Transizione energetica e politiche di coesione: il ruolo della regione Campania nel contrastare il cambiamento climatico
I principi ‘Do No Significant Harm’ e ‘climate proofing’, obblighi introdotti nel ciclo di programmazione europeo 2021-2027, rappresentano una significativa opportunità e allo stesso tempo una sfida per le amministrazioni chiamate a implementarli. Nel contesto del Programma Regionale Campania FESR, questi obblighi si traducono in azioni concrete: le imprese campane ottengono sostegno per l’efficientamento dei loro sistemi produttivi e per investire in energie rinnovabili, assicurando che ogni intervento sia valutato in termini di impatto ambientale e climatico
27 Dicembre 2024
Patrizia Fortunato
Content Editor, FPA
Senza dubbio, la transizione energetica, con lo sforzo globale per decarbonizzare tutti i settori, è una priorità, non solo per la politica ma anche per i cittadini. L’indagine Eurobarometro Flash 550[1], condotta tra giugno e luglio 2024 sulla base di interviste online rivolte a 25.658 cittadini dell’UE nei 27 Stati membri, mostra che più di tre intervistati su dieci (il 33%) considerano l’ambiente e i cambiamenti climatici come ambiti che l’UE dovrebbe affrontare in via prioritaria. Parallelamente, il 35% degli europei ritiene che le questioni ambientali e i cambiamenti climatici costituiscano l’attuale sfida principale che l’UE si trova ad affrontare. E alla domanda su quale valore l’UE rappresenti meglio rispetto al resto del mondo, il 45% degli intervistati europei ha indicato il rispetto per la natura e la protezione del clima e dell’ambiente.
Una priorità supportata dalla politica di coesione, che svolge un ruolo chiave nell’attuazione degli obiettivi del Green Deal di realizzare una transizione sostenibile e socialmente equa e di fare dell’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Il tutto fornendo sostegno finanziario attraverso il Fondo sociale europeo (FSE+), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo di coesione (FC). “Nel periodo 2021-2027, si prevede di destinare oltre 100 miliardi di EUR al sostegno alla transizione verde tramite progetti che promuovano infrastrutture per le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, i trasporti sostenibili, l’adattamento ai cambiamenti climatici e iniziative sulla gestione del rischio di disastri, l’economia circolare, la gestione delle risorse idriche e la conservazione della natura”[2].
È attraverso la valorizzazione del patrimonio materiale, ad esempio promuovendo l’integrazione di fonti rinnovabili negli edifici, che si incoraggia l’adozione di comportamenti ecocompatibili. Ma come avviene questo passaggio? Un passo alla volta.
Dalle direttive europee sull’efficienza energetica, adottate nell’ambito del pacchetto Fit for 55, che fissano l’obiettivo intermedio di una riduzione dei consumi energetici nei Paesi UE di almeno l’11,7 % entro il 2030, o dalla Direttiva EU ETS-Emission Trading System che integra il Green Deal europeo, si passa al raggiungimento degli obiettivi attraverso misure normative locali, regionali, nazionali e comunitarie sui consumi di energia primaria, fino ad incrementare il risparmio energetico e trasformare fabbriche, edifici pubblici, imprese, abitazioni, in edifici a energia quasi zero o a emissioni zero. Il Programma Regionale Campania FESR 2021-2027 permette in parte questo: sostegno alle imprese campane nella promozione di efficientamento e risparmio energetico.
PR Campania FESR: sostegno alle imprese per sostenibilità energetica
Con Decreto Dirigenziale n. 54 del 27 gennaio 2023, la Regione Campania ha lanciato l’avviso pubblico per il sostegno alle grandi, piccole e medie imprese campane attive sul territorio regionale per la realizzazione di interventi di efficienza e riqualificazione energetica degli impianti e delle strutture produttive, con una diminuzione dei costi delle emissioni climalteranti di almeno il 30%.
La dotazione finanziaria complessiva è di 50 milioni di euro, di cui 5 milioni derivanti dai rientri della programmazione del POR FESR 2007/2013 (destinati principalmente alle grandi imprese, con una parte riservata alle piccole e medie imprese) e una quota significativa, pari a 45 milioni, finanziata dal Programma Regionale Campania FESR 2021-2027, Priorità 2. Energia, Ambiente e Sostenibilità – Azione 2.1.1“Riqualificazione ecologica dei processi di produzione e miglioramento della sostenibilità̀ energetica di imprese” (destinata esclusivamente alle piccole e medie imprese).
L’utilizzo di tali risorse è profondamente connesso al rispetto della seconda delle cinque sfide prioritarie del PR Campania FESR 2021-2027: una Campania più verde. Come illustrato nel documento di sintesi del programma alla sezione dedicata (sfida 2), la strategia regionale mira a supportare la transizione ecologica delle imprese, a rafforzare la sostenibilità di edifici pubblici e privati agendo in modo integrato attraverso la riqualificazione energetica, la produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo e la creazione di comunità energetiche, la riduzione dei consumi e l’adeguamento sismico.
La Commissione, appositamente nominata dalla Regione, effettuata la verifica di ammissibilità e la valutazione di merito delle domande di partecipazione, ha ammesso a finanziamento 72 progetti innovativi su 113 proposte presentate; 5 sono state dichiarate inammissibili e 36 ammissibili ma non finanziabili. Si legga a tal proposito il Decreto Dirigenziale n. 576 del 10 luglio 2023 emesso dall’amministrazione regionale.
La selezione delle domande è avvenuta attraverso una procedura a graduatoria. I finanziamenti sono stati approvati in ordine decrescente di punteggio, fino all’esaurimento delle risorse disponibili, ovvero fino alle proposte che hanno conseguito 84 punti, sulla base di determinati criteri di valutazione, quali: misurabilità della riduzione delle emissioni inquinanti e del risparmio energetico complessivo proposto; ottimizzazione del risparmio conseguito, con priorità per gli interventi che prevedono la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili (FER); contributo alla promozione dello sviluppo sostenibile e alla tutela ambientale, con punteggio aggiuntivo per la rimozione e smaltimento di coperture in cemento amianto contestuale alla realizzazione di un nuovo impianto o interventi di bonifica dei terreni destinati a tale scopo; presenza giovanile o femminile, con punteggio attribuito per la presenza nella compagine societaria di almeno un componente con età non superiore a 35 anni oppure di sesso femminile.
I progetti finanziati coprono due linee di intervento: linea A ‘efficientamento dei sistemi produttivi e delle strutture delle imprese’, che include soluzioni come l’adozione di sistemi di building automation e sistemi di telecontrollo per l’illuminazione e la climatizzazione interna mediante timer, sensori di luminosità, presenza, movimento, concentrazione di umidità, CO2 o inquinanti; linea B ‘impianti per la produzione di energia proveniente da fonti energetiche rinnovabili delle imprese’, che comprende soluzioni fotovoltaiche, geotermiche o idroelettriche.
L’agevolazione è concessa sotto forma di contributi in conto capitale fino a una misura massima della spesa ammissibile, che varia da un minimo di 150mila euro a un massimo di 2 milioni di euro. Le percentuali di copertura sono definite in base alla linea di intervento e alla dimensione dell’impresa beneficiaria: per gli interventi di efficienza energetica delle imprese (linea A), la copertura dei contributi è del 65% delle spese ammissibili per le piccole imprese, del 55% per le medie imprese e del 45% per le grandi imprese; per gli interventi di produzione di energia da fonti rinnovabili delle imprese (linea B), è invece dell’80% delle spese ammissibili per le piccole imprese, del 70% per le medie imprese e del 60% per le grandi imprese.
Efficienza energetica e sostenibilità: i risultati attesi dai nuovi interventi
La Regione Campania, insieme all’autorità di gestione del FESR Campania, ha affrontato la sfida di armonizzare le regolamentazioni comunitarie con quelle locali in tema di autorizzazioni ambientali. Nel quadro del Programma Regionale Campania FESR, si pone l’obbligo di rispettare il principio del ‘Do No Significant Harm’ (DNHS), concepito per garantire che le politiche e i progetti finanziati dall’UE non causino impatti negativi sull’ambiente, e il principio dell’immunizzazione dagli effetti del clima (climate proofing[3]), adottato per evitare che le infrastrutture diventino vulnerabili a potenziali impatti climatici a lungo termine. Questo processo assicura che, nella pianificazione degli investimenti, sia prestata attenzione a evitare effetti negativi sulle infrastrutture, garantendo la coerenza dei progetti con l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
La Regione Campania si è dotata di strumenti e competenze per gestire questi obblighi, dimostrando un impegno verso lo sviluppo sostenibile e l’efficienza energetica. E allora, quali risultati ci si aspetta da questi progetti? Sarà interessante valutarne i vantaggi a lungo termine, di certo sono interventi che consentono di porre in essere azioni di mitigazione[4] e adattamento ai cambiamenti climatici, ovvero azioni volte a diminuire l’impatto del riscaldamento globale e le sue conseguenze, come la riduzione delle emissioni di gas serra, l’adozione di pratiche sostenibili e il miglioramento dell’efficienza energetica.
[1] L’indagine, dal titolo Sfide e priorità dell’UE, esamina temi chiave, quali: i punti di forza e le sfide percepiti dell’UE; i settori prioritari per l’UE; le sfide globali che incidono sull’UE; i valori meglio incarnati dall’UE rispetto ad altri paesi del mondo.
[2] Nona relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale, pubblicata dalla Commissione europea lo scorso 27 marzo, che presenta una valutazione dello stato della coesione nell’Unione.
[3] L’immunizzazione dagli effetti del clima degli investimenti in infrastrutture sostenuti deriva dal Regolamento di disposizioni comuni applicabili per la programmazione 2021-2027, ed è parte integrante della programmazione e dell’attuazione dei fondi di coesione
[4] Almeno il 30 % del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il 37 % del Fondo di coesione (FC) devono essere destinati a sostenere l’azione per il clima (mitigazione e adattamento), come riportato nella nona relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale.