Programmazione europea e programmazione dello sviluppo sostenibile
La programmazione dei fondi strutturali, anche in vista del prossimo periodo 2021-2027, non può non coincidere con gli obiettivi della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS).
5 Marzo 2020
Massimiliano Roma
Responsabile Area Enti Pubblici, FPA
Nel 2015, a un anno dall’inizio dell’attuale ciclo di programmazione dei fondi europei, il messaggio chiave che il FORUM PA veicolava in tutti gli appuntamenti dedicati alla politica di coesione era che non poteva esistere programmazione europea che non coincidesse, nelle azioni e negli obiettivi, con la ‘programmazione Paese’.
Tale idea nasceva dalla constatazione che, troppo spesso in passato, alla spesa dei Fondi strutturali e di investimento europei (SIE) non era corrisposta una strategia generale di sviluppo del Paese, portata avanti con coerenza e continuità dai vari Governi in settori chiave come scuola, trasporti, infrastrutture.
Oggi possiamo articolare ulteriormente quel messaggio e affermare che la programmazione dei fondi strutturali, anche in vista del prossimo periodo 2021-2027, non può non coincidere con gli obiettivi della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) che il nostro Paese si è dato.
La Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile
La Strategia, approvata nel 2017, costituisce l’elemento cardine per l’attuazione in Italia dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ed è strutturata in cinque aree, corrispondenti alle cosiddette ‘5P’ dello sviluppo sostenibile proposte dall’ONU: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership.
Il documento nasce come frutto di un intenso processo di consultazione con le amministrazioni centrali, le Regioni, la società civile e il mondo della ricerca. La sua gestazione e la definizione della governance rappresentano un percorso complesso, che ha subito in questi anni non pochi rallentamenti.
Dopo una prima fase di coordinamento e impulso da parte del Ministero dell’ambiente, la Strategia passa a marzo 2018 sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri. La governance, nella sua articolazione, prevede un confronto continuo tra il centro e le Regioni che hanno il compito dell’attuazione sui territori.
Il progetto CReIAMO PA
Per supportare le amministrazioni regionali in questo difficile processo, il Ministero dell’ambiente ha avviato dei percorsi di affiancamento attraverso il progetto CReIAMO PA, finanziato dal PON Governance 2014-2020 per attivare sinergie tra le Regioni e rafforzare la loro capacità istituzionale.
L’ultimo passaggio in ordine cronologico è la costituzione della Cabina di regia “Benessere Italia” a luglio 2019 per rilanciare l’impegno del nostro Paese verso la sostenibilità. La Cabina di regia, voluta fortemente dal Presidente del Consiglio Conte, si presenta come organo di supporto alle politiche del benessere e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, attraverso il coordinamento e il monitoraggio delle attività di ministeri, Regioni ed enti locali.
La Cabina avrà il compito di potenziare le iniziative del Governo italiano per il Benessere Equo e Sostenibile (BES) e per la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile nell’ambito degli impegni sottoscritti dall’Italia per l’Agenda 2030. I segnali sono, quindi, incoraggianti dato che il Governo sembra aver seriamente messo tra le priorità il tema della sostenibilità, annunciando un pacchetto di interventi nell’ultima legge di bilancio volti a promuovere un Green New Deal tutto italiano.
Le politiche cofinanziate dai fondi strutturali
Ad oltre due anni dalla sua definizione e nonostante i recenti progressi, il percorso di attuazione della Strategia deve evidentemente compiere un salto di qualità e un’accelerazione. A questo proposito, una grande opportunità viene fornita dal quadro delle politiche cofinanziate dai fondi strutturali e di investimento sia per l’attuale ciclo di programmazione 2014-2020, sia in vista del prossimo periodo 2021-2027.
La possibilità di orientare sin da subito gli investimenti del ciclo dei fondi 2014-2020 verso interventi coerenti con la Strategia nazionale emerge dai dati che indicano il livello di spesa e le risorse ancora da impegnare sui temi chiave della SNSvS.
Obiettivi come istruzione e agenda digitale, contrasto alla povertà, promozione della salute e del benessere delle persone, gestione sostenibile delle risorse naturali e decarbonizzazione dell’economia sono pienamente riconducibili alla gran parte degli obiettivi tematici previsti dall’Accordo di Partenariato 2014-2020.
Gli Obiettivi Tematici
In particolare, se sommiamo le risorse per gli Obiettivi Tematici maggiormente riconducibili alla SNSvS (2-Agenda digitale, 4-Low Carbon Economy, 5-Clima e Rischi ambientali, 6-Valorizzazione ambiente e cultura, 7-Reti Infra strutturali e mobilità, 8-Occupazione, 9-Inclusione sociale, 10-istruzione e formazione) vediamo che le risorse già impegnate in progetti definiti sono il 47% circa del totale.
Questo significa che l’Italia, a un anno dal termine della programmazione, non ha ancora deciso come spendere 19 miliardi di euro rispetto ai 38 miliardi messi a disposizione dai fondi strutturali per gli obiettivi riconducibili a uno sviluppo equo e sostenibile.
Le risorse sono allocabili e spendibili da subito, il committment politico sembra essere chiaro. Si tratta ora di tradurre tale volontà in azioni concrete che creino una forte connessione tra la politica di coesione, la maggiore politica di investimenti pubblici in atto nel nostro Paese, con la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e un maggiore coordinamento tra i diversi attori coinvolti.
Le raccomandazioni di ASviS
Nella direzione di un maggior coordinamento degli interventi, si muovono le recenti raccomandazioni dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) che chiedono ai diversi ministri coinvolti un atto di indirizzo che indichi la loro responsabilità per conseguire i Sustainable Development Goals (SDGs), che rafforzi il ruolo della Cabina di regia “Benessere Italia” e che sostenga l’introduzione di una valutazione ex-ante della legislazione alla luce degli SDGs.
La stretta connessione tra la programmazione dei fondi SIE e la SNSvS è un obiettivo da perseguire anche per il 2021-2027. Il bilancio europeo per tale periodo ha stanziato 379 miliardi di euro espressamente dedicati ad azioni per ambiente e per il clima, oltre ai 443 miliardi per le politiche di sviluppo regionale e coesione che possono essere orientati alla sostenibilità.
Le modifiche della Commissione
La Commissione, inoltre, sempre per il periodo 2021-2027 ha proposto alcune modifiche orientate a rendere la programmazione più semplice, flessibile ed efficiente.
Prima fra tutte, la riduzione degli attuali undici obiettivi tematici in cinque più ampi obiettivi che consentiranno agli Stati di essere flessibili nel trasferire le risorse nell’ambito di una priorità, e in particolare:
• a smarter Europe per la promozione di una trasformazione economica innovativa e intelligente;
• a greener, low-carbon Europe per la promozione di una transizione verso un’energia pulita ed equa, di investimenti verdi e blu, dell’economia circolare, dell’adattamento ai cambiamenti climatici e della gestione e prevenzione dei rischi;
• a more connected Europe per il rafforzamento della mobilità e della connettività regionale;
• a more social Europe per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali;
• a Europe closer to citizens per la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e delle iniziative locali.
Il Documento di riflessione sull’Agenda 2030
L’impegno della Commissione europea è ribadito nel Documento di riflessione sull’Agenda 2030 presentato a gennaio 2019 in cui si conferma la volontà dell’Unione di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche in relazione all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, e prepara il terreno per una strategia globale dell’UE per gli anni 2019-2024.
La direzione è chiara, così come gli strumenti e le risorse messe in campo dall’Unione. L’Italia ha già risposto avviando la discussione attraverso tavoli dedicati e identificando 4 temi ‘unificanti’: Lavoro di qualità, Territorio e risorse naturali per le generazioni future, Omogeneità e qualità dei servizi per i cittadini, Cultura come veicolo e spazio di coesione.
Vedremo come i documenti di sintesi prodotti dai tavoli saranno utilizzati nel processo di negoziazione con l’Europa e nella definizione dell’Accordo di Partenariato che declinerà gli obiettivi e le risorse in programmi operativi, e in che modo sapremo tradurre tutte le opportunità del prossimo ciclo di programmazione in azioni concrete e coerenti nella prospettiva di uno sviluppo in linea con l’Agenda 2030.
Questo articolo fa parte di FPA Annual Report 2019