Vitcheva: “Per lo sviluppo fondamentali dialogo, strumenti finanziari adeguati e semplificazione”
I Fondi messi a disposizione dall’Europa non hanno solamente il fine di rendere competitive le aziende, ma perseguono come obiettivo principale quello del miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini dell’Unione
19 Gennaio 2017
Redazione FPA
Charlina Vitcheva, membro della Commissione Europea e Direttore generale Crescita intelligente e sostenibile e Europa Meridionale, è stata una dei protagonisti del convegno “La politica di coesione costruisce il futuro” che si è svolto il 24 maggio a FORUM PA 2016.
Negli ultimi ventuno anni, nell’ambito della programmazione relativa ai Fondi strutturali e d’investimento europei, l’Italia ha attinto 63 miliardi. Nel settennato 2007/2013 si è classificata terza nel ranking dei Paesi che hanno ottenuto più finanziamenti, alle spalle solo di Polonia e Spagna. Nel periodo 2014/2020 è previsto invece che l’Italia salga di una posizione, sorpassando la Spagna all’interno di questa speciale classifica. Nel periodo in questione all’Italia arriveranno, infatti, oltre 42 miliardi in sette anni, capitale disponibile grazie a diversi strumenti finanziari comunitari; per avere un’idea della consistenza dei Fondi basti pensare che questa cifra corrisponde a più del 15% degli investimenti pubblici europei in Italia.
I Fondi messi a disposizione dall’Europa non hanno solamente il fine di rendere competitive le aziende, ma perseguono come obiettivo principale quello del miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini dell’Unione. Con questa logica si stanno muovendo anche le altre direttive, come il supporto ad oltre quattromila e cinquecento startup, i seimila progetti in ricerca e sviluppo e i duemila e cinquecento progetti che coinvolgono, in un rapporto di mutuo scambio, il mondo della ricerca e le aziende. Due milioni e trecentomila persone coperte dalla banda larga e ancora tantissime che, grazie ai lavori che sono stati fatti e che verranno fatti, hanno migliorato o miglioreranno la propria mobilità urbana. Certamente i risultati di questi corposi interventi potranno vedersi pienamente solo nel 2023.
L’Unione Europea, per quel che riguarda la nuova programmazione, ha intenzione di muoversi in maniera più strategica rispetto a quanto fatto finora. L’intento è quello di adottare un quadro di lettura sinergico e complementare di tutte le dinamiche. Lavorare per tutti e non per uno solo, dunque. In questa ottica non ha più senso l’esistenza di due strategie d’investimento diverse, una nazionale e una europea; tutto deve ricondursi a una sola.
Questo articolo è uno degli approfondimenti raccolti nel FPA Annual Report 2016. La pubblicazione è gratuita, ma per scaricarla è necessario essere iscritti alla community di FPA. Scarica FPA Annual Report 2016.
Altro aspetto cardine attorno al quale ruota il modello di crescita è quello della chiarezza: bisogna aver chiari quali sono i migliori investimenti in grado di implementare la competitività a livello sia europeo che globale. L’economia globale si sta sviluppando davvero molto velocemente, ragion per cui bisogna procedere rapidamente con l’innovazione.
Inoltre, oggi si tende a concentrare i fondi su poche priorità. La crescita però non può che passare da una multi-concentrazione, nel senso che gli investimenti vanno diversificati su almeno quattro aree diverse: ricerca, sviluppo e innovazione, competitività del mercato e, a fare da collante tra tutti questi elementi, la digital economy.
Perseguire una crescita completa e continua significa anche orientarsi al risultato. Per questo motivo la Vitcheva chiede che ci si dimentichi dei soldi per concentrarsi sui risultati, un aspetto che troppo spesso viene posto in secondo piano.
Per quel che riguarda lo sviluppo ci sono due condizioni che l’Europa ritiene indispensabili: gli strumenti finanziari e la semplificazione. I primi vanno coordinati tra loro e con quelli nazionali, mentre per quel che riguarda la semplificazione la stessa Vitcheva afferma che stanno facendo di tutto per semplificare tutti i procedimenti; un primo passo è stato quello di uniformare le regole per l’accesso a tutti i Fondi.
Quanto detto è fondamentale per sviluppare una strategia europea di sviluppo unitaria, senza mai dimenticare che tutto passa necessariamente dal dialogo tra le varie comunità e dalla cooperazione tra territori.