DNSH e Climate proofing: da adempimento ad opportunità. Spunti e proposte dal FORUM PA CAMP Campania
Come unire sostenibilità ambientale, sviluppo del territorio e tutela degli investimenti, a fronte di possibili rischi legati ai cambiamenti climatici? Ne abbiamo parlato il 7 marzo scorso a Napoli, in occasione del FORUM PA CAMP Campania, il nostro format di incontro e confronto dedicato agli attori locali dell’innovazione. Abbiamo raccontato l’esperienza della Regione Campania nel definire un modello di governance e strumenti pratici per rendere efficace il procedimento di verifica del principio DNSH e rispetto del Climate Proofing. Un modello virtuoso che potrebbe essere replicabile in altri contesti territoriali
28 Marzo 2025
Michela Stentella
Direttrice testata www.forumpa.it

Nell’ambito del Ciclo di programmazione 2021-2027 le Autorità di Gestione hanno assunto nuovi compiti in materia di verifica climatica, con sforzi ulteriori di natura progettuale, amministrativa e gestionale. Devono ad esempio garantire l’immunizzazione dagli effetti del clima degli investimenti in infrastrutture la cui durata attesa è di almeno cinque anni. È il principio del Climate proofing, disciplinato dalla Comunicazione “Orientamenti tecnici per infrastrutture a prova di clima nel periodo 2021-2027” della Commissione europea: beneficiari e proponenti devono mettere a disposizione uno “studio di valutazione climatica” per attestare non solo la neutralità climatica delle infrastrutture per le quali è richiesto il finanziamento, ma anche la resilienza ai cambiamenti climatici. In pratica, le infrastrutture devono essere progettate in modo tale da non subire l’effetto di eventuali eventi avversi, come inondazioni, terremoti, e così via. Un percorso che va a tutelare non solo i territori e le persone che utilizzano queste infrastrutture, ma anche gli investimenti fatti.
Ma quali strumenti usare per dedurre i potenziali rischi in base agli scenari climatici e progettare le eventuali misure di mitigazione climatica necessarie? La Regione Campania ha sviluppato un modello di governance innovativo applicato ai progetti finanziati dal Programma Regionale FESR 2021-2027. In particolare, l’AdG ha introdotto il climate proofing e la coerenza con il principio DNSH tra i criteri di ammissibilità generale nel processo di selezione delle operazioni finanziate.
L’Autorità di Gestione del PR Campania FESR 2021-2027 ha istituito un apposito Ufficio per la Verifica dei Criteri ambientali e climatici. Nell’ambito del parere DNSH, preventivo alle ammissioni a finanziamento, si identificano le procedure che prevedono realizzazioni infrastrutturali ai sensi degli Orientamenti della Commissione europea e delle “Linee guida sul principio per la verifica climatica dei progetti infrastrutturali in Italia per il periodo 2021-2027”, trasmesse dal DIPCOE. Per tali procedure a beneficiari e progettisti è richiesto uno specifico “studio di valutazione climatica” che evidenzi i rischi in funzione degli scenari climatici futuri e le eventuali misure di adattamento e mitigazione previste. L’Ufficio per la Verifica dei Criteri ambientali e climatici ha elaborato un documento con strumenti tecnici e indirizzi operativi per l’elaborazione dello studio di valutazione climatica e sono state realizzate le mappe comunali con i pericoli climatici significativi per tutti i 550 comuni della Regione Campania a partire dai dati ISPRA disponibili sul portale del Piano Nazionale Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC).
Il modello di governance e gli strumenti messi in campo dalla Regione Campania puntano a declinare come opportunità e non come mero adempimento le prescrizioni in materia ambientale. Un modello virtuoso, potenzialmente replicabile in altre realtà. Anche se ci sono ancora criticità da superare e ulteriori sviluppi possibili.
Ne abbiamo parlato il 7 marzo scorso a Napoli, in occasione del FORUM PA CAMP Campania, il format di incontro e confronto organizzato da FPA e dedicato agli attori locali dell’innovazione. L’incontro ha visto tre tavole rotonde su tre temi: la governance di questo modello regionale; le tecnologie e i dati a supporto; i rapporti con il territorio e con i beneficiari.
È disponibile la registrazione integrale del FORUM PA CAMP.
Mercoledì prossimo, 2 aprile, potrete vedere su queste pagine il video podcast FORUM PA Play dedicato all’evento e all’esperienza della Regione Campania.
I commenti dei partecipanti
A margine del FORUM PA CAMP abbiamo raccolto il commento di alcuni partecipanti ai talk.
Sergio Negro, Autorità di Gestione PR Campania FESR 2021-2027
“Passando dal Ciclo di programmazione 2014-2020 al Ciclo 2021-2027 abbiamo assistito a una trasformazione epocale in termini di attenzione all’ambiente. Ci misuriamo, infatti, con una visione globale, in cui si deve valutare l’impatto ambientale di ogni singolo progetto finanziato. Un cambiamento che ci obbliga a fare un passaggio culturale, prima ancora che tecnico e amministrativo. L’intera programmazione deve essere posta sotto questa lente di ingrandimento, per comprendere se il nostro agire può provocare danni e se può resistere ai cambiamenti climatici in corso”.
“In Regione Campania abbiamo provato a ribaltare la visione classica della checklist, affinché questo nuovo approccio sia percepito come un’opportunità e non come un mero adempimento. Abbiamo posto attenzione all’organizzazione e al peso amministrativo degli uffici che devono attuare queste misure. Abbiamo istituito un ufficio ad hoc dedicato al rilascio dei pareri sull’ottemperanza del principio DNSH e delle verifiche climatiche a monte, prima che gli interventi siano ammessi a finanziamento. Questo ufficio fornisce raccomandazioni alle direzioni generali per lo sviluppo futuro del progetto, soprattutto in termini di verifiche climatiche. Il tema è particolarmente rilevante per i progetti già in corso o già muniti di tutte le autorizzazioni. In questi casi, le raccomandazioni ed eventuali misure di mitigazione sono tutte proiettate nel futuro, nella fase di gestione dell’opera, per non bloccare progetti già avviati”.
Pia Marconi, Consigliere PCM, Dipartimento per le Politiche per la Coesione e per il Sud. Componente del Nucleo Politiche di Coesione – NUPC
“Nella programmazione 2021-2027 il Climate proofing è previsto come requisito per tutti gli investimenti infrastrutturali con una durata attesa di più di 5 anni, quindi un campo di applicazione molto ampio e anche un po’ confuso. Noi, come Dipartimento per le Politiche per la Coesione e per il Sud, ci siamo messi nell’ottica di favorire il rispetto di questo requisito sul piano sostanziale, non solo formale, a cominciare dalla necessità di delimitare il campo d’applicazione, che era la prima esigenza. Abbiamo cercato di raccogliere e rispondere alle criticità sollevate dall’insieme delle Autorità di gestione, tra cui sicuramente la Regione Campania, sempre molto attiva e presente in tutti gli incontri”.
“Abbiamo quindi individuato insieme le criticità e, sul piano del campo d’applicazione, abbiamo definito degli indirizzi nazionali per chiarire a quali investimenti si dovesse applicare. Naturalmente, le Autorità di gestione hanno incontrato difficoltà anche dal punto di vista organizzativo, delle competenze tecniche e della disponibilità dei dati per svolgere la verifica climatica. Anche su questo abbiamo messo in campo iniziative utili per supportare sia il centro che il territorio”.
Michele Munafò, Responsabile Servizio per il Sistema Informativo Nazionale Ambientale – ISPRA
“Mettere a sistema i dati dal centro al territorio è fondamentale per dare concretezza e senso alla nostra attività di raccolta, elaborazione e messa a disposizione di un patrimonio di conoscenza, che è inutile se non viene usato là dove si prendono decisioni di governo del territorio e di adattamento ai cambiamenti climatici”.
“Una volta che il dato è aperto e interoperabile, il lavoro viene da sé. Abbiamo messo a disposizione la piattaforma ISPRA dove sono disponibili tutti i dati, gli indicatori, la cartografia, le mappe, gli scenari e i modelli. Regione Campania ha fatto un grande lavoro di integrazione di questi dati nei propri sistemi e sta lavorando per migliorarli ulteriormente. Questo è un processo virtuoso in cui un dato viene integrato, migliorato e reimmesso nel sistema complessivo e si tratta certamente di un’esperienza replicabile in altre regioni”.
Massimo Bisogno, Direttore Ufficio Speciale per la Transizione Digitale della Regione Campania
“Regione Campania, da almeno tre anni, sta cercando di espandere il modello di successo avviato con il progetto ‘Sinfonia Salute’, integrando i dati ambientali tramite l’iniziativa ‘Sinfonia Ambiente’. Questa iniziativa ha portato alla creazione di un’unità di intelligenza ambientale, coinvolgendo sia la parte politica che tecnica, con l’intento di mettere a fattor comune le basi di conoscenza disponibili nell’amministrazione regionale, informazioni e dati prodotti sia direttamente dalla Regione sia da soggetti connessi alle attività regionali, come Arpac, Istituto zooprofilattico, e altri ancora”.
“Il connubio fra questi due mondi (sanità e ambiente) è un punto di partenza fondamentale per affrontare la sfida del ‘One Health’, che mette insieme salute umana, animale e ambientale. L’integrazione di dati sanitari e ambientali è un percorso complesso. Nonostante le difficoltà di correlazione, il potenziale dell’intelligenza artificiale nel gestire grandi quantità di dati è oggi riconosciuto, sebbene sia cruciale garantire la qualità e la verifica dei dati utilizzati. Con l’adeguamento delle normative, è possibile utilizzare dati in modo responsabile, anche attraverso l’uso di dati sintetici, minimizzando i rischi legati alla privacy”.
Italo Giulivo, Direttore Generale Lavori Pubblici e Protezione Civile – Regione Campania
“In Regione Campania abbiamo lavorato all’implementazione del tariffario regionale per le opere pubbliche, con attenzione al contributo ambientale minimo di ogni lavorazione. Il tariffario 2025 conta circa 3000 lavorazioni qualificate CAM, sviluppate attraverso un dialogo con vari stakeholder. Questo consente ai professionisti di adattare le lavorazioni alle proprie esigenze, promuovendo l’innovazione e tutelando il cosiddetto ‘bando verde’”.
“La mia Direzione generale ha anche competenza in materia di Protezione Civile. In Campania ci sono molti rischi naturali: sismico, vulcanico, idrogeologico, incendi. La Protezione Civile lavora per ridurre l’impatto delle emergenze adottando strategie di prevenzione. Bisogna trovare un punto di equilibrio tra la tutela dell’impatto ambientale e la necessità di poter attuare interventi efficaci. Pensiamo per esempio agli incendi boschivi e alla colonna mobile di pronto intervento, i cui mezzi devono essere funzionali anche in condizioni critiche e non sempre possono essere elettrici, per garantire l’efficacia dei soccorsi”.
Carlo Marino, Presidente ANCI Campania
“Il 75% della popolazione vive nelle città, anche in Campania. Se la vivibilità e i servizi funzionano in una città, funziona l’intero sistema. Ecco, quindi, che i fondi destinati a migliorare la qualità ambientale sono strategici per gli enti locali, perché la pianificazione passa attraverso la qualità della vita dei cittadini. L’innovazione tecnologica, la sostenibilità, la coesione sociale e la competitività sono elementi strategici per costruire migliori città e comunità”.
“La diffusione di queste tematiche si basa su due elementi fondamentali: le competenze all’interno degli enti territoriali, da migliorare attraverso formazione e nuove professioni, e la conoscenza da parte dei cittadini. È essenziale comunicare ai cittadini gli effetti dei progetti finanziati dalle politiche di coesione, per farli partecipare consapevolmente al processo europeo. Partendo dagli 8000 comuni italiani, possiamo costruire una percezione e consapevolezza migliore su come i progetti possano combinare misure strategiche sul territorio”.