Web, social e chat stanno cambiando enti e aziende pubbliche. Ora serve il salto di qualità

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La nuova comunicazione non è un gioco o un passatempo da smanettoni, ma significa lavoro, opportunità economiche, servizi, innovazione, spinta al cambiamento di enti e aziende pubbliche

19 Dicembre 2017

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Francesco Di Costanzo

Strumenti, tempi, linguaggi, organizzazione, profili professionali, servizi, approccio e rapporto con il cittadino. Enti e aziende pubbliche, ma non solo, stanno vivendo un periodo di grande fermento, una rivoluzione in atto nel campo della comunicazione pubblica. La cosiddetta nuova comunicazione, fatta attraverso l’utilizzo di web, social network e chat, sta cambiando in profondità il settore pubblico e lo sta facendo nonostante la mancanza di una nuova legge (si fa ancora riferimento alla 150 del 2000, ormai superata dagli eventi), di un riconoscimento formale delle nuove professionalità (pensiamo al social media manager, ma sono tantissimi e molto utili alla PA i mestieri del digitale), una ancora presente diffidenza da parte di direttori, dirigenti, funzionari.

Proprio per spingere e accompagnare questo cambiamento nel luglio scorso è nata l’Associazione nazionale PA Social per la nuova comunicazione, prima esperienza del genere a livello italiano e non solo. L’associazione (per chi vuole approfondire c’è il sito web pasocial.info e numerosi account e profili sui principali social network e in chat) parte dall’esperienza del gruppo di lavoro #pasocial (formato nel novembre del 2015 da comunicatori, capo uffici stampa, giornalisti, social media manager del Governo in occasione della prima edizione degli Stati Generali della nuova comunicazione pubblica a Palazzo Chigi), ma ne allarga e rafforza i contributi e gli obiettivi con esperienze e partecipazione da tutto il territorio italiano con Comuni, Regioni, aziende pubbliche, aziende dei social, università, camere di commercio, istituti di ricerca, aziende sanitarie, musei, enti e istituzioni pubbliche di vario genere, testate giornalistiche, imprese ed altre associazioni.

Web, social network e chat hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere, di comunicare, di rapportarci con il settore pubblico e rappresentano la grande occasione per una buona comunicazione pubblica di tornare al centro delle politiche e di offrire un servizio completo, rapido, efficace, con nuovi linguaggi e con soddisfazione per i cittadini. Sono tanti i passaggi che servono, uno su tutti quello culturale: la PA deve stare dove sono i cittadini (su Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, LinkedIn, in chat su WhatsApp, Telegram, Messenger); deve rappresentare un punto di riferimento affidabile e presente anche sui nuovi strumenti di comunicazione. No guru del web, ma punto di riferimento anche su queste piattaforme; deve promuovere un corretto utilizzo del web e dei social combattendo gli ormai sempre più attuali fenomeni delle fake news, delle bufale, della post verità, grazie ad una comunicazione d’utilità e di servizio; deve adeguarsi al mondo che è cambiato riconoscendo e inserendo nuovi profili professionali all’interno di una organizzazione diversa che tenga conto delle straordinarie novità portate dal web e dai social.

È arrivato il momento di una svolta che non può prescindere dall’ingresso e dal riconoscimento di nuove professionalità (su questo sono una grande occasione i concorsi in arrivo e un ricambio generazionale della PA) legate alla comunicazione come il social media manager, il social media strategist, il community organizer, un social media team completo, fino ai tanti mestieri, non solo di comunicazione, legati al digitale (pensiamo alla fondamentale importanza degli open data, della programmazione, dell’analisi dei dati, del visual design, solo per citarne alcuni). Come associazione PA Social abbiamo inoltre proposto un nuovo modello organizzativo e gli abbiamo dato anche un nome: Ufficio comunicazione, stampa e servizi al cittadino. Un ufficio, guidato da un giornalista (il nuovo profilo professionale del giornalista pubblico che tenga conto di tutte le novità portate dalla nuova comunicazione) e che lavori con una logica da redazione unica e diffusa con dentro varie funzioni: comunicazione, informazione, rapporti con il pubblico, rapporti con la stampa, citizen satisfaction, partecipazione, trasparenza, accesso civico, campagne di comunicazione, organizzazione di eventi, comunicazione interna.

Spesso ci dimentichiamo, ed è sempre bene ripeterlo, che la nuova comunicazione non è un gioco o un passatempo da smanettoni, ma significa lavoro, opportunità economiche, servizi, innovazione, spinta al cambiamento di enti e aziende pubbliche. La consapevolezza c’è, l’entusiasmo e la voglia di fare da parte di tantissimi professionisti in tutta Italia anche, le buone pratiche sui social e in chat, anche rispetto ad altri Paesi europei, le abbiamo, manca il passaggio da sana improvvisazione a strutturazione del cambiamento. Su questo c’è molto da lavorare e anche per questo abbiamo deciso di fondare un’associazione dedicata. Consapevoli di non essere soli su questa strada di cambiamento e di crescita della comunicazione del settore pubblico. Fin dalla nascita dell’associazione abbiamo condiviso un percorso con FPA, società da anni impegnata per l’innovazione, che unisce formazione (necessaria e da rendere continua sul tema in enti e aziende pubbliche), divulgazione, confronto, per arrivare insieme a raggiungere risultati e obiettivi comuni di miglioramento e innovazione del settore pubblico.

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