Anziani, laureati e con una forte presenza femminile a FORUM PA 2019 l’identikit dei dirigenti pubblici italiani
Quanto siamo lontani dal profilo di dirigenza che si sta cercando da diverse stagioni di riforma? Dopo la ricerca sul pubblico impiego, FPA presenta il suo studio sui dirigenti pubblici
15 Maggio 2019
Redazione FPA
Sono sempre più anziani, uno su quattro ha superato i 60 anni, e hanno raggiunto posizioni dirigenziali dopo una lunga gavetta nella Pubblica Amministrazione, ben 20 anni nel 50% dei casi. Più della metà è donna, l’8% in più del 2007, ma l’avanzata “rosa” è dovuta più al taglio di oltre 10mila colleghi che a un aumento delle assunzioni femminili. Sono in possesso di un elevato livello di istruzione, il 97% è laureato e il 16% ha un titolo superiore alla laurea, ma raramente aggiornano le proprie competenze: in media ogni dirigente ha usufruito di meno di due giornate di formazione all’anno.
È questo l’identikit dei dirigenti della PA italiana scattato da una ricerca di FPA presentata oggi a FORUM PA 2019per capire quanto siamo lontani dal profilo di dirigenza che si sta cercando da diverse stagioni di riforma. L’indagine ha elaborato i dati della Ragioneria di Stato dei 44.497 dirigenti pubblici con un effettivo ruolo dirigenziale, su un totale dei 169mila “ufficiali” (non sono considerati medici, magistrati, diplomatici, prefetti e personale in carriera penitenziaria, che hanno un contratto da dirigente senza un vero e proprio ruolo “direttivo”), pari all’1,4% del totale pubblico impiego.
“Il fatto che il 28,5% abbia già compiuto i 60 anni e si contino appena 212 persone sotto i 35 anni dimostra che la dirigenza pubblica non è un affare per giovani e che le riforme della carriera non sono riuscite a modificare le caratteristiche, ancorando le carriere a modelli organizzativi e gestionali – afferma Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA -. Per l’elevata età anagrafica, con le novità introdotte in fatto di pensionamento, molti dirigenti potrebbero andare in pensione a breve: circa 12mila hanno già superato i 62 anni e un terzo di questi ha maturato oltre 38 anni di anzianità contributiva. Ed è necessario un investimento per l’aggiornamento delle competenze: solo due giornate di formazione l’anno di media è troppo poco per figure apicali che dovrebbero guidare un’amministrazione nel processo di innovazione”.
I risultati nel dettaglio
L’età – I dirigenti sono più anziani rispetto alla media generale del pubblico impiego, pari a 50,6 anni. Ai vertici delle amministrazioni pubbliche l’età media sale a oltre 55 anni, 55,6 per gli uomini e 54,7 per le donne. Si assiste a un progressivo invecchiamento rispetto al 2007, anno in cui l’età media dei dirigenti era di 53 anni.
L’anzianità di servizio – Più del 50% dei dirigenti pubblici lavora nella PA da oltre vent’anni e la percentuale sale al 60% se si restringe l’analisi ai soli dirigenti di prima fascia, che hanno svolto questa lunga gavetta interamente nella PA centrale. I dirigenti con minore anzianità di servizio si concentrano quasi soltanto fra i dirigenti scolastici e negli enti locali.
Il genere – Confrontando i dati sulla presenza femminile fra i dirigenti pubblici nel 2007 e nel 2017, emerge una progressiva riduzione del divario di genere, con le dirigenti donne passate dal 42% al 50,6% del totale, per la diminuzione di oltre 10.000 dirigenti uomini a fronte di una stabilità del turn over femminile. La tendenza è molto più evidente nelle professioni sanitarie: fra i dirigenti non medici del SSN le donne sono più del doppio degli uomini.
La formazione – Quasi tutti i dirigenti pubblici sono laureati (il 97%) e fra questi il 16,2% ha dottorati di ricerca, specializzazioni o altri titoli post laurea. Nel restante 3% figurano prevalentemente dirigenti non medici del Servizio Sanitario Nazionale, qualche dirigente comunale e addirittura 57 dirigenti di 2° fascia al Ministero della Giustizia. I dirigenti hanno usufruito di 87.872 giornate di formazione nel 2017: qualche ora in più rispetto al resto del personale, ma comunque meno di due giornate l’anno per dirigente.
Le retribuzioni – I dirigenti della PA guadagnano in media 81mila euro annuali, con punte (medie) di 230mila euro tra i dirigenti di prima fascia degli enti pubblici non economici e, all’estremo opposto, di circa 60mila euro fra i dirigenti degli istituti di formazione artistico museale, della scuola e i dirigenti non medici del SSN. I dati rivelano dunque elevati differenze retributive, con un notevole divario fra i 498 dirigenti di EPNE, agenzie fiscali e Presidenza del Consiglio dei Ministri (1,1% del totale) che percepiscono un salario medio di 190mila euro l’anno che vedono un numero di 498 apicali (l’1,1% del totale) e i 25.144 dirigenti (circa il 56,5% del totale) che non arrivano a guadagnarne 70mila.
L’identikit dei dirigenti per settore
Presidenza del Consiglio dei Ministri – I dirigenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono 269 e rappresentano il 13% del personale stabile. Quasi uno su due (il 48%) è donna, mediamente hanno 55 anni e un’anzianità di servizio di 24 anni, sono tutti laureati e una buona parte possiede un titolo post laurea (171). La retribuzione complessiva media è di 146.522 euro l’anno, in crescita di quasi 60mila euro dal 2007 al 2017. In dieci anni il comparto ha tagliato il personale di 618 unità, passando da 2.709 a 2.091, e nello stesso periodo sono diminuiti anche i dirigenti, scesi da 335 a 269.
Ministeri – I dirigenti ministeriali sono 2.927 e rappresentano il 2% del personale stabile. L’età media è di 54 anni, più alta tra gli uomini (55 anni) e più bassa tra le donne (53 anni), che sono il 48% del totale, mentre l’anzianità media di servizio è di 22 anni. Soltanto 58 non sono laureati, mentre 602 hanno una formazione post laurea. La retribuzione complessiva media è di 100.256 euro l’anno, con un aumento di 16.703 euro dal 2007. La forza lavoro ministeriale ha subito tagli pesanti nell’ultimo decennio, con i dipendenti stabili che sono scesi da 182.103 a 145.825 e i dirigenti che sono passati da 3.791 a 2.927.
Regioni e Autonomie locali – I dirigenti delle Regioni e delle autonomie locali sono 5.947 e rappresentano l’1,4% del personale stabile, hanno un’età media di 56 anni, più alta tra gli uomini (56 anni) e più bassa tra le donne (55 anni). Mediamente occupano la posizione da 20 anni e poco più di uno su tre è donna (36%). Solo 90 dirigenti non sono laureati, 733 hanno una formazione post laurea. Lo stipendio complessivo medio è pari a 98.200 euro l’anno, +10.170 euro in dieci anni. Anche questo settore ha registrato una riduzione del personale rispetto al 2007, calato da 508.317 a 424.049 dipendenti. Molto più evidente la contrazione del numero dei dirigenti, sceso da 9.913 a 5.947.
Regioni a statuto speciale e delle Province autonome – I dirigenti delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome sono 2.620, pari al 3% del personale stabile. Anche in questo caso il 36% è donna, l’età media è di 56 anni, più alta tra gli uomini (56 anni) e più bassa tra le donne (55 anni), con 21 anni di esperienza media nel ruolo. Quasi tutti i dirigenti sono laureati (solo 71 senza laurea), 198 hanno un livello di istruzione superiore. Il salario complessivo medio è di 86.526 euro l’anno, con un aumento di 6.915 euro dal 2007. A differenza dei precedenti settori, il comparto ha incrementato il personale negli ultimi dieci anni, con i dipendenti che sono saliti da 67.812 a 87.353 e i dirigenti che sono passati da 1.467 a 2.620.
Servizio Sanitario Nazionale – I dirigenti del SSN sono 18.019 e rappresentano il 2,8% del personale stabile. Due terzi sono donne e hanno un’età media più bassa (54 anni, contro i 56 degli uomini e i 55 del totale). I dirigenti sono quasi tutti laureati, sebbene ce ne siano 341 non laureati, mentre 4.273 hanno una formazione post laurea. La paga complessiva media è di 65.701 euro l’anno ed è aumentata di 6.503 euro in dieci anni. Il personale del settore è calato da 680.616 unità a 646.038, mentre i dirigenti sono passati da 20.648 a 18.019.
Scuola – La scuola è il settore del pubblico impiego con la più alta presenza femminile, pari al 69% dei 6.714 dirigenti scolastici (lo 0,7% del totale). L’età media dei dirigenti è di 56 anni, più alta tra gli uomini (57 anni) e più bassa tra le donne (55 anni). Tutti i dirigenti scolastici sono laureati. Lo stipendio complessivo è pari in media a 62.340 euro l’anno, con un aumento di appena 3mila euro in dieci anni. Il personale della scuola è aumentato di circa 44mila unità, ma sono diminuiti i dirigenti (-3.504).