Verso la cloud PA con un modello a “condominio” dei datacenter: il caso Emilia-Romagna
Debutta un modello di business dei Datacenter territoriali unico in Italia. Alza il valore aggiunto che ricade sul territorio, grazie ad una gestione cosiddetta in “condominio” dei datacenter. Il condominio si configura come una forma di partnership pubblico-privato basata su un’armonizzazione delle risorse pubbliche con quelle private
16 Settembre 2016
Antonio Iossa, Lepida spa
Oggi si può sicuramente affermare che la strada verso il Cloud della PA (e i suoi servizi) in Emilia-Romagna è ormai tracciata. Regione Emilia-Romagna, attraverso le proprie strutture interne e la società in house Lepida ha infatti già iniziato il dispiegamento di quattro DataCenter con elevate caratteristiche di performance, sostenibilità e sicurezza. Questo passo rappresenta per gli enti del territorio un’opportunità unica di transizione massiva verso i servizi full-cloud. Parallelamente per Regione Emilia-Romagna è avviato un percorso che intende incrementare l’utilizzo e sviluppo di servizi e soluzioni cloud based che efficentino il funzionamento interno dell’Amministrazione, ottimizzando organizzazione e produttività.
Con il DataCenter di Ravenna già operativo dal mese di novembre 2015, l’offerta di servizi, disponibile tramite LepidaSpa, è ormai consolidata e già ampiamente diffusa sul territorio: housing, hosting e virtualizzazione, servizi avanzati PaaS, data protection, disaster recovery e firewall. Tutti erogati con il più alto grado di flessibilità, in ottica pay-per-use.
L’obiettivo primario dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna è quello di passare in tempi brevi da una situazione frammentata di tante “macchine” e sistemi “polverizzati” fisicamente in casa degli enti, a quella, ottimizzata, di risorse condivise, altamente performanti e messe in sicurezza. Questo anche per permettere, nel prossimo futuro, di fare ulteriori scelte di ottimizzazione, razionalizzazione, concentrazione.
A livello tecnologico, i DataCenter territoriali non sono delle “cattedrali nel deserto”, ma sono un elemento costitutivo ed estensivo della Rete Lepida (la rete in banda Ultra larga degli enti della PA emiliano-romagnola che già oggi collega tutte le sedi delle Pubbliche Amministrazioni, Ospedali, AUSL, Università, ecc…). Sono quindi “nativamente connessi” e “ridondati”, a prova di emergenze di ogni tipo e disastri naturali.
Sono progettati con caratteristiche di alta efficienza energetica (PUE medio a regime di 1,30) grazie all’adozione di soluzioni di avanguardia quali: server room compartimentate ad alta densità, posizionamento di server e storage all’interno delle cage.
Ma l’elemento più peculiare, ed innovativo anche rispetto al panorama nazionale, è senza dubbio il modello di business dei Datacenter territoriali, che alza il valore aggiunto che ricade sul territorio, grazie ad una gestione cosiddetta in “condominio” dei DataCenter. Il condominio si configura come una forma di partnership pubblico-privato basata su un’armonizzazione delle risorse pubbliche con quelle private, che garantisce la sostenibilità del progetto, anche nel lungo periodo, ed un concreto supporto all’innovazione del tessuto produttivo locale. Non ultimo un contenimento delle spese di gestione ed investimento ed un conseguente incremento delle performace.
In pratica, la PA seleziona un partner (unico) a cui “apre” l’infrastruttura offrendogli a costi competitivi l’accesso al sito ed alle facilities. Il privato selezionato tuttavia è a sua volta vincolato a mettere a disposizione di altri privati almeno il 30% delle infrastrutture, garantendo una neutralità di fatto dell’infrastruttura, evitando posizioni dominanti sul mercato e realizzando forti economie di scala.
Dei 4 DataCenter previsti dal piano di Regione Emilia-Romagna, uno è già realizzato (Ravenna) due sono in corso di realizzazione (Parma e Ferrara), ed un quarto è in via di definizione:
Ravenna (già operativo) – Via F. Santi (Zona Bassette)
Parma (in costruzione) – DUC-2 L.go Torello de StradaFerrara (in costruzione) – Via Trenti (ex Macello)