Capacità amministrativa e coesione: il binomio vincente per lo sviluppo dei territori

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L’obiettivo a lungo termine è quello di creare una rete di territori connessi e interdipendenti in cui l’innovazione diventi un motore di crescita anche per quelli più periferici e la coesione territoriale un elemento strategico per la competitività del Paese

1 Aprile 2025

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Alessandra Augusto

Coordinatore servizio XIII, Autorità di Gestione PN CAPCOE 21/27

Foto di Balkouras Nicos su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/man-wearing-black-shirt-and-brown-pants-walking-beside-wall-with-graffiti-8tadBT_8Gag

Questo articolo è tratto dal capitolo “PNRR e Coesione” dell’Annual Report 2024 di FPA (la pubblicazione è disponibile online gratuitamente, previa registrazione)


In che modo l’innovazione e lo sviluppo economico contribuiscono al progresso di un Paese? L’innovazione, intesa come la capacità di sviluppare nuove idee, tecnologie e soluzioni, non è un fenomeno isolato; al contrario, si nutre delle peculiarità locali, delle risorse disponibili e delle dinamiche sociali che caratterizzano ogni territorio. Per tradurre l’innovazione in un progresso reale e duraturo è importante che tutti gli attori del sistema ne siano coinvolti: le Istituzioni devono dimostrare, infatti, la capacità di rispondere prontamente alle sfide emergenti rafforzando, al contempo, le proprie competenze amministrative.

Una buona governance può contribuire a ridurre le disparità

In un contesto come quello italiano, caratterizzato da disuguaglianze storiche tra Regioni più sviluppate (spesso concentrate nel Nord) e quelle meno sviluppate (soprattutto nel Sud), nonché da significativi cambiamenti economici e politici, il rafforzamento della capacità amministrativa è riconosciuto come uno dei fattori chiave per il successo della politica di coesione, una leva che non solo promuove l’innovazione, ma contribuisce anche a ridurre le disparità, favorire la crescita inclusiva e garantire un uso efficace dei fondi europei. Il concetto ha iniziato a prendere forma a partire dagli anni Novanta con l’emergere del New Public Management, un paradigma che ha rivoluzionato la gestione del settore pubblico ponendo l’accento sull’efficienza e adottando pratiche manageriali tipiche del settore privato. Con il tempo l’approccio si è poi evoluto verso un modello di governance più inclusivo e collaborativo caratterizzato da relazioni partenariali.

Ben presto il riconoscimento della capacità amministrativa come pilastro fondamentale per ridurre le disparità economiche e sociali tra le diverse aree dell’UE è un concetto che emerge in vari documenti ufficiali della Commissione europea, in particolare quelli legati alla politica di coesione. Il Regolamento (UE) 2021/1060, che disciplina l’uso dei fondi strutturali europei per il ciclo 2021/2027, sottolinea l’importanza di rafforzare le capacità delle autorità nazionali e regionali per assicurare l’uso efficiente ed efficace dei fondi. L’attenzione si è quindi spostata su iniziative volte a creare reti tra le amministrazioni, favorendo lo scambio di buone pratiche e l’adozione di riforme, con l’obiettivo di promuovere una governance regionale più solida e responsabile.

La visione dell’OCSE

Un contributo interessante sul tema è fornito dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nel Rapporto intitolato Strengthening Governance of EU Funds under Cohesion Policy: Administrative Capacity Building Roadmaps (2020). Il rapporto evidenzia come una burocrazia efficiente e competente sia un fattore determinante per il successo dei programmi finanziati dall’UE, specialmente nelle aree meno sviluppate. Tuttavia, la coesione territoriale non può essere realizzata solo attraverso finanziamenti; è necessaria anche una gestione efficace e coordinata degli interventi.

Le difficoltà storicamente riscontrate nell’utilizzo efficace dei fondi europei sono legate a una combinazione di fattori strutturali, amministrativi e istituzionali. In risposta a queste sfide la Commissione europea ha evidenziato la necessità di modernizzare le Pubbliche Amministrazioni (PA) e rafforzare le competenze delle istituzioni a livello locale e nazionale al fine di aumentare la competitività dei Paesi dell’UE e garantire un utilizzo efficiente, trasparente e mirato dei fondi europei.

Coesione territoriale: quali sfide?

Per garantire una crescita economica inclusiva in tutte le Regioni è necessario migliorare le capacità delle Istituzioni locali nella gestione dei fondi europei. In questo contesto, le sinergie tra gli investimenti in capitale umano e la capacità amministrativa diventano fondamentali: un personale qualificato e preparato è essenziale per utilizzare al meglio le risorse disponibili e implementare politiche efficaci.

Come emerge anche dalla nona Relazione sulla Coesione economica, sociale e territoriale (2024) della Commissione europea, l’Italia ha un bisogno urgente di rafforzare le proprie politiche di coesione per promuovere uno sviluppo territoriale più equilibrato. Le Regioni meridionali, in particolare, continuano a essere penalizzate da carenze infrastrutturali, bassa crescita economica e difficoltà nell’assorbire i fondi europei.

Per affrontare queste sfide diventa fondamentale migliorare la capacità amministrativa e istituzionale così da trasformare le risorse disponibili in interventi concreti e mirati. Il tema della capacità amministrativa è centrale anche nei Country Report della Commissione, dove le PA sono esplicitamente invitate a focalizzarsi sul proprio rafforzamento soprattutto in relazione alle politiche di coesione, per garantire una gestione efficiente delle risorse, promuovere una buona governance, ridurre la complessità burocratica, così da migliorare l’efficacia complessiva degli interventi.

Programmi a confronto

In questo contesto, il “Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020” ha svolto un ruolo fondamentale fornendo strumenti e risorse per migliorare la qualità, l’efficienza e l’efficacia della Pubblica Amministrazione. Il Programma ha contribuito a rafforzare l’efficacia della governance multilivello e a semplificare i processi burocratici focalizzando l’attenzione sul miglioramento delle competenze del personale, su una maggiore collaborazione tra Istituzioni e sull’implementazione di strumenti digitali innovativi per la gestione amministrativa. Con l’avvio del ciclo 2021-2027 gli interventi di capacity building sono stati ulteriormente potenziati dal Programma Nazionale Capacità per la Coesione (PN CapCoe) che rappresenta un’evoluzione naturale del PON Governance e assicura un focus mirato al rafforzamento della capacità amministrativa e istituzionale e delle competenze tecniche e operative delle amministrazioni con un’attenzione particolare al Mezzogiorno.

Un segnale di cambiamento: il concorso per 2.200 funzionari al Sud

Una delle principali azioni del PN CapCoe, fortemente sostenuta dalla Commissione europea e dal Governo italiano, inciderà sicuramente sul rinnovamento della PA e sul rafforzamento della sua capacità amministrativa. Si tratta del concorso nazionale che prevede l’assunzione a tempo indeterminato di 2.200 funzionari destinati alle amministrazioni di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e da inserire presso il Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud. I nuovi assunti, dai diversi profili professionali, saranno dedicati alla gestione della politica di coesione con l’obiettivo di garantire un utilizzo efficiente dei fondi europei.

Il concorso risponde all’esigenza degli enti territoriali del Sud – che ne hanno manifestato l’interesse – di potenziare la loro capacità amministrativa e tecnica, un’azione che ambisce a modernizzare le strutture pubbliche e contribuire alla crescita economica per ridurre i divari territoriali.

A completamento del processo di reclutamento è previsto un percorso di formazione e sviluppo delle competenze che non solo favorirà una preparazione mirata dei nuovi assunti nel settore indicato, ma sarà essenziale per garantire che le risorse assegnate ai territori siano utilizzate in modo efficiente, con una gestione più mirata dei progetti. Si tratta dunque di una straordinaria opportunità per attrarre giovani talenti e valorizzare il capitale umano locale, con ricadute positive sul tessuto economico e sociale.

Inoltre, gli enti che non potranno beneficiare delle nuove assunzioni avranno comunque l’opportunità di aderire ad una specifica azione di rafforzamento, denominata “Centro Servizi”, che mira a supportare l’attuazione dei progetti legati alle politiche di coesione fungendo da punto di raccordo tra la domanda di servizi proveniente dai territori e l’offerta di supporto tecnico-specialistico disponibile.

La realizzazione di queste iniziative avverrà attraverso una forma di finanziamento non collegato ai costi ma legato al raggiungimento di risultati complessivi di miglioramento nella gestione dei fondi UE destinati alla politica di coesione.

Un approccio che incoraggia le amministrazioni a concentrarsi sugli obiettivi finali e sugli impatti delle loro azioni piuttosto che limitarsi a registrare le spese e tende a rafforzare la capacità amministrativa consentendo di investire in progetti che rispondono a specifiche esigenze dei territori.

Uno sguardo rivolto al futuro

La politica di coesione offre all’Italia un’opportunità unica per ridurre le disparità regionali e ripensare al proprio modello di sviluppo. Investire nella capacità amministrativa e creare nuove assunzioni sono passi fondamentali per gestire efficacemente le risorse europee e migliorare la governance. Tuttavia, la sfida non si limita semplicemente ad aumentare le risorse umane e finanziarie. L’obiettivo a lungo termine è infatti quello di creare una rete di territori connessi e interdipendenti in cui l’innovazione diventi un motore di crescita anche per quelli più periferici e la coesione territoriale un elemento strategico per la competitività del Paese.

Il rafforzamento delle Istituzioni e della capacità amministrativa in questa prospettiva diventa parte integrante della politica di coesione al pari degli investimenti in infrastrutture; lo sviluppo del capitale umano e il supporto all’innovazione come pilastro di una politica che diventa ancora più orientata alle performance e alla dimensione territoriale. Il successo di queste iniziative dipenderà dalla capacità di investire in una governance efficace, attuare politiche integrate, trasformare le sfide in opportunità di crescita e innovazione, per un’Italia più coesa e competitiva.

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