Verso un nuovo modello di comunicazione pubblica: ricondurre le funzioni comunicative all’interno di un ufficio unico
Negli ultimi anni l’accelerazione imposta dal digitale – social network, chat, siti web user-friendly – ha definito i tratti innovativi della nuova comunicazione pubblica. I cambiamenti in atto impongono il superamento delle vecchie divisioni e di una cornice normativa rimasta immutata, quella della legge 150/2000. A FORUM PA 2018 un focus sul tema
20 Giugno 2018
Patrizia Fortunato
Negli ultimi anni l’accelerazione imposta dal digitale – social network, chat, siti web user-friendly – ha definito i tratti innovativi della nuova comunicazione pubblica.
Le pubbliche amministrazioni possono sfruttare appieno le sfida del cambiamento puntando su due fattori essenziali: la crescita delle competenze e l’adozione di un modello organizzativo unico nel quale far confluire nuove e vecchie funzioni (come la consultazione pubblica, l’analisi statistica dei dati, la trasparenza, la valutazione).
Il rapporto tra cittadini e PA passa attraverso un rilancio dell’attività comunicativa e un nuovo design dei servizi pubblici. A FORUM PA 2018, nell’ambito del convegno “La nuova comunicazione pubblica: rivoluzione in corso”, un focus sullo stato dell’arte delle esperienze fatte e sugli impegni per il futuro.
L’urgenza di approdare a una PA digitale, trasparente e open è riscontrabile nel decreto legislativo n. 97 del 2016, il cosiddetto decreto del FOIA italiano, che conferma molte delle norme del decreto 33 del 2013: raccomanda l’uso sistematico e professionale dei social media e riconosce il ruolo del cittadino-valutatore. Sono proprio le richieste dei cittadini a imporre il superamento di una cornice normativa rimasta immutata, quella della legge 150/2000, che ha vissuto in tutti questi anni un lento percorso di attuazione.
Eppure alcune realtà associative hanno mosso i primi passi. PASocial, per esempio, ha proposto lo scorso anno un “Ufficio comunicazione, stampa e servizi al cittadino”, un modello agile applicabile a leggi vigenti, e modulabile sulla struttura di qualsiasi ente e territorio di riferimento. Un’ultima adesione è arrivata dal Comune di Giardini Naxos in Sicilia, che solo di recente ha approvato questo nuovo modello per meglio gestire il rapporto con i cittadini, come ha evidenziato il presidente dell’associazione Francesco Di Costanzo.
Per offrire una comunicazione più rispondente alle modalità dei cittadini di fruizione delle informazioni e allo stesso tempo nel rispetto di vincoli di budget, il Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha avviato prevalentemente sui social, a da novembre 2016 ad oggi, tre campagne di comunicazione istituzionale: 18app, per promuovere tra i diciottenni il bonus cultura; 1522 – numero antiviolenza e stalking, realizzata insieme al Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri; “Elezioni politiche 2018 – Il tuo voto, la tua scelta” per il voto politico del 4 marzo, realizzata insieme al Ministero dell’Interno. A condividerne i risultati, con l’obiettivo di dare alcune indicazioni metodologiche per le amministrazioni, Alessandra De Marco, Direttore dell’Ufficio per le attività di comunicazione istituzionale del Dipartimento.
Marco Bani, Capo della Segreteria Tecnica dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ha posto l’attenzione sul come coinvolgere i cittadini nel sostenere le iniziative di innovazione e risalire nelle classifiche di utilizzo dei servizi digitali (l’edizione 2018 del DESI, Digital Economy and Society Index, vede l’Italia agli ultimi posti nella classifica). L’Agenzia per l’Italia digitale, infatti, ha posto in consultazione pubblica le Linee guida per il design dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione, utilizzando la piattaforma open source Read The Docs, che ospita i documenti pubblicati in Docs Italia (come previsto nel Piano triennale per l’Informatizzazione delle PA e nell’art. 18 del Codice dell’amministrazione digitale) .
Assicurare l’accesso a internet per i pubblici dipendenti e utilizzare i social network per la trasparenza sono indicazioni entrate anche a far parte del 3° Piano d’azione Open Government In Italia (2016 – 2018) .
Costituisce un ottimo supporto per tutti i professionisti della comunicazione, che lavorano all’interno della pubblica amministrazione, anche il progetto Designer Italia, illustrato da Lorenzo Fabbri del Team per la trasformazione digitale: un framework che permette di gestire il design dei servizi pubblici, un kit di regole standard e strumenti operativi contenente web analytics, test usabilità, web toolkit.
Tra le iniziative recenti si ricorda quella della Federazione nazionale della Stampa italiana e dell’Ordine dei Giornalisti che hanno rilanciato le attività e le professionalità comunicative nei quattro contratti del pubblico impiego, firmati tra dicembre e febbraio scorsi: funzioni centrali, funzioni locali, sanità e istruzione e ricerca. Sono stati inseriti in appositi articoli i nuovi profili della comunicazione e dell’informazione, anche se la distinzione è ritenuta dai comunicatori profondamente anacronistica. È stata introdotta per la prima volta la dimensione professionale del giornalismo pubblico che dovrà, naturalmente, diventare unificante delle funzioni comunicative all’interno di un ufficio unico. È stata anche firmata una dichiarazione congiunta tra la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni – Aran – in cui è stato ribadito che le attività relative all’informazione della pubblica amministrazione (come l’adesione alla Casagit, all’Inpgi) devono essere gestite con le associazioni di categoria (sindacato e giornalisti). Un’indicazione già contenuta nella legge 150/2000 e che trova ora attuazione, come ha evidenziarlo Sergio Talamo di Formez PA.
I cambiamenti in atto, dunque, impongono il superamento delle vecchie divisioni, la proposta di un modello organizzativo unico e diffuso e il riconoscimento di un profilo unitario, quello del giornalismo pubblico che ricoprenda tutte le figure tradizionali quanto le nuove (addetto stampa, social media manager, social media strategist e community organizer).
Mettiamo a disposizione la registrazione video e gli atti del convegno per un approfondimento dettagliato sullo scenario emerso e gli ulteriori contributi presentati.