I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) sono il principale strumento finanziario attraverso il quale l’Unione Europea promuove il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale. I Fondi SIE, insieme alle risorse del cofinanziamento nazionale e regionale, compongono quindi la Politica di Coesione. Ecco una guida che approfondisce il tema dei fondi europei come strumento specifico dell’azione amministrativa
19 Marzo 2020
Massimiliano Roma
Responsabile Area Enti Pubblici, FPA
- 1 I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE)
- 1.1 Cosa sono i Fondi SIE
- 1.2 I settori su cui si concentrano i Fondi SIE
- 1.3 I cinque Fondi SIE
- 1.4 I Fondi SIE e la Politica di Coesione
- 1.5 I Fondi strutturali nel bilancio Europeo e le risorse a disposizione dell’Italia per il ciclo di programmazione 2014-2020
- 1.6 I principi del cofinanziamento e dell’addizionalità dei Fondi
- 1.7 Il processo di programmazione 2014-2020
- 1.8 I Grandi Progetti Comunitari
- 2 Accordo di Partenariato e
Condizionalità per l’erogazione dei Fondi Strutturali
- 2.1 L’Accordo di Partenariato 2014-2020 per l’Italia
- 2.2 Gli Obiettivi Tematici
- 2.3 I Programmi Operativi
- 2.4 Le innovazioni di metodo della programmazione 2014-2020
- 2.5 Le regole di condizionalità per l’erogazione dei Fondi
- 2.6 Che cosa è il Performance Framework
- 2.7 La spesa certificata all’UE per i Fondi Strutturali
- 3 Programmi, organismi e attori della Programmazione
Questo approfondimento è stato realizzato da FPA nell’ambito del progetto di formazione avviato con Funzione Pubblica Cgil e rivolto in particolare a chi vuole partecipare alla nuova grande stagione di concorsi nella PA. Sulla piattaforma concorsipubblici.fpcgil.it, online dal 26 novembre 2019, sono disponibili video lezioni, guide e moduli sui saperi di base, le conoscenze necessarie e trasversali adatte ai programmi di tutti i concorsi pubblici. Qui il focus “La gestione dei fondi strutturali”, con tutte le videolezioni e le videopillole, a cura di Massimiliano Roma, Responsabile Area Enti Pubblici di FPA.
I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE)
Per cominciare facciamo chiarezza su cosa sono i Fondi strutturali e di investimento europei, in quali settori si concentrano e in che modo questi finanziano la Politica di Coesione del nostro Paese, i princìpi del cofinanziamento e i Grandi Progetti Comunitari.
Cosa sono i Fondi SIE
I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) sono il principale strumento finanziario attraverso il quale l’Unione Europea, in base all’articolo 174 del Trattato sul Funzionamento dell’UE, promuove il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale. Grazie ai Fondi SIE, l’Unione intende ridurre il divario tra le diverse regioni e il ritardo delle aree meno sviluppate.
Un’attenzione particolare è rivolta alle zone rurali, alle zone interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici.
I settori su cui si concentrano i Fondi SIE
Ricerca e innovazione, tecnologie digitali, sostegno all’economia a basse emissioni di carbonio, gestione sostenibile delle risorse naturali, piccole imprese: ecco i cinque settori su cui si concentrano i Fondi SIE.
Le risorse previste da questi fondi vengono distribuite secondo una programmazione settennale. Il primo ciclo settennale risale al periodo 1994-1999, al quale sono seguiti i cicli 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020. Attualmente è in atto il processo di negoziato per il periodo 2021-2027.
I cinque Fondi SIE
I Fondi strutturali e d’investimento europei sono cinque:
- Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che promuove uno sviluppo armonioso nelle diverse regioni dell’UE.
- Il Fondo sociale europeo (FSE), che sostiene progetti in materia di occupazione e investe nel capitale umano: nei lavoratori, nei giovani e in tutti coloro che cercano un lavoro.
- Il Fondo di coesione (FC), che finanzia i progetti nel settore dei trasporti e dell’ambiente nei paesi in cui il reddito nazionale lordo pro capite è inferiore al 90% della media europea. Nel periodo 2014-2020, i Paesi che possono beneficiare di questo Fondo sono Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia.
- Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che si concentra sulla risoluzione di sfide specifiche cui devono far fronte le zone rurali dell’UE.
- Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), che aiuta i pescatori a utilizzare metodi di pesca sostenibili e le comunità costiere a diversificare le loro economie. Il FEAMP contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva stabiliti dalla Commissione Europea nella Strategia Europa 2020 e si inquadra all’interno delle linee di indirizzo stabilite dalla Politica Comune della Pesca e dalla Crescita Blu. Il FEAMP si articola attorno a quattro pilastri:
- pesca intelligente ed ecocompatibile, che consenta di agevolare la transizione verso una pesca sostenibile;
- acquacoltura intelligente ed ecocompatibile, affinché i consumatori della UE abbiano accesso a un’alimentazione sana e nutriente;
- sviluppo sostenibile e inclusivo delle comunità che dipendono dalla pesca;
- politiche marittime intersettoriali che generino risparmi e crescita.
I Fondi SIE e la Politica di Coesione
La Politica di Coesione, definita dal Trattato sull’Unione come obiettivo fondamentale del processo di integrazione economica europea, è composta dai Fondi SIE e dalle risorse del cofinanziamento nazionale e regionale.
La Politica di Coesione fornisce il quadro di riferimento per la realizzazione della strategia Europa 2020 che mira ad una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva dell’Europa entro tale data.
Questo obiettivo viene perseguito attraverso un’assegnazione differenziata delle risorse a diverse categorie di Regioni, identificate in base al livello del reddito pro capite regionale.
Nell’attuale ciclo di programmazione le regioni si dividono in tre categorie:
- le regioni meno sviluppate con un reddito pro capite inferiore al 75% della media UE;
- le regioni in transizione con reddito pro capite compreso tra 75 e 90%;
- le regioni più sviluppate con reddito pro capite superiore al 90%.
I Fondi strutturali nel bilancio Europeo e le risorse a disposizione dell’Italia per il ciclo di programmazione 2014-2020
Per il ciclo di programmazione 2014-2020, il bilancio dell’Unione ha assegnato 454 miliardi di euro da investire in più di 500 programmi su tutto il territorio Europeo. Insieme al cofinanziamento nazionale di 183 miliardi di Euro da parte degli Stati membri, l’investimento complessivo si aggira intorno ai 637 miliardi.
Per ciò che riguarda nello specifico il nostro Paese, la programmazione 2014 – 2020 ha assegnato all’Italia oltre 46,4 miliardi di Fondi SIE e Cooperazione territoriale. Con tale ammontare di risorse siamo il secondo Stato membro per dotazione dopo la Polonia.
Se ai Fondi SIE destinati dall’UE si aggiungono le altre risorse nazionali per il cofinanziamento e le risorse destinate ai programmi complementari, le risorse complessive messe a disposizione per la politica di coesione in Italia sono oltre 140 miliardi.
I principi del cofinanziamento e dell’addizionalità dei Fondi
Il sistema del cofinanziamento dei Fondi Strutturali è un meccanismo chiave e si riferisce al contributo apportato dal singolo Stato membro a un dato programma di investimento europeo.
È la Commissione che stabilisce i tassi di cofinanziamento per ciascun programma operativo. Inoltre, in base al principio dell’addizionalità sancito dai regolamenti europei, gli interventi finanziari dall’Unione devono essere aggiuntivi rispetto alla spesa pubblica ordinaria dei singoli Stati.
Grazie alle ingenti risorse stanziate e ai principi del cofinanziamento e dell’addizionalità, i Fondi SIE sono diventati sempre più importanti per gli interventi pubblici, compensando la riduzione degli investimenti nazionali e regionali causata dalla crisi.
Il processo di programmazione 2014-2020
Il processo di programmazione si compone di diverse fasi. Se guardiamo al periodo 2014-2020 il primo passaggio è stata la presentazione da parte della Commissione Europea del Quadro Strategico Comune, che ha individuato le priorità di investimento dei Fondi SIE rispetto agli obiettivi della Strategia Europa 2020.
Il Quadro Strategico Comune, presentato il 14 marzo 2012, ha definito gli obiettivi tematici per l’allocazione dei Fondi e in modo integrato per ciascuno degli obiettivi tematici:
- i principali scopi da perseguire;
- le azioni fondamentali per ciascun Fondo;
- i principi generali di attuazione per garantire un’utilizzazione effettiva ed efficace dei Fondi.
A partire dal Quadro Strategico Comune, poi, ciascuno Stato membro ha elaborato un Accordo di partenariato con il coinvolgimento dei partner istituzionali e socioeconomici e di concerto con la Commissione europea, che lo ha approvato per renderlo operativo.
L’Accordo di Partenariato delinea la strategia e le priorità d’investimento prescelte dallo Stato membro interessato e fornisce un elenco dei programmi operativi nazionali e regionali (PO) che esso intende attuare rispetto agli 11 obiettivi tematici individuati dal Quadro Strategico Comune. L’Accordo di Partenariato, inoltre, stabilisce la dotazione finanziaria annuale destinata a ciascun Programma Operativo.
I Grandi Progetti Comunitari
Una tipologia particolare di investimenti realizzati grazie ai Fondi SIE sono i Grandi Progetti Comunitari, investimenti finanziati nell’ambito dei Fondi Strutturali europei finalizzati a conseguire risultati di ampia portata strategica. I «grandi progetti comunitari» sono generalmente progetti infrastrutturali su larga scala e si suddividono in due categorie:
- gli investimenti per le infrastrutture, ad esempio. ferrovie, metropolitane, porti, autostrade, reti idriche e reti di banda ultra larga);
- gli investimenti produttivi per lo sviluppo di grandi impianti industriali.
Per il ciclo 2014-2020 vengono considerati Grandi Progetti quelli di importo superiore a 75 milioni di euro, che contribuiscono all’Obiettivo Tematico 7 – “Promuovere il trasporto sostenibile e migliorare le infrastrutture di rete”.
A differenza dei progetti “ordinari” dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali, che sono autonomamente selezionati e ammessi a finanziamento dall’Autorità di Gestione del Programma Operativo di riferimento, i Grandi Progetti sono soggetti a specifiche procedure di istruttoria e approvazione da parte della Commissione europea.
Accordo di Partenariato e Condizionalità per l’erogazione dei Fondi Strutturali
L’Accordo di Partenariato è il documento che di fatto definisce l’utilizzo dei Fondi Strutturali Europei nel nostro Paese. Ecco quali sono le regole e le condizioni da rispettare per l’erogazione dei Fondi.
L’Accordo di Partenariato 2014-2020 per l’Italia
L’Accordo di Partenariato è il documento che definisce strategie, azioni e priorità di spesa dei Fondi Strutturali. Viene predisposto dai singoli Stati membri, in collaborazione con le istituzioni di livello centrale e locali e i partner economici e sociali.
L’Accordo di Partenariato 2014-2020 per l’Italia è stato approvato dalla Commissione Europea il 29 ottobre 2014.
Questo Accordo riguarda quattro dei cinque Fondi SIE di cui può beneficiare l’Italia, così suddivisi:
- 10,6 miliardi di Euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)
- 10,4 miliardi dal Fondo Sociale Europeo (FSE)
- 10,4 miliardi dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)
- 537 milioni dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), divisi tra le sei priorità del Fondo
Gli Obiettivi Tematici
L’Accordo di Partenariato 2014-2020 convoglia le risorse dei fondi su 11 obiettivi tematici:
- Obiettivo tematico 1: rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione
- Obiettivo tematico 2: migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
- Obiettivo tematico 3: promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura
- Obiettivo tematico 4: sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori
- Obiettivo tematico 5: promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi
- Obiettivo tematico 6: tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse
- Obiettivo tematico 7: promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete
- Obiettivo tematico 8: promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori
- Obiettivo tematico 9: promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà
- Obiettivo tematico 10: investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente
- Obiettivo tematico 11: rafforzare la capacità istituzionale e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente
I Programmi Operativi
L’Accordo di Partenariato esplicita anche i Programmi Operativi che indicano in maniera più dettagliata le azioni che verranno attuate per rispondere agli obiettivi tematici, in base alla tematica o al contesto territoriale di riferimento.
La Programmazione comunitaria 2014-2020 prevede in Italia la realizzazione di 75 Programmi Operativi cofinanziati a valere sui 4 Fondi Strutturali e di Investimento europei, e cioè:
- il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo (FSE) che cofinanziano 39 Programmi Regionali (POR) e 12 Programmi Nazionali (PON);
- il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) che cofinanzia 21 Piani di Sviluppo Rurale (PSR) e 2 Programmi Nazionali (PON);
- il Fondo per la politica marittima e della pesca (FEAMP) che cofinanzia 1 Programma Operativo Nazionale (PON).
Le innovazioni di metodo della programmazione 2014-2020
Rispetto alla Precedente programmazione, il ciclo 2014-2020 ha individuato sette innovazioni volte a rafforzare l’efficacia e la qualità della spesa dei fondi.
Le sette innovazioni di metodo sono riassumibili in altrettante parole chiave:
1. risultati attesi, esplicitati in termini misurabili grazie a indicatori quantitativi dell’impatto prodotto sulla vita dei cittadini dagli interventi pubblici;
2. azioni, da indicare in termini puntuali e operativi;
3. tempi vincolanti e esplicitamente associati ai soggetti responsabili da cui dipendono le scadenze;
4. partenariato mobilitato, da coinvolgere tempestivamente nei processi che portano alle decisioni sulle politiche sia in fase di programmazione sia in fase di attuazione;
5. trasparenza, da esercitare attraverso il dialogo sui territori e la piena accessibilità e disponibilità dei dati sull’attuazione;
6. valutazione degli effetti prodotti dagli interventi di sviluppo cofinanziati e del modo in cui tale effetto ha luogo;
7. rafforzamento del presidio nazionale sull’attuazione, attraverso il monitoraggio sistematico dei programmi cofinanziati e le verifiche sul campo per accertare lo stato degli interventi, l’assistenza e l’affiancamento strutturato dei centri di competenza nazionale alle autorità responsabili dell’attuazione, nelle situazioni maggiormente critiche.
Le regole di condizionalità per l’erogazione dei Fondi
Per migliorare la qualità della spesa, l’accordo di Partenariato ha anche ridefinito le regole di condizionalità per l’erogazione dei fondi e un loro utilizzo efficace ed efficiente.
Queste sono di tre tipi:
a) prima di tutto le condizionalità ex ante. Queste sono legate:
– al quadro politico e strategico dello Stato Membro, per assicurare che i documenti strategici a livello nazionale e regionale siano in linea con gli standard concordati con l’UE;
– al quadro quadro normativo, per assicurare che l’attuazione delle operazioni cofinanziate dai fondi SIE sia conforme alle normative europee;
– alla capacità amministrativa e istituzionale da parte dell’amministrazione pubblica dello Stato Membro che attua i fondi.
b) Il secondo tipo di condizionalità è legato al rispetto dei parametri macroeconomici e di finanza pubblica previsti nell’ambito della governance economica; in particolare, la Commissione europea può chiedere ad uno Stato membro di rivedere l’accordo di partenariato e i relativi programmi operativi nel caso di disavanzo eccessivo o per squilibri macroeconomici.
c) Il terzo tipo sono le condizionalità ex post vincolate al raggiungimento di obiettivi predeterminati. Il mancato conseguimento degli obiettivi può determinare la sospensione dei finanziamenti e una grave insufficienza nella realizzazione degli obiettivi di un programma può dare luogo alla soppressione del programma stesso. Un tipo di condizionalità ex post è la cosiddetta “riserva di efficacia” che prevede che il 6% degli stanziamenti complessivi per i fondi strutturali sia riservato ai programmi che hanno raggiunto gli obiettivi concordati nell’ambito della Strategia Europa 2020.
Che cosa è il Performance Framework
Un ulteriore strumento per verificare l’efficacia dell’attuazione è il Performance framework o Quadro di riferimento dell’efficacia dell’attuazione, introdotto nel ciclo di programmazione 2014-2020.
Si basa su un sistema di indicatori definiti a livello di Asse prioritario per ciascun Programma Operativo, che rileva principalmente l’attuazione finanziaria e le realizzazioni fisiche delle operazioni. È previsto anche un indicatore che rileva l’avanzamento procedurale. Per tutti gli indicatori sono fissati due target: uno intermedio che è stato già fatto per l’attuale programmazione al 31 dicembre 2018 e uno finale al 2023.
La spesa certificata all’UE per i Fondi Strutturali
Le verifiche di spesa effettiva dei fondi da parte della Commissione si basano sul concetto di spesa certificata. La spesa certificata all’UE corrisponde alle richieste di rimborso delle spese sostenute che vengono presentate alla Commissione Europea dalle Amministrazioni titolari dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali. Tali richieste sono da presentare entro un determinato periodo di tempo, specificamente stabilito per ciascun periodo di programmazione. Le risorse che non risultino certificate alla Commissione entro i termini prestabiliti sono soggette a disimpegno automatico, cioè alla riduzione del finanziamento comunitario e del corrispondente cofinanziamento nazionale del Programma.
Programmi, organismi e attori della Programmazione
I Programmi Operativi che, come abbiamo visto, sono definiti nell’Accordo di Partenariato descrivono in maniera dettagliata le azioni che prevedono l’impiego dei Fondi Strutturali e che servono per raggiungere gli 11 obiettivi tematici. Vediamo quali sono le diverse tipologie di Programmi Operativi, le loro finalità, con una panoramica su attori e organismi coinvolti nell’attuazione dei Fondi Strutturali.
I Programmi operativi nazionali e regionali
I Programmi si dividono in due tipologie:
- i Programmi Operativi Nazionali, i cosiddetti PON gestiti dalle Amministrazioni Centrali (in Italia dall’Agenzia per la Coesione e dai Ministeri);
- i Programmi Operativi Regionali, i POR, gestiti dalle Amministrazioni Regionali.
In particolare, i PON prevedono interventi e azioni su temi trasversali, per fare un esempio cultura, trasporti, occupazione. Sono tutti temi per i quali è opportuno evitare la frammentazione territoriale ed è necessario garantire uno sviluppo equilibrato ed uniforme su tutto il territorio nazionale.
I POR, invece, agiscono sulle priorità individuate dalle Amministrazioni regionali nelle singole Regioni ed hanno come beneficiari e destinatari esclusivamente i soggetti territoriali.
Programmi plurifondo o monofondo
I Programmi Operativi possono essere plurifondo o monofondo a seconda che siano finanziati in modo esclusivo da un Fondo oppure da più Fondi strutturali.
In particolare, il programma plurifondo permette in linea di massima di mettere in campo interventi su ambiti complessi con differenti obiettivi e di utilizzare strumenti diversi, favorendo una maggiore sinergia tra le azioni ed un migliore impatto sui risultati dell’intervento.
I PON finanziati con i fondi FESR e FSE
È opportuno riservare un focus particolare ai Programmi Operativi Nazionali e analizzarne gli obiettivi.
Il PON per la Scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento è un programma plurifondo gestito dal MIUR, che tocca tutte le Regioni italiane. Il PON per la Scuola ha una dotazione finanziaria di poco oltre 3 miliardi di euro con l’obiettivo di investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente di alunni, docenti e adulti e di potenziare le strutture scolastiche attraverso laboratori, attrezzature digitali e interventi di edilizia.
Il PON Sistemi di politiche attive per l’Occupazione è un programma monofondo gestito dal Ministero del Lavoro e dall’Agenzia Nazionale Politiche Attive per il Lavoro (ANPAL) finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Si rivolge a tutto il Paese e promuove azioni di supporto alle riforme strutturali in tema di occupazione, mercato del lavoro, capitale umano, produttività.
Il PON Inclusione, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e gestito dal Ministero del Lavoro. Finanzia interventi in tutte le regioni italiane con una dotazione di 1 miliardo e 250 milioni di euro. L’obiettivo è quello di mettere in campo azioni per l’integrazione di persone a rischio di esclusione sociale e promuovere attività economiche in campo sociale.
Il PON Città metropolitane, cofinanziato sia con fondi FESR che FSE per una dotazione di circa 860 milioni di euro a titolarità dell’Agenzia per la Coesione Territoriale. Si rivolge alle 14 Città metropolitane italiane supportando le priorità dell’Agenda Urbana Nazionale su due driver:
- applicazione del paradigma Smart City
- e promozione di progetti e pratiche di inclusione sociale
Il PON Governance e Capacità istituzionale è il secondo programma plurifondo gestito dall’Agenzia per la Coesione. Si rivolge a tutte le Regioni con una dotazione di oltre 780 milioni di euro e rappresenta il principale strumento per attuare le priorità strategiche in materia di rafforzamento e innovazione della Pubblica Amministrazione.
Il PON Iniziativa Occupazione Giovani, gestito con Fondi FSE dal Ministero del Lavoro e dall’ANPAL, si rivolge a tutte le Regioni italiane ed attua in Italia l’iniziativa Garanzia Giovani, il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione dei giovani sotto i 30 anni
Il PON Ricerca e Innovazione è un programma plurifondo gestito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con una dotazione finanziaria di circa 1 miliardo e 200 milioni di euro. Punta al rafforzamento della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione, nelle Regioni meno sviluppate ed in transizione.
Sempre alle Regioni meno sviluppate ed in transizione sono dedicati i PON Imprese e Competitività ed il PON Iniziativa PMI con una dotazione di circa 2,6 miliardi di euro di fondi FESR a titolarità del Ministero dello Sviluppo Economico. Favoriscono la crescita economica e il rafforzamento delle piccole e medie imprese italiane nel contesto produttivo globale, attraverso lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, l’accesso e l’utilizzo dell’ICT da parte delle imprese e la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori.
Alle sole Regioni meno sviluppate sono dedicati i PON Infrastrutture e reti, e i PON Cultura e Legalità.
Il PON Infrastrutture e Reti è un programma FESR con una dotazione di 1 miliardo ed 850 milioni di euro gestito dal Ministero Infrastrutture e Trasporti. Contribuisce al miglioramento delle condizioni di mobilità delle persone e delle merci attraverso il potenziamento del trasporto ferroviario e portuale, il potenziamento dei collegamenti multimodali e l’ottimizzazione del traffico aereo.
Il PON Cultura è un programma FESR con una dotazione di 490 milioni di euro a titolarità del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Ha l’obiettivo di superare le condizioni di sottoutilizzo delle risorse culturali nelle Regioni del Mezzogiorno, aumentandone l’attrattività e sostenendo l’insediamento e lo sviluppo di imprese creative e culturali.
Il PON Legalità è un programma plurifondo gestito dal Ministero dell’Interno con un budget di 610 milioni di euro. Le direttrici principali su cui si fonda sono:
– il rafforzamento delle capacità delle amministrazioni impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione
– il miglioramento delle condizioni di sicurezza di aree particolarmente vulnerabili e strategiche per lo sviluppo delle attività produttive
– l’inclusione sociale e ed il sostegno all’economia sociale
Gli organismi dei programmi operativi
Vediamo, infine, i principali organismi in cui si struttura un programma operativo:
- l’Autorità di Gestione è l’organismo nazionale, regionale o locale designato dallo Stato membro per la gestione di un programma operativo. L’Autorità di Gestione è responsabile della gestione e attuazione del programma operativo e, in particolare, è tenuta a garantire la corretta selezione degli interventi da finanziare e la corretta informazione dei beneficiari delle azioni. L’Autorità di Gestione verifica la corretta esecuzione delle azioni, l’effettiva esecuzione delle spese, e la conformità di queste alle norme comunitarie e nazionali. Per il FEAMP, ai fini dell’espletamento delle funzioni di cui all’articolo 5 del Regolamento (CE) n. 1224/2009, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Direzione Generale della pesca marittima e dell’acquacoltura si avvale ai sensi dell’art. 22 del d.lgs. n. 4 del 9 gennaio 2012 del Corpo delle capitanerie di porto, quale Centro di controllo nazionale della pesca.
- L’Autorità di Certificazione presenta le domande di pagamento alla Commissione europea relative agli interventi previsti dai Programmi Operativi- L’Autorità di certificazione si occupa della preparazione dei bilanci annuali e del mantenimento di una contabilità informatizzata delle spese dichiarate e dei contributi pubblici versati ai Beneficiari delle azioni. L’Autorità di Certificazione del PO FEAMP per il periodo 2014/2020 è l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) – Organismo Pagatore Nazionale, ed è chiamata a svolgere le funzioni indicate dall’art. 126 del Regolamento(UE) n.1303/2013.
- L’Autorità di Audit di un Programma Operativo è un soggetto indipendente dall’Autorità di Gestione e dall’Autorità di Certificazione e ha il compito di accertare, attraverso opportuni controlli, il corretto funzionamento dei sistemi di gestione e controllo del Programma e fornire la garanzia sulla sua affidabilità. L’Autorità di Audit del PO FEAMP per il periodo 2014/2020 è l‘Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) – Organismo di coordinamento – Ufficio Coordinamento dei controlli specifici.
- L’Organismo Intermedio di un Programma agisce sotto la responsabilità dell’Autorità di Gestione o dell’Autorità di Certificazione, le quali possono affidare all’Organismo Intermedio la gestione di parte del programma operativo e lo svolgimento di determinati compiti e mansioni nei confronti dei beneficiari degli interventi.