“Call Donne PA 2010”: i progetti segnalati

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Gli undici progetti presentati oggi in occasione del convegno “DONNE E PA. Il management femminile come risorsa nel settore pubblico e nel settore privato” sono stati scelti tra i 53 che hanno superato la selezione del “Call Donne PA 2010”. Questa terza edizione del Call (le precedenti si sono tenute nel 2007 e nel 2009) è stata lanciata nel settembre scorso dall’Osservatorio Donne nella PA (promosso da FORUM PA in partnership con futuro@lfemminile – il progetto di responsabilità sociale di Microsoft Italia e Acer – e INAIL) con l’obiettivo di raccogliere, valorizzare e divulgare azioni concrete messe in campo dalle pubbliche amministrazioni per favorire lo sviluppo professionale delle donne e la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita.

15 Dicembre 2010

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Michela Stentella

Articolo FPA

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Gli undici progetti presentati oggi in occasione del convegno “DONNE E PA. Il management femminile come risorsa nel settore pubblico e nel settore privato” sono stati scelti tra i 53 che hanno superato la selezione del “Call Donne PA 2010”. Questa terza edizione del Call (le precedenti si sono tenute nel 2007 e nel 2009) è stata lanciata nel settembre scorso dall’Osservatorio Donne nella PA (promosso da FORUM PA in partnership con futuro@lfemminile – il progetto di responsabilità sociale di Microsoft Italia e Acer – e INAIL) con l’obiettivo di raccogliere, valorizzare e divulgare azioni concrete messe in campo dalle pubbliche amministrazioni per favorire lo sviluppo professionale delle donne e la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita.

Le domande di partecipazione pervenute erano circa 80, ma solo 53 rispondevano ai requisiti richiesti dal bando. In occasione del convegno sono stati presentati i dieci progetti ritenuti particolarmente significativi, più un ulteriore progetto a cui è stata assegnata una “menzione speciale” da futuro@lfemminile; tutti i 53 progetti partecipanti al Call saranno comunque pubblicati sul sito www.donnepa.it.

Ben sei progetti tra quelli segnalati puntano a favorire la flessibilità di orario e di organizzazione del lavoro:

  • Circolo “San G. Bosco” Massafra (TA). “Migliorare per…valutare &premiare” – “Processo strutturato e integrato di riduzione dei costi”. È stato sperimentato un orario flessibile per gli insegnanti, calcolando l’orario su base annua e offrendo così, ad esempio, la possibilità di fruire di giornate libere a credito dell’orario di servizio cumulato. Si punta così a ridurre i costi per le supplenze, oltre che a migliorare il benessere dei docenti e la qualità della didattica.
  • Giunta Regionale della Campania. Progetto Azioni Positive: Sperimentazione del Telelavoro. La sperimentazione è stata effettuata tra marzo e ottobre 2010, coinvolgendo dieci dipendenti (8 donne e 2 uomini) selezionati tra quelli con particolari esigenze di salute e/o familiari. La realizzazione del progetto è stata affidata al Formez. Obiettivi dell’intervento: accrescere la motivazione e la prospettiva di crescita professionale attraverso forme di lavoro flessibile; migliorare la qualità della vita dei lavoratori; rendere più efficienti ed economici i processi organizzativi all’interno dell’ente.
  • Provincia di Bergamo. Progetto Orario flessibile. Su sollecitazione del Comitato Pari Opportunità, a partire dal 1 gennaio 2010 è previsto, in via sperimentale, che il personale con determinate esigenze (necessità di cura per figli minori di otto anni, coniuge/convivente, genitori) possa ottenere un’ampia flessibilità dell’orario di lavoro, concordata con il Dirigente interessato, garantendo comunque le 36 ore settimanali.
  • Università degli Studi di Cagliari. Progetto sperimentale di telelavoro. La sperimentazione, che prevedeva lo svolgimento di metà dell’orario lavorativo da casa e metà nella sede dell’amministrazione, ha permesso di individuare soluzioni appropriate ai problemi organizzativi legati al telelavoro e di raccogliere informazioni utili alla redazione di un regolamento d’Ateneo su questa materia, che dovrebbe consentire di mettere a regime questa nuova modalità lavorativa nell’arco dei prossimi anni.
  • Universita degli Studi dell’Insubria sede di Varese. Progetto di sperimentazione del telelavoro. Per agevolare la conciliazione tra compiti professionali e responsabilità familiari si è sperimentata con due dipendenti una forma di telelavoro domiciliare “in alternanza”, una modalità mista che prevede di alternare il lavoro svolto dal proprio domicilio con rientri nella sede dell’Amministrazione. Si è riscontrato un miglioramento della qualità delle prestazioni in telelavoro e del clima organizzativo, oltre a un effettivo risparmio in termini di costi per l’Amministrazione.
  • Università degli Studi Roma Tre. Telelavoro in Ateneo. Il progetto è stato avviato in via sperimentale nel luglio 2008 coinvolgendo 12 lavoratori; dopo un anno l’esperienza è stata estesa a 22 lavoratori finché il 18 marzo 2010 il telelavoro è entrato “a regime” a Roma Tre ed è stato emanato un bando per 20 posizioni di telelavoro per i lavoratori delle strutture decentrate dell’Ateneo. Attualmente utilizza il telelavoro il 6,5 % del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario dell’Ateneo (circa 700 unità di personale).

Altri quattro progetti puntano, invece, a rispondere alle esigenze delle donne con situazioni familiari difficili (ad esempio con familiari disabili o anziani) o a favorire il rientro al lavoro dopo la maternità:

  • APSS – Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia autonoma di Trento. Asilo nido La nave dei bambini. Su proposta dei Comitati Pari Opportunità, l’APSS ha avviato nel mese di settembre 2007 la realizzazione di un asilo nido sorto nei pressi dell’Ospedale di Santa Chiara di Trento, il maggiore ospedale della Provincia autonoma di Trento. L’asilo nido, immerso in un giardino di circa 500 mq, accoglie bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni, figli di dipendenti che lavorano nella zona di Trento.
  • Comune di Monza. “Professione Tagesmutter”. Il progetto nasce dall’esigenza di realizzare a Monza un servizio di cura 0-3 anni innovativo e favorire, quindi, la conciliazione dei tempi famiglia-lavoro. L’aspetto innovativo consiste nell’accudire i bambini nelle singole abitazioni delle Tagesmutter, ricreando l’ambiente domestico. Nel 2009 si è svolto il primo corso di formazione “Diventare Tagesmutter”, nel 2010 è stato indetto il secondo bando. Nel frattempo si è costituita la Cooperativa Sociale Casa Bimbo Tagesmutter Monza, creando così nuovi posti di lavoro, incentivano l’imprenditorialità femminile e favorendo l’emersione del lavoro nero.
  • Politecnico di Torino. Strumenti di benessere e conciliazione al Politecnico di Torino: il baby-parking Policino per bambini dai 13 mesi ai 6 anni; il baby-sitting a domicilio offerto a tutte le mamme e i papà con bambini in età 0-13 mesi, che non possono usufruire del baby-parking Policino; il servizio di supporto nella gestione dei familiari anziani, un servizio di assistenza domiciliare e/o di accompagnamento/disbrigo commissioni tramite assistenti in possesso di attestato O.S.S. (Operatore Socio-Sanitario) rivolto alle lavoratrici e ai lavoratori che si prendono cura di madri e padri anziani.
  • Università degli Studi di Parma. D tre – ovvero donna/disabile/mamma di disabile: una serie di iniziative che attraverso l’uso delle tecnologie mirano a dare supporto a studenti con disabilità e a donne lavoratrici con familiari disabili. Tra le iniziative sperimentate, una Banca del tempo, corsi LIS (Lingua dei Segni), logopedia, corsi di autostima. 

La menzione speciale di futuro@lfemminile:

  • APSS – Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia autonoma di Trento. “PerLa – Personalizzazione degli orari di lavoro e telelavoro”. È un progetto innovativo che sperimenta, all’interno dell’Apss, forme di flessibilità degli orari di lavoro e di telelavoro ricercando, grazie alla collaborazione attiva di dipendenti e responsabili nella riorganizzazione dell’orario, le forme di personalizzazione più adatte al singolo lavoratore e più adeguate a garantire la qualità del servizio.

Nello specifico, l’iniziativa ha ottenuto un riconoscimento particolare da futuro@lfemminile per “il connubio vincente tra approccio strategico e azione positiva di pari opportunità che, grazie all’adozione di una tecnologia innovativa, permette di attuare un cambiamento concreto all’interno dell’amministrazione stessa. Con questo riconoscimento si intende sottolineare il valore aggiunto che l’amministrazione pubblica in oggetto ha acquisito fornendo nuove opportunità di crescita, di conciliazione, di ottimizzazione del tempo e di aumento qualitativo del lavoro dell’intero personale amministrativo”.

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