonte

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Nonostante sia caratterizzato da un’elevatissima frammentazione (950 comuni su 1206, non raggiungono i 3000 abitanti e 1.077 non superano i 5.000), da disomogeneità territoriale, da difformità dei livelli di sviluppo economico e di innovazione, da ampia varietà delle attività economiche, il Piemonte è tra le Regioni italiane che più si sono concentrate sul potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per puntare allo sviluppo integrato del territorio.

24 Ottobre 2007

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Nonostante sia caratterizzato da un’elevatissima frammentazione (950 comuni su 1206, non raggiungono i 3000 abitanti e 1.077 non superano i 5.000), da disomogeneità territoriale, da difformità dei livelli di sviluppo economico e di innovazione, da ampia varietà delle attività economiche, il Piemonte è tra le Regioni italiane che più si sono concentrate sul potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per puntare allo sviluppo integrato del territorio. Il "sistema Piemonte" ha, infatti, da tempo, investito sull’ICT, quale strumento indispensabile per creare nuove occasioni di sviluppo e di crescita del territorio. Per raggiungere questo obiettivo la Regione ha predisposto numerosi strumenti: nel 1996 è stato pubblicato il Piano per la società dell’informazione, nel 1998 è stata resa operativa la RUPAR, nel 2001 è stato definito il primo Piano di e-government piemontese.

Il CSI-Piemonte: un tassello importante del mosaico dell’innovazione

L’importanza riconosciuta al tema dell’ ICT è confermata dalla nascita, avvenuta trent’anni fa, di un attore in grado di assicurare la partecipazione del mondo della ricerca universitaria all’ammodernamento dell’amministrazione locale e realizzare un sistema regionale di elaborazione dei dati. Allora si chiamava Consorzio Piemontese per il trattamento automatico dell’informazione ed aveva il compito di realizzare un sistema regionale di elaborazione dati. Con il tempo, assieme al nome che diventa CSI-Piemonte (Consorzio per il Sistema Informativo) inizia a mutare anche la mission del Consorzio, le cui attività si orientano sempre di più verso lo sviluppo e il coordinamento di progetti per la PA piemontese. Il Consorzio diventa così, negli anni Novanta, la propaggine attuatrice degli indirizzi dell’AIPA (oggi CNIPA) e diviene l’ente gestore della RUPAR, occupandosi dell’interscambio dei dati e dell’integrazione dei sistemi informativi delle diverse amministrazioni.

Le strategie piemontesi contro il digital divide

Tra le strategie adottate dalla Regione Piemonte emerge, dunque, la logica di cooperazione tra i diversi Enti locali coinvolti nella definizione delle politiche per la società dell’informazione ed una particolare e costante attenzione al tema del divario digitale.
Nasce così nel 2002 TOP-IX – TOrino Piemonte Internet eXchange – un consorzio per sviluppare e promuovere progetti di innovazione su servizi e tecnologie e agevolare così l’utilizzo di Internet a banda larga. TOP-IX ha creato e tuttora gestisce il NAP (Neutral Access Point altrimenti denominato Internet Exchange – IX) per lo scambio del traffico Internet in tutta l’area del Nord Ovest. La particolarità di TOP-IX, rispetto alla maggior parte degli altri NAP, è di avere un’architettura fisica distribuita. In Piemonte sono presenti nodi d’accesso all’infrastruttura del consorzio in tutti i capoluoghi di provincia e il backbone raggiunge anche la Valle d’Aosta e la città di Milano.
La realizzazione di un sistema di connettività a banda larga, diffuso su tutto il territorio, è stata la ragione fondante del progetto Wi-Pie promosso e sostenuto dalla Regione e gestito dal CSI per stimolare l’interconnessione alla rete Internet del maggior numero possibile di utilizzatori.

Il Riuso e altri progetti di e-gov

Nel 2000 nasce il portale SistemaPiemonte per offrire ai cittadini e alle imprese un punto di accesso
unico, semplice e organizzato per ricercare i servizi e le informazioni della Pubblica Amministrazione piemontese. Ancora una volta si tratta di un modello organizzativo che vede la PA piemontese confrontarsi e collaborare per rispondere in modo veloce ed efficace alle richieste di cittadini ed imprese.
Un ulteriore tassello del mosaico dell’innovazione nella regione viene posto con la costituzione di 8 CST, oggi ALI, strutture territoriali costituite con l’obiettivo di facilitare l’inclusione dei moltissimi piccoli Comuni piemontesi nei processi di innovazione e di diffusione dei servizi di e-government.
Recentemente la regione Piemonte e il CSI hanno sottoscritto una convenzione con la regione Sardegna per il Riuso del sistema informativo dell’agricoltura delle PA regionali e la maggioranza dei comuni piemontesi ha aderito ai due progetti di Riuso SIGMATER Piemonte, per la gestione dei dati catastali e territoriali, e "Comunefacile" per l’erogazione di servizi pubblici online ai cittadini.
Il CSI ha anche realizzato un SovraCup, un Centro di Prenotazione Unico che integra i vari CUP delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere di Torino e ha portato ad una riduzione di oltre il 30% dei tempi di attesa per ricevere prestazioni sanitarie.
Il Consorzio ha anche realizzato una piattaforma tecnologica di e-procurement per l’approvvigionamento di beni e servizi da parte della PA che finora annovera oltre 200 gare realizzate con un ribasso medio di il 30% e un valore delle transazioni operate pari a 71 milioni di euro.

Gli scenari evolutivi

Quello che complessivamente emerge, da questa rapida carrellata su alcune delle principali soluzioni innovative della regione Piemonte è l’importanza di agire in un’ottica di sistema che può essere implementata solo attraverso una sinergia tra le direttrici politiche e le capacità strategiche e operative. Espressione di questo modo di pensare e realizzare l’innovazione in Piemonte è proprio il CSI che, come sostiene Francesco Brizio presidente del Consorzio, "parte dall’idea di svolgere tutte le attività in una logica di armonia tra gli attori, nell’ottica di un sistema Piemonte capace di identificarsi con una pubblica amministrazione che funziona e si coordina al suo interno. Da questo punto di vista l’uniformità dei sistemi informativi diviene un punto di forza. Proprio qualche giorno fa è stato approvato l’accorpamento di alcune aziende sanitarie locali, oggi queste si troveranno ad affrontare un grosso problema perché ognuna avrà un proprio sistema informativo".
Inoltre a chi critica le società in-house, accusandole di alterare il mercato e minare lo sviluppo di una libera concorrenza, Brizio risponde che "il CSI tende a favorire lo sviluppo delle imprese locali, grazie anche al fatto che una quota importante del suo fatturato si riversa sulle imprese private.".
In questo contesto il ruolo del CSI può essere strategico anche per l’integrazione e la messa in condivisione di pratiche e indirizzi strategici con altre realtà regionali, "si sta discutendo – aggiunge Brizio – della possibile integrazione con le regioni del Nord-Ovest, Liguria e Val d’Aosta. Ci sono grandi opportunità anche per "esportare" i nostri progetti all’estero, verso paesi che hanno esperienze di strutture centralizzate e che ora muovono verso il decentramento politico amministrativo. Si tratta di un’opportunità importante per tutto il sistema dell’innovazione tecnologica regionale, aziende comprese".
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