Le attività del Comitato di pilotaggio OT 11 – OT 2 e le principali evidenze del Rapporto di monitoraggio 2018
Il Comitato di Pilotaggio OT11 e 2 ha funzioni di indirizzo e coordinamento sugli interventi nei Programmi Operativi Nazionali (PON) e Regionali (POR)
5 Marzo 2020
Laura Polverari
Professore Associato di Scienza Politica - Università di Padova
Laura Massoli
Dirigente - Gabinetto Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
- 1 Il monitoraggio degli interventi
- 2 Le raccomandazioni del lavoro di monitoraggio
- 3 Le riprogrammazioni effettuate nel corso del 2018
- 4 Avanzamento finanziario
- 5 Le caratteristiche degli interventi: dimensioni finanziarie medie dei progetti, modalità attuative e ambiti tematici
- 6 Le modalità attuative
- 7 Le sinergie
- 8 I casi di studio: il miglioramento della performance della PA (OT11) e il deployment territoriale delle infrastrutture immateriali (OT2)
- 9 Conclusioni
- 10 Note
Il Comitato di Pilotaggio per il coordinamento degli Obiettivi Tematici 11 e 2 è stato istituito nel febbraio 2015 con funzioni di indirizzo e coordinamento sugli interventi di rafforzamento della capacità amministrativa e digitalizzazione nei Programmi Operativi Nazionali (PON) e Regionali (POR) nell’ottica di favorire la complementarietà delle azioni ed evitare sovrapposizioni [2].
Tra le diverse iniziative promosse fin dal 2016, il Comitato ha avviato il monitoraggio degli interventi OT11 e OT2 con la finalità di mappare e analizzare l’insieme complessivo delle progettualità in questi ambiti sia in termini finanziari che con un focus sulla tipologia degli interventi previsti.
In questo quadro, il 2018 ha rappresentato un importante passaggio per la programmazione comunitaria. I programmi, oltre a dover rispettare gli obiettivi relativi alle soglie di spesa N+3, hanno anche dovuto raggiungere i target finanziari e fisici del performance framework.
Il monitoraggio degli interventi
Anche con riferimento a questa delicata annualità, il Comitato di Pilotaggio OT11 e OT2 (CdP) ha realizzato il monitoraggio dello stato di attuazione degli interventi OT11OT2 (Crescita Digitale) in tutti i POR e PON italiani. In continuità con le precedenti edizioni (2016 e 2017), l’analisi al 31 dicembre 2018 ha coinvolto tutte le amministrazioni centrali e regionali titolari di interventi OT11 e/o OT2. L’obiettivo è stato quello di fornire un quadro delle risorse programmate, delle riprogrammazioni effettuate nel corso del 2018 e dell’avanzamento finanziario dei programmi.
Sono stati anche computati il numero di progetti avviati a valere sui due OT, le dimensioni finanziarie medie dei progetti e i relativi contenuti in termini di modalità attuative e ambiti tematici di intervento e i fattori di forza e le criticità attuative (nonché le azioni poste in essere per ovviarle).
Sinergie tra OT differenti
Hanno formato oggetto di monitoraggio anche le sinergie tra OT11 e OT2, tra OT11/2 e gli altri nove OT della programmazione SIE 2014-2020 e tra OT11/2 e altri programmi (i PON e i programmi finanziati dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) e dalla politica ordinaria), nonché le eventuali sinergie tra i due OT e i Piani di Rafforzamento Amministrativo (PRA).
Miglioramento delle performance e supporto della governance
Il Rapporto di monitoraggio 2018 ha anche incluso una descrizione delle principali evidenze derivanti dai casi di studio tematici realizzati per ciascun OT. Tali casi di studio hanno riguardato il miglioramento della performance delle PA (OT11) e il supporto della governance del digitale sul territorio, con particolare riferimento ai progetti di deployment delle piattaforme immateriali (OT2).
Le raccomandazioni del lavoro di monitoraggio
Il lavoro di monitoraggio ha portato a identificare alcune raccomandazioni volte a supportare il miglioramento della performance dei due OT nelle rimanenti annualità di questo ciclo di programmazione, nonché a fornire utili spunti di riflessione anche per il dibattito in corso sulla programmazione 2021-2027.
Le riprogrammazioni effettuate nel corso del 2018
Nel corso dell’annualità 2018 le amministrazioni titolari di PO hanno operato rimodulazioni più o meno significative dei piani finanziari e dei set di indicatori. Le riprogrammazioni si sono riferite essenzialmente a tre fattispecie:
- la riduzione del contributo nazionale di cofinanziamento;
- la rimodulazione delle dotazioni degli Assi prioritari, con trasferimenti di risorse tra questi;
- la variazione della distribuzione degli stanziamenti fra categorie di intervento all’interno di un singolo Asse. Questi cambiamenti hanno spesso portato con sé anche una ridefinizione dei target intermedi e finali del quadro di riferimento dell’efficacia dell’attuazione, la modifica degli indicatori di realizzazione e di risultato e l’introduzione, in alcuni casi, di nuovi beneficiari.
In alcuni programmi, i cambiamenti hanno interessato anche gli Obiettivi Tematici 11 e 2.
Cambiamenti dell’OT11
Con riferimento all’OT11, tutte le Regioni, ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia, hanno effettuato rimodulazioni che hanno interessato, sebbene in modo diversificato, sia gli aspetti finanziari che il contenuto programmatico dei POR FSE (Fondo sociale europeo), incidendo parallelamente sul sistema degli indicatori. La dotazione finanziaria dell’OT11 a valere sui POR risulta comunque quasi invariata. Anche il quadro complessivo degli indicatori si mantiene sostanzialmente stabile sia rispetto ai target di realizzazione, che a quelli relativi agli indicatori di risultato. Una sostanziale tenuta delle risorse finanziarie a sostegno dell’OT11, sempre in termini percentuali, si registra anche con riferimento ai PON.
In valori assoluti, tuttavia, l’OT11 viene decurtato di circa 57 milioni di euro, per lo più a valere sui PON Governance (-41,2 milioni) e Inclusione (-15,5 milioni): una contrazione non irrisoria, che però non trova riscontro nei valori percentuali per effetto della diminuzione del volume finanziario complessivo dei PON in questione.
Sempre nei PON, vi sono state anche revisioni del sistema degli indicatori, riconducibili a un adeguamento della definizione degli stessi o del metodo di calcolo ad essi riferito.
Cambiamenti dell’OT2
Anche per quanto concerne l’OT2 nei POR non vi sono stati stravolgimenti della dotazione finanziaria complessiva che, in termini percentuali, è aumentata in valore limitato (0,1%). Tale aumento aggregato, per quanto contenuto, è il frutto di una compensazione tra, da un lato, gli incrementi registrati nel POR Toscana (nuovi interventi afferenti al RA 2.2. e 2.3, precedentemente non contemplati) e, dall’altro, le diminuzioni dei POR Piemonte, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, connesse prevalentemente alla contrazione del piano finanziario complessivo di tali PO per effetto della variazione dei tassi di cofinanziamento [3].
Per quanto riguarda i PON, il PON Metro e il PON Governance hanno rimodulato i tassi di cofinanziamento e ridotto la dotazione finanziaria complessiva, con una contrazione anche sull’OT2. Di segno inverso il PON Legalità che ha incrementato sia la dotazione complessiva del programma sia quella relativa all’OT2, in ragione dell’aumento finanziario relativo al potenziamento del sistema di accoglienza dei migranti. Il set degli indicatori relativi all’OT2 (Crescita Digitale) dei POR e dei PON è stato modificato solo in alcuni casi.
Tra i POR, Abruzzo e Basilicata hanno apportato variazioni agli indicatori di realizzazione e Campania e Basilicata hanno modificato gli indicatori di risultato. Sul piano nazionale hanno modificato gli indicatori sia il PON Metro che il PON Legalità, mentre non si registrano variazioni per il PON Governance. Infine, vari POR e il PON Metro hanno modificato i target finanziari intermedi (al 2018) relativi al performance framework, una modifica spesso connessa alla volontà di conseguire i target relativi alla riserva di efficacia del performance framework.
Avanzamento finanziario
Nel complesso, nel 2018 vi è stata una forte accelerazione degli Impegni Giuridicamente Vincolanti (IGV) e della spesa a valere sui due OT, chiaramente evidenziata dai differenziali negli indicatori su capacità d’impegno, efficienza realizzativa e capacità di utilizzo relativi alle annualità 2017 e 2018.
Tali incrementi sono estremamente significativi, soprattutto con riferimento all’OT2. Complessivamente, in termini aggregati medi e con l’eccezione dell’OT2 nei PON, entrambi gli OT hanno continuato a essere più arretrati rispetto all’andamento complessivo dei programmi (per i PON) e dei fondi (per i POR) di riferimento.
Il gap si è comunque ridotto e si registrano anche importanti variazioni tra programmi, alcuni dei quali presentano un andamento sui due OT superiore rispetto al valore medio del programma/fondo.
L’andamento dell’OT11
Più in dettaglio, per quanto riguarda l’OT11 nei POR, gli IGV, pari a 80 milioni di euro, hanno rappresentato il 29,7% sulle risorse programmate, mentre gli importi certificati, pari a 36,2 milioni di euro, hanno rappresentato il 13,4% del programmato.
Rispetto al 2017 gli IGV sono più che raddoppiati, mentre i pagamenti sono triplicati. Con riferimento all’OT11 nei PON, gli IGV, pari a 334 milioni di euro, hanno pesato il 35,2% sul totale programmato; la spesa, pari a 99,6 milioni, è ammontata al 10,5% delle risorse programmate. Rispetto al 2017, sia gli IGV che i pagamenti sono più che triplicati.
L’andamento dell’OT2
Per quanto riguarda l’OT2 (Crescita Digitale) nei POR, gli IGV, pari a 309,3 milioni di euro, hanno rappresentato il 35,4% del totale programmato, mentre i pagamenti certificati, pari a 146,4 milioni, rappresentavano il 16,7% del programmato.
Sia nel caso degli IGV che dei pagamenti si è registrato un ottimo avanzamento rispetto al 2017. Nei PON, gli IGV, pari a 194,9 milioni di euro, hanno costituito il 58,1% delle risorse programmate (335,2 milioni), i pagamenti, pari a 86,8 milioni, sono stati pari al 25,9% del programmato. Rispetto al 2017, sia gli IGV che i pagamenti, che risultavano attestarsi su importi molto bassi, hanno mostrato un marcato avanzamento: gli IGV sono aumentati di 192,1 milioni di euro, i pagamenti di 85,2 milioni.
Le caratteristiche degli interventi: dimensioni finanziarie medie dei progetti, modalità attuative e ambiti tematici
Accanto all’analisi dei dati dell’Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l’Unione Europea (IGRUE), un’indagine condotta dal gruppo di lavoro presso le amministrazioni ha permesso di rilevare anche i progetti avviati con atti amministrativi ma che non avevano ancora maturato IGV.
Il confronto tra gli IGV (fonte IGRUE) e gli impegni programmatici (IP) (rilevazione presso le amministrazioni) evidenzia come questi ultimi assumano una rilevanza niente affatto secondaria, soprattutto con riferimento agli interventi OT2 nei POR e agli interventi OT11 nei PON, confermando quanto già rilevato nel Rapporto 2017, ovvero la presenza di un ‘parco progetti’ che fa ben sperare per la progressione degli impegni giuridicamente vincolanti e della spesa nei mesi futuri. Complessivamente, considerando cioè sia i progetti che avevano maturato IGV sia quelli che ancora avevano realizzato soltanto IP, sono stati rilevati 473 progetti sull’OT11 (333 nei POR e 140 nei POR) e 480 progetti sull’OT2 (Crescita Digitale 368 nei POR e 102 nei PON).
I soli progetti con IP a fine 2018 erano pari a 110 per l’OT11 (35 nei POR e 75 nei PON) e 116 per l’OT2 (109 nei POR e 7 nei PON): un parco progetti che è particolarmente significativo in relazione agli interventi OT2 nei POR, dove i 109 progetti con IP rappresentano un ammontare di impegni programmatici addirittura più elevato del totale degli IGV dei 259 progetti in BDU (€ 335.582.631,40 contro € 309.292.958,41).
Incremento dal punto di vista finanziario
Dal punto di vista finanziario, gli impegni totali – giuridicamente vincolanti per i progetti in BDU e programmatici per gli altri – rappresentano un incremento, rispetto a fine 2017, del 55,2% (OT11) e del 108,5% (OT2) nei POR, e del 61,7% (OT11) e 13,4% (OT2) nei PON.
Dal punto di vista delle scelte attuative
In termini di scelte attuative, con riferimento ad entrambi gli OT, i programmi hanno continuato a mostrare diversi approcci: alcuni si sono concentrati sull’attuazione di pochi progetti di dimensioni significative, mentre in altri è risultata evidente una maggiore suddivisione delle risorse in interventi di piccolo taglio (soprattutto per quanto riguarda l’OT11 ma anche in OT2).
È interessante comunque notare come tali scelte non appaiano essere correlate, dal punto di vista quantitativo, all’avanzamento finanziario dei programmi. Non può, però, escludersi che esse potranno portare a esiti diversi in termini di impatto delle misure attuate anche sulla base della presenza o meno di un impianto strategico complessivo.
Le modalità attuative
Una certa variabilità tra i due OT e tra programmi è stata riscontrata anche con riferimento alle modalità attuative e agli ambiti tematici di intervento. Per quanto riguarda le prime, nell’OT11 è emersa una tendenza dei POR, come già nel 2017, ad attuare interventi formativi, talvolta anche di piccolissimo taglio (e, stando alle evidenze raccolte dalla rilevazione, non sempre con un’apparente strategia di riferimento). Sempre in relazione all’OT11 l’indagine condotta ha anche confermato la tendenza dei PON a investire in progetti di consulenza e supporto specialistico. Tra gli interventi OT2 sono risultati prevalenti i progetti per servizi e applicazioni, sia nei POR che nei PON.
Una novità del monitoraggio relativo all’annualità 2018, rispetto ai due monitoraggi precedenti, è stata la mappatura delle aree di policy cui i progetti mappati possono essere attribuiti.
Tale analisi ha evidenziato che, ferme restando le differenze che esistono tra programmi, in entrambi gli OT sembra esservi un grado di ‘ripartizione di competenze’, per cui i PON tendono a investire in ambiti non particolarmente o niente affatto presenti nei POR (ad esempio i temi del supporto agli enti locali e della legalità/anticorruzione, con riferimento all’OT11, e dell’edilizia/catasto, finanza e tributi e, ancora, anticorruzione per l’OT2).
Con riferimento all’OT11, inoltre, è stato rilevato un insieme di ambiti tematici molto più ampio nelle Regioni meno sviluppate, il che appare coerente con la maggiore entità finanziaria dei programmi di queste Regioni rispetto alle dotazioni, talvolta minime, delle Regioni più sviluppate. Per converso, è stato notato un peso quasi doppio di un tema come l’inclusione sociale nelle strategie OT2 delle Regioni meno sviluppate, rispetto alle strategie OT11 dello stesso gruppo di Regioni, il che è del tutto coerente con la trasversalità sottesa agli interventi di trasformazione digitale delle PA.
Le sinergie
Il Rapporto 2018 evidenzia anche un quadro abbastanza positivo relativamente alle sinergie tra OT11 e OT2. Solo in sette amministrazioni su 21 i due OT sono considerati come separati. Negli altri casi vi sono sinergie più o meno sistematiche tra i due OT. Spiccano Umbria e Sicilia per l’aver posto in essere aree di intervento comune.
Le sinergie tra l’OT11 e i PRA delle amministrazioni sono risultate significative, come lo sono state anche, per quanto meno rilevanti dal punto di vista numerico, le sinergie tra l’OT2 e i PRA. Altrettanto positivo è il quadro delle sinergie tra OT11/OT2 e gli altri nove OT della programmazione SIE. Con riferimento all’OT11, rispetto al Rapporto 2017 sono risultate rafforzate le sinergie con l’OT3, attraverso il potenziamento dei SUAP e dei processi che favoriscono l’attrazione degli investimenti e degli insediamenti industriali, e con l’OT6, mediante la gestione dei dati relativi alla raccolta differenziata dei rifiuti e dei piani paesaggistici connessi alla tutela e valorizzazione territoriale.
Inoltre, si sono arricchite di nuovi temi scambi di buone pratiche nell’ambito delle politiche attive del lavoro, integrazione fra centri per l’impiego e servizi di promozione dell’inclusione e assistenza sociale – le sinergie con l’OT8. Mentre, fatta eccezione per le Regioni meno sviluppate, le sinergie OT11 si sono concentrate principalmente sui tre OT di pertinenza del FSE (OT8, 9 e 10), l’OT2 ha continuato ad essere maggiormente trasversale.
Quando le sinergie sono state considerate non del tutto soddisfacenti, ciò è stato imputato dalle amministrazioni a problemi di governance multilivello, alla mancanza di expertise e competenze necessarie per una pianificazione integrata e alla persistenza di una mentalità di tipo settoriale presso le autorità responsabili dei programmi.
I casi di studio: il miglioramento della performance della PA (OT11) e il deployment territoriale delle infrastrutture immateriali (OT2)
Come richiamato, il rapporto di monitoraggio 2018 ha previsto la realizzazione di due casi di studio comparativi su ciascun OT.
Il caso di studio OT11
Il caso di studio OT11 ha esaminato una selezione di progetti finanziati a valere sull’OT11 relativi al sostegno ai processi di associazionismo, alla creazione di reti e cooperazione a livello locale e alla riorganizzazione dei processi e della governance relativi all’erogazione dei servizi pubblici a cittadini e imprese finalizzati al miglioramento della performance organizzativa dell’amministrazione.
La lettura trasversale degli interventi ha evidenziato che questo tipo di progetti – finalizzati a supportare le amministrazioni a instaurare cambiamenti di governance, strutturali, operativi e procedurali – tende a doversi confrontare con delle criticità comuni come il dover operare in territori molto disomogenei con livelli di capacita istituzionale e amministrativa molto diversi, la carenza di attori con competenze trasversali all’interno delle amministrazioni e il doversi misurare con le scadenze dei mandati elettorali. Comuni sono state anche le modalità operative poste in essere per superare tali criticità.
Tra queste risaltano:
- l’inquadramento dei progetti nell’ambito di azioni di sistema, caratterizzate da un impianto metodologico comune ma flessibile;
- la messa in atto di processi atti a garantire la presenza sia di ownership politica che di leadership tecnica;
- l’attivazione delle competenze specialistiche necessarie, anche attingendole al di fuori dell’amministrazione;
- il coinvolgimento attivo e costante, sin dalle primissime fasi di definizione del fabbisogno, di tutti i soggetti interessati, sia pubblici che privati;
- la predisposizione di un set di strumenti adeguato ad accompagnare tutti i processi di attuazione dell’intervento, una caratteristica tanto più rilevante per progetti che, come quelli esaminati appunto, hanno carattere composito e spesso a geometria variabile.
Il caso di studio OT2
Per l’approfondimento relativo all’OT2 (Crescita Digitale) è stato scelto il tema della governance del digitale sul territorio, per la quale si sono sperimentati, negli ultimi anni, approcci e modelli diversi nel tentativo di ridurre la frammentazione e accelerare la diffusione delle soluzioni digitali.
In particolare, il caso di studio ha analizzato il tema del deployment di SPID sul territorio, a partire da alcune categorie di progetti che intersecano PON e POR e che quindi, nel quadro della sinergia tra programmi nazionali e regionali, possono dare un contributo su come accelerare il dispiegamento territoriale di strategie e soluzioni definite a livello nazionale. Tramite un percorso di lavoro condiviso con AgID, sono stati scelti quattro interventi in ambito SPID finanziati dai POR Piemonte, Liguria, Umbria, e Puglia.
I progetti esaminati hanno evidenziato una serie di pratiche attuative che possono fornire spunti per l’efficace riproposizione delle esperienze analizzate in altri contesti. In particolare, l’analisi ha messo in risalto la necessità di elaborare strategie chiare che affrontino in modo preciso tre elementi:
- engagement degli enti locali e sensibilizzazione diffusa sul territorio;
- focalizzazione sui principali servizi all’utenza finale e agli ‘eventi della vita’ che possono svolgere funzione di promozione;
- elaborazione di una strategia di switch-off delle identità digitali pregresse.
Catalogo delle esperienze OT11 e OT2
Posto che di interventi con finalità analoghe a quelli esaminati nei due casi di studio ve ne sono anche in altri programmi, entrambi i casi di studio hanno evidenziato l’opportunità di avviare dei tavoli di lavoro tematici, finalizzati all’indirizzo e coordinamento dei progetti finanziati a valere sui due OT, alla disseminazione delle pratiche di interesse in un’ottica di riuso, incluse quelle rilevate nel quadro dell’iniziativa del “Catalogo delle esperienze OT11 OT2” (già avviata nel 2018 dal CdP), nonché ad offrire un supporto competente in termini di metodologie, utili ad affrontare operativamente le criticità che sono tipicamente associate a tali tipologie di intervento.
Conclusioni
Come già evidenziato, il 2018 ha segnato, nell’ambito della programmazione 2014-2020, un chiaro cambio di marcia per entrambi gli OT. Sono migliorati considerevolmente tutti tre gli indicatori – capacità d’impegno, efficienza realizzativa e capacità di utilizzo – sia rispetto al 2017, sia rispetto ai valori medi dei programmi/fondi di riferimento.
Gli incrementi realizzati con riferimento agli IGV e alla spesa certificata sono estremamente significativi, soprattutto con riferimento all’OT2. Complessivamente, in termini aggregati medi, e fatta eccezione per i PON OT2, entrambi gli OT continuano ad essere più arretrati rispetto all’andamento complessivo dei programmi di riferimento, ma il gap si è ridotto. Vari fattori hanno agevolato l’attuazione dei due OT.
In larga parte tali fattori sono riconducibili all’attuazione e alla governance complessiva dei programmi. Tuttavia, in alcuni casi, sono state anche messe in atto azioni di supporto all’attuazione e di accelerazione della spesa. Questo tipo di azioni potrebbe essere replicato, con i dovuti adattamenti, nei programmi che ad oggi mostrano un andamento sui due OT più arretrato. In termini di scelte attuative, sia quanto a entità finanziaria dei progetti, che in relazione alla scelta di modalità attuative e ambiti tematici di riferimento, i programmi mostrano approcci molto differenziati. Similmente, il quadro delle sinergie presenta elementi di continuità e discontinuità rispetto a quanto riscontrato nel Rapporto 2017.
La considerazione delle amministrazioni regionali
Circa un terzo delle amministrazioni regionali considera gli interventi OT11 e OT2 perseguiti dai POR come del tutto separati. In relazione alle sinergie tra OT11/OT2 e gli altri OT, la rilevazione ha messo in luce, rispetto al 2017, un numero maggiore di sinergie con riferimento all’OT11 e un numero minore nell’OT2. Rispetto al 2017, risultano più numerose le sinergie OT11-OT3 e OT11-OT6. Frequenti sono risultate anche le sinergie tra OT11 e PRA mentre, come nella scorsa rilevazione, hanno scarseggiato le sinergie tra gli interventi OT11/OT2 dei POR e gli interventi attuati a valere su risorse dei PON (incluso il PON Governance), del Fondo sviluppo e coesione (FSC) e delle politiche ordinarie. Il Rapporto ha riscontrato che il fattore principale alla base della realizzazione di sinergie sia stato un metodo di lavoro fondato sulla prassi di un dialogo costante all’interno dell’amministrazione e sulla pianificazione integrata delle diverse fonti di finanziamento.
È pertanto su questi elementi che si dovrebbe puntare per rafforzare il perseguimento di approcci maggiormente integrati e sinergici tra diversi programmi e fonti di finanziamento.
Conclusioni sui casi di studio
Anche i due casi di studio tematici – sul miglioramento della performance della PA, tramite associazionismo, cooperazione e reingegnerizzazione dei processi, e sul supporto al deployment territoriale delle infrastrutture digitali immateriali – hanno evidenziato una serie di interessanti conclusioni.
Pur con le dovute differenze e specificità legate ai due ambiti d’intervento e ai progetti stessi, entrambi i casi di studio hanno fatto emergere fattori di criticità e di successo comuni. Una delle lezioni apprese dal monitoraggio, quindi, è l’opportunità di coinvolgere le amministrazioni in scambi, strutturati ed evidence-based, di esperienze e know-how.
In particolare, i casi di studio suggeriscono l’utilità di un ruolo di stimolo dal centro a supporto delle amministrazioni nazionali, regionali e locali, con la duplice finalità di indirizzare e meglio coordinare gli interventi sui temi sopra citati (e potenzialmente altri) e di offrire, al tempo stesso, un supporto competente e fattivo sulle metodologie più utili ad affrontare le criticità che sono tipicamente associate ad essi.
Dal lavoro di monitoraggio svolto è emersa, inoltre, l’utilità di fare tesoro della significativa progettualità che l’attuale fase della programmazione ha ormai maturato, sia in chiave di diffusione e trasferimento, come in parte si è già iniziato a fare attraverso il “Catalogo delle esperienze OT11 OT2”, sia in ottica di continuità e consolidamento dei progressi realizzati. Il CdP potrebbe svolgere un ruolo di snodo strategico e operativo per questo tipo di attività, anche tramite l’attivazione e la facilitazione di tavoli di confronto e discussione.
Linee di indirizzo per la programmazione 2021-2027
Infine, il lavoro svolto ha evidenziato alcune importanti linee di indirizzo per la programmazione 2021-2027: primo, la diversa architettura della politica di coesione prevista nelle proposte della Commissione preannuncia la necessità ancora più marcata di un’azione di regia e stimolo dal Centro.
Infatti, benché il tema della capacità amministrativa non appaia univocamente delineato e inquadrato in un obiettivo specifico, il fabbisogno di rafforzamento delle amministrazioni come precondizione chiave per il successo delle politiche pubbliche (e, più in generale, per la competitività del Paese) permane, come anche richiamato nelle recenti Raccomandazioni Paese (2019) e nel Country Report per l’Italia.
In questo contesto, in cui il tema della capacità amministrativa evidenzia tutta la sua polisemicità – quale rafforzamento sistemico e strutturale delle pubbliche amministrazioni, quale leva a supporto delle policy settoriali e quale strumento specifico a sostegno delle amministrazioni che gestiscono i fondi – diviene più che mai urgente e necessario assicurare la realizzazione di una visione strategica complessiva, nonché garantire una governance d’insieme che guardi, fin dalla fase della programmazione, ai temi delle sinergie e delle complementarietà tra POR e PON, tra la trasformazione digitale e il rafforzamento della capacità amministrativa, nonché tra questi e le politiche nazionali. È anche su questi ambiti, così cruciali per l’efficacia dell’azione pubblica, che una decisa linea di indirizzo da parte del Governo centrale potrà rivelarsi fondamentale. Un forum come il Comitato OT11-OT2, pertanto, potrebbe evolvere in questa chiave e acquisire un ruolo ancora più centrale.
Note
1
Questo breve articolo è la sintesi dei principali risultati del lavoro di monitoraggio sugli OT11 e 2 (Agenda Digitale) realizzato per il Comitato di Pilotaggio OT11-OT2 da un gruppo di lavoro che ha incluso, oltre alle scriventi (rispettivamente, coordinatrice dei lavori per il DFP e direttrice scientifica e coordinatrice del gruppo di lavoro), anche: Paola Sorbelli (core team per il DFP, supporto alla supervisione e al controllo), Brunella Zimarino e Niccolò Alessandro Eugenio Mattia (core team, con coordinamento operativo a cura di Niccolò Alessandro Eugenio Mattia); Antonella Nota (analisi statistiche e dati finanziari); Carlo Chiattelli, Grazia De Maio, Antonio Di Stefano, Ettore Galluccio, Marco Mena (precompilazioni fiche e casi di studio); Edoardo Barbella (impostazione web e elaborazione dati rilevazioni presso le amministrazioni); Francesco Catalini (impaginazione grafica, revisione linguistica). Maria Barilà, ex Capo Dipartimento Funzione Pubblica, e Andrea D’Acunto, EY, hanno seguito le attività in tutte le diverse fasi.
2
Il Comitato è presieduto dal Dipartimento della Funzione Pubblica ed è composto dalle amministrazioni con funzioni di coordinamento dei Fondi FESR e FSE (Dipartimento per le politiche di coesione, Agenzia per la Coesione Territoria le, Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro); dalle altre Amministrazioni centrali responsabili della gestione di Programmi Operativi che prevedono interventi nell’ambito dell’OT11 e dell’OT2, per la componente di Agenda Digitale (Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Ministero dell’Interno, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca); dall’Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l’Unione europea (IGRUE); dall’Agenzia per l’Italia Digitale; dalle Regioni, con sei rappresentanti, indicati dalla Conferenza Stato Regioni per le tre tipologie (più sviluppate, meno sviluppate, in transizione) e per l’Obiettivo Tematico 11 e l’Obiettivo Tematico 2 (Agenda digitale). Al Comitato partecipa inoltre la Commissione europea (Direzione Generale della politica regionale e urbana e Direzione Generale occupazione, affari sociali e inclusione).
3
Basilicata, Molise e Sicilia hanno modificato i tassi di cofinanziamento del PO e ciò si è tradotto, per tali Regioni, in una contrazione in valore assoluto delle risorse dell’OT2 (Crescita Digitale). Tali contrazioni assolute non hanno però impattato sui valori percentuali per quel che riguarda i POR Basilicata e Sicilia.