EDITORIALE
Apriamo il FORUM PA 2023 con un Open day: per una PA capace davvero di attrarre e trattenere i migliori talenti
La sfida del ricambio generazionale nella PA sarà vinta solo se emergerà una nuova capacità delle amministrazioni di attirare giovani talenti, di selezionarli con cura rispetto alle mutate esigenze di ogni organizzazione, di accoglierli e trattenerli in servizio e di valorizzarne il merito e le caratteristiche uniche di ciascuna e di ciascuno. Insomma, se la PA imparerà ad essere un buon datore di lavoro. A questo tema dedicheremo la mattina inaugurale di FORUM PA 2023 che si aprirà a Roma, al Palazzo dei Congressi, il 16 maggio. Vi aspettiamo, ma preparatevi: non sarà un convegno nel senso abituale della parola
17 Marzo 2023
Carlo Mochi Sismondi
Presidente FPA
Lo sappiamo bene: la sfida del ricambio generazionale nella PA sarà vinta solo se emergerà una nuova capacità delle amministrazioni di attirare giovani talenti, di selezionarli con cura rispetto alle mutate esigenze di ogni organizzazione, di accoglierli e trattenerli in servizio e di valorizzarne il merito e le caratteristiche uniche di ciascuna e di ciascuno. A questo tema dedicheremo la mattina inaugurale del FORUM PA che si svolgerà a Roma, al Palazzo dei Congressi dal 16 al 18 maggio. Vi aspettiamo (iscrivetevi già ora), ma preparatevi: non sarà un convegno nel senso abituale della parola, ma piuttosto un flusso di testimonianze, di interventi, di suggestioni dove giovani curiosi, lavoratori esperti e vertici politici e amministrativi, ma anche aziende virtuose, saranno protagonisti, ma dove nessuno sarà solo uno spettatore, perché tutti saranno chiamati a interagire e a esprimere il loro giudizio. Ecco, quindi, cosa troverete all’Open day PA a FORUM PA 2023.
Ascolta l’articolo in podcast
OPEN DAY PA: apriamo le amministrazioni ai nuovi talenti
Dalle 9.30 alle 13.00 di martedì 16 maggio si alterneranno sul palco principale della manifestazione performance, interventi politici, pareri di giovani e di esperti, racconti di esperienze vissute, confronti, proposte concrete. L’idea non è solo nostra, ma nasce anche dalle sollecitazioni sia del Ministro della PA Paolo Zangrillo, sia del Presidente dell’Aran Antonio Naddeo, che ne ha più volte parlato nel suo blog e anche nella rubrica che va in onda sul nostro sito con un titolo che è già una dichiarazione programmatica: “Le persone al centro”. Un programma che FORUM PA 2023 ha ripreso scegliendo per la prossima edizione un claim che è anche una chiara raccomandazione “Per una PA al centro delle nuove sfide – Ripartiamo dalle persone”.
Questa partenza del FORUM PA 2023 non è casuale, ma nasce, oltre che dagli stimoli già citati, anche dal nostro impegno, ormai più che trentennale, di essere un luogo, fisico e virtuale, in cui si ritrovano le reti professionali degli innovatori. Nasce dall’ascolto, in centinaia di interviste e di incontri, di chi sta lavorando a cambiare le amministrazioni, dalle loro esperienze.
Ricambio generazionale nella PA: come vincere la sfida
Ci siamo così sempre più convinti che la sfida del ricambio generazionale, che include ovviamente anche una profonda revisione dei profili professionali dei nuovi assunti, non si vince (solo) con nuovi concorsi. Concorsi che, nonostante le norme innovative proposte dal ministro Brunetta durante il suo ultimo incarico a Palazzo Vidoni, continuano ad essere svolti nella maggior parte dei casi allo stesso modo di sempre: commissioni poco qualificate, prove basate su nozioni e su diritto amministrativo condito, a volte, da un pizzico di problem solving e impacchettate in improbabili quiz, spesso elaborati da esperti in concorsi che non sono però mai quelli che poi dovranno accogliere ed integrare i nuovi e che hanno elaborato i fabbisogni di nuovo personale.
Non si vince neanche (solo) con aumenti stipendiali, che per altro non si vedono all’orizzonte di nuovi contratti già in ritardo. In fondo la retribuzione iniziale non è nel pubblico molto diversa da quella nel privato, ma nel privato si cresce rapidamente e il merito e l’impegno possono portare ad aumenti anche importanti. Nel pubblico no: la posizione individuale è congelata e si muove molte volte solo per anzianità.
Non basta neanche (solo) la pur indispensabile trasformazione digitale, se essa non mette al centro le persone sia dentro sia fuori l’amministrazione. Spesso la digitalizzazione è stata condotta dimenticando le reali necessità delle persone. La brusca accelerazione imposta dall’emergenza pandemica ha messo in luce che un modello diverso è possibile e che le persone, quando adeguatamente ingaggiate, sono in grado di cambiare. I lavoratori pubblici si sono messi in gioco, hanno in massima parte dimostrato impegno, iniziativa e senso di responsabilità. Ma lo hanno fatto in molti casi non “grazie” alle loro organizzazione, ma “nonostante” l’impreparazione derivante da anni di tagli e disinteresse. In tantissimi ambiti cruciali per la vita del Paese i lavoratori hanno dovuto improvvisare, supplire con mezzi propri all’assenza di strumenti professionali, reinventarsi lavoratori agili e digitali. Le persone, per lo meno una gran parte di loro, hanno fatto la loro parte, ricevendo spesso in cambio sospetto, incomprensione, il perdurare di un ostinato pregiudizio.
Per far capire ai giovani che lavorare nelle amministrazioni può essere una prima scelta e non un ripiego, perché è un lavoro che accoppia interesse del lavoratore e creazione di valore per tutta la comunità, non conta, come succede tra genitori e figli, quel che diciamo, ma quel che facciamo. È guardando le amministrazioni come sono oggi che si maturano le scelte: sui fatti, non sulle parole.
Non servirà quindi una riverniciata (noi romani la chiamiamo “una romanella”) di tecnologie o di “employer branding” se le amministrazioni non cambieranno in profondità divenendo vere learning organization dove si impara tutti i giorni, se la crescita professionale, ma anche umana, delle persone non sarà al centro. E ancora, se il rispetto (parola che in sé raccoglie tutto) per l’unicità di ciascuno, per il lavoro, per il compito alto della PA, ossia garantire diritti per tutti a cominciare dai più deboli e quindi diminuire le disuguaglianze, non sarà la caratteristica distintiva di un posto di lavoro dove ciascuno possa trovare il modo di sviluppare le proprie potenzialità. Infine, se chiamare “agile” il lavoro non sarà solo attribuirgli un aggettivo dovuto alla possibilità di lavorare da casa qualche giorno al mese, ma sarà invece il segno di un’organizzazione nuova, basata sulla fiducia e sulla chiara determinazione e comunicazione degli obiettivi.
E una volta assunti? La vera sfida è trattenere i talenti
Quando poi la scelta sarà fatta e i nuovi assunti avranno firmato i loro contratti comincia un’altra partita che oggi sembra molto più difficile di qualche decennio fa: trattenere in servizio i migliori e i più entusiasti e non solo i più rassegnati. Anche qui contano i fatti più che le parole. Come i figli guardano i genitori per capire dai loro comportamenti e dal loro atteggiamento rispetto alla vita se vale la pena di tenere accesa dentro di loro quell’energia (Recalcati la chiama fuoco) che pure sentono, così i nuovi assunti guarderanno ai comportamenti e agli atteggiamenti dei colleghi anziani e dei loro dirigenti per capire se la loro scelta è stata giusta e se vale la pena di spendere una parte della propria vita in un’amministrazione pubblica.
È da queste riflessioni e da queste convinzioni che nasce l’appuntamento non convenzionale che aprirà il FORUM PA 2023 e a cui vi invitiamo.
Vi chiediamo non solo di iscrivervi, ma anche di dirci che ne pensate. Questo appuntamento, con cui cominceremo la 34^ edizione del FORUM PA, sarà infatti l’inizio di un percorso che continuerà nelle amministrazioni, nei nostri confronti, nelle vostre reazioni, per una PA che diventi finalmente un posto di lavoro dove sarà davvero bello lavorare.