Approvata in Parlamento la riforma Madia
Aggiornamento del 4 agosto: il Senato ha approvato oggi la Legge Delega “Madia” sulla riforma della PA. 145 sì contro 87 no. Quindici le Deleghe contenute nel provvedimento
Annunciato con un tweet dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Marianna Madia la riforma della PA è stata approvata all’ora di pranzo alla camera con una larghissima maggiornaza e diversi emendamenti accolti che impongono, quindi un nuovo passaggio in Senato.
17 Luglio 2015
Tommaso Del Lungo
Annunciato con un tweet dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Marianna Madia la riforma della PA è stata approvata all’ora di pranzo alla camera con una larghissima maggiornaza e diversi emendamenti accolti che impongono, quindi un nuovo passaggio in Senato.
Camera vota #RiformaPA . Ora al lavoro al Senato e su decreti attuativi: riforma sarà realtà quando la vita degli italiani sarà più semplice
— Marianna Madia (@mariannamadia) 17 Luglio 2015
Ecco alcune tra le novità del testo così come è stato approvato.
Agenda Digitale: ok alla “carta della cittadinanza digitale”, con il Governo chiamato a definire il livello minimo di qualità dei servizi online. Passa anche l’emendamento che chiede che In ogni pa venga nominato un dirigente apposito per gestire il passaggio al digitale. Si pongono le basi per un FOIA italiano.
Accesso al pubblico impiego: un emendamento del PD ha eliminato dal disegno di legge il requisito del voto minimo di laurea per la partecipazione ai concorsi pubblici. Stessa sorte all’ipotesi di dare un peso differente all’Ateneo
Incarichi nella PA: l’artivolo 9-bis – inserito nel corso della discussione alla Camera – sancisce il divieto di affidare posizioni direttive nell’Avvocatura Generale dello Stato a chi è vicino alla pensione, mentre viene ammorbidita la regolamentazione sugli incarichi ai pensionati rispetto alla prima stesura della norma, l’unica cosa invariata è la gratuità (costo zero).
Dirigenza: approvato l’emendamento M5S che prevede la revoca o il divieto dell’incarico in settori esposti al rischio corruzione, quando c’è una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei Conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose. Resta, inoltre, la possibiltà del licenziamento ma con alcuni vincoli: almeno un incarico con valutazione negativa. Tuttavia pur di non essere mandato via il dirigente pubblico potrà chiedere di essere ‘demansionato’ a funzionario.
Riordino: per le forze di polizia si prevede un riordino complessivo, tra cui l’accorpamento del Corpo Forestale in un altro corpo; stessa sorte alle Prefetture e alle Authority; viene rafforzato il ruolo della presidenza del Consiglio anche nelle scelte di competenza dei singoli Ministeri. Accorpamento, chiusura (in caso di bilanci in rosso per più esercizi consecutivi) e nuove regole sulle nomine (tra cui commissariamento) anche per le società partecipate. Obiettivo riduzione drastica (quaso 50%) per le Camere di Commercio.
Semplificazione: numero unico per le emergenze; semplificazione per le autorizzazioni e in generale tutto l’iter burocratico sulle opere pubbliche di impatto sull’occupazione; il PRA passa al Ministero dei trasporti, aprendo uno spazio al ridimensionamento dell’ACI. Le funzioni di controllo suule assenza per malattia passano dalle Asl all’Inps per eliminare i passaggi amministrativi e velocizzare il procedimento.