Le politiche di coesione e lo sviluppo dei territori
Le politiche di coesione trovano una loro collocazione negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. In particolare, la politica di coesione sostiene la politica urbana, il 50% delle risorse del FESR sarà investito in aree urbane. Senza tralasciare anche i programmi a titolarità dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, come il PON METRO che agisce sullo sviluppo urbano e sulle azioni di innovazione che dalle città prendono forma. Ecco perché questi saranno in primo piano a ICity Lab 2017 (Milano, 24-25 ottobre)
19 Luglio 2017
Patrizia Fortunato
Le politiche di coesione trovano una loro collocazione negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, che quest’anno ha definito il tema centrale di FORUM PA e costituirà il framework di analisi per la classifica delle smart city italiane che FPA presenterà durante ICity Lab 2017. Già molte delle priorità del Quadro strategico nazionale 2007-2013 erano inquadrabili nei 17 goal individuati dall’ONU come irrinunciabili per uno sviluppo sostenibile. Ora, nel quadro regolamentare della programmazione 2014-2020, gli Stati membri e la Commissione devono assicurare la piena integrazione per lo sviluppo sostenibile e le Autorità di Gestione dei Programmi Operativi Nazionali e Regionali sono chiamate ad attuare azioni per declinare le politiche di coesione sui territori, garantire i risultati che apportino benefici sociali, economici, ambientali. La politica di coesione sostiene la politica urbana, il 50% delle risorse del FESR sarà investito in aree urbane. Senza tralasciare anche i programmi a titolarità dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, come il PON METRO che agisce sullo sviluppo urbano e sulle azioni di innovazione che dalle città prendono forma.
Con “Europa 2020” l’Unione Europea aveva adottato una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva proponendo 5 ambiziosi obiettivi. Contribuisce alla strategia 2020 la politica di coesione con ben 11 obiettivi tematici, una politica fortemente innovativa che guarda i bisogni dei territori con un incisivo impatto sociale.
Negli ultimi tre anni il nostro paese ha mostrato una ripresa della capacità amministrativa, dettata, come ha sottolineato il ministro Claudio De Vincenti durante FORUM PA 2017, dal nuovo assetto istituzionale che l’Italia si è data, prima con la costituzione del Dipartimento per le politiche di coesione e poi con l’Agenzia per la coesione territoriale e infine con le politiche che il precedente e l’attuale governo stanno attuando, facendo leva su questa nuova configurazione istituzionale amministrativa centrale.
Nel rapporto tra amministrazioni centrali e amministrazioni regionali e locali, è stata fondamentale la costituzione delle task force, coordinate dall’Agenzia per la Coesione Territoriale. Questo sistema di governance, fondato sull’azione di accompagnamento, di attività di co-decisione e co-monitoraggio tra amministrazione centrale e amministrazione regionale, ha contribuito al recupero dei fondi strutturali 2007-2013 e al rafforzamento della capacità amministrativa dei territori. La riorganizzazione in diverse realtà ha significato un dato impattante sulla programmazione 2007-2013, condiviso durante FORUM PA anche da Maria Ludovica Agrò, direttore generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale: il pieno assorbimento delle risorse (si partiva al 31 dicembre 2011 dal 15% di spesa dei fondi strutturali della programmazione 2007-2013) si è concluso al 31 dicembre 2015 e certificato al 31 marzo scorso al 101%.
Il giudizio della Commissione sull’attuazione della programmazione è complessivamente positivo, lo ha evidenziato Christopher Todd, capo dell’Unità per l’Italia della DG Politiche regionali della Commissione Europea, riportando alcuni dati: a fine gennaio il tasso di selezione dei progetti per l’Italia è del 32,8% della dotazione complessiva dei Fondi Europei, sopra la media europea che si attesta al 24,2%. Anche se ci sono delle differenze nell’assorbimento delle risorse (all’80%, al 40%, se non in alcuni casi all’1%) dei singoli programmi operativi nazionali (PON) e regionali (POR), con il rischio per alcuni di questi programmi di non raggiungere i target intermedi fissati al 2018.
È partita la cabina di regia per la gestione dei fondi di sviluppo e coesione del periodo 2014-2020 che coordina gli interventi, in un’ottica di coerenza e sinergia con i fondi strutturali e l’attuazione dei programmi operativi regionali e nazionali. È disponibile una mole consistente di risorse per tutto il ciclo di programmazione, composta da 73,7 miliardi di euro di fondi strutturali, di cui 42,7 vengono dal bilancio europeo e 31 dal bilancio nazionale, e da 54,8 miliardi del Fondo sviluppo e coesione. Tra gli interventi infrastrutturali importanti si ricorda la realizzazione della Banda Ultralarga sul territorio nazionale anche nelle aree cosiddette a fallimento di mercato e la realizzazione dei Patti per il Sud come strumento attuativo del masterplan per il Mezzogiorno e definizione degli interventi con regioni, città metropolitane, sindaci e cittadini, in linea con un disegno di coesione che parte dai bisogni del territorio.
Concorde con il goal 11 dell’Agenda 2030, “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”, è su queste innovazioni che sta puntando l’Agenzia per la Coesione Territoriale, insieme al Dipartimento per le politiche di coesione, occupandosi di social impact. La politica della coesione ha orientato le risorse su punti di sostenibilità: ricerca, agenda digitale, industria 4.0, occupazione, inclusione sociale.
La coesione rappresenta un pilastro della politica europea, ma è una politica nazionale. Lo ha ricordato Vincenzo Donato, Capo Dipartimento per le politiche di coesione: quasi 3/4 delle risorse utilizzate per le politiche di coesione sono risorse nazionali.
Non una politica calata dall’alto, ma che guarda allo sviluppo del territorio in una strategia integrata e tutto questo si collega con il concetto di sostenibilità sociale.
Per un approfondimento sul tema, proponiamo gli atti del convegno condivisi durante “Le politiche di coesione per lo sviluppo equo e sostenibile”.