Change management&management del change e poi ancora governance dell’innovazione. Ne discutono insieme gli Uffici giudiziari italiani partecipanti alla terza officina di Miglioramento Performance Giustizia

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Comunicato stampa. “Change del management & management del change" è uno dei temi portanti che ha attraversato gli interventi della terza officina che si è svolta quest’oggi all’interno dello spazio espositivo del Progetto Miglioramento Performance Giustizia – Best Practices Uffici Giudiziari al ForumPA 2013.

29 Maggio 2013

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

Comunicato stampa. “Change del management & management del change" è uno dei temi portanti che ha attraversato gli interventi della terza officina che si è svolta quest’oggi all’interno dello spazio espositivo del Progetto Miglioramento Performance Giustizia – Best Practices Uffici Giudiziari al ForumPA 2013.

La declinazione del termine cambiamento è poi proseguita nella sua accezione di governance dell’innovazione, di commitment e di leadership diffusa del cambiamento e di cambiamento sostenibile.

Ancora una volta in platea magistrati, capi uffici, dirigenti amministrativi e funzionari di una cinquanta di uffici giudiziari italiani ed in particolare delle regioni obiettivo convergenza.

“Anche la Commissione Europea nel suo Position Paper relativo alla programmazione 2014 – 2020 nel rimarcare l’importanza per l’Italia del miglioramento dell’efficienza e della qualità del sistema giudiziario, cita il progetto Best Practices come una esperienza positiva a cui rifarsi”. Apre così la terza officina di MPG, Laura Massoli, dirigente dell’Ufficio per la Modernizzazione delle Pubbliche Amministrazioni del Dipartimento della Funzione Pubblica, che ha condotto i lavori di questo pomeriggio.

"Le performance della giustizia hanno assunto un ruolo strategico per lo sviluppo socio-economico del territorio e per accrescere la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni – ha spiegato la Massoli – e il Dipartimento della Funzione Pubblica con l’esperienza acquisita, nella messa a punto di metodologie finalizzate alla promozione e alla realizzazione di progetti nazionali a supporto del miglioramento delle performance delle pubbliche amministrazioni, supporta il progetto “Best Practices” in particolare mediante l’unità strategica denominata “Miglioramento per le performance per la giustizia” che affianca il Ministero della Giustizia nelle attività di avvio dei progetti e in quelle di monitoraggio della realizzazione degli stessi in ciascuna delle 19 regioni italiane".

La prima testimonianza presentata è stata quella del Tribunale per i Minorenni di Bari realizzata dal Presidente Rosanna De Palo.

Ci sono sempre almeno due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumerci la responsabilità di cambiarle" con questa citazione di Denis Waitley comincia il suo intervento e ancora prosegue dicendo “che è difficile continuare a sognare quando vediamo il nostro budget annuale restringersi sempre più”. Parla di “sogni” il Presidente del Tribunale intendendo con questo la progettualità messa in campo dal suo ufficio e la ricerca di soluzioni ai numerosi problemi che lo attanagliano. “Le innovazioni prodotte dal nostro Tribunale sono molte" afferma, infatti ,il giudice De Palo.

Di particolare rilievo tra le esperienze raccontate è stata la redazione del bilancio di responsabilità sociale. A cosa serve e quanto è compatibile con gli uffici giudiziari? Questa la domanda iniziale postasi dall’ufficio giudiziario pugliese, di gran lunga superata, e che ha portato ad un cambio di visione, come testimonia la De Palo con queste parole "abbiamo capito in corso d’opera che il BRS poteva rappresentare uno strumento di comunicazione per l’opinione pubblica […] il bilancio sociale ha consentito di guardare dentro questa casa di vetro, di ottenere una visione quantitativa ma anche qualitativa dell’attività giurisdizionale. Vedere cosa si fa, quanto si fa e soprattutto come si fa.[…] Il BRS è diventato all’interno della nostra struttura uno strumento di monitoraggio dell’attività dell’ufficio. Al termine del supporto consulenziale ricevuto – prosegue la De Palo – abbiamo avuto anche la possibilità di perfezionare il documento attraverso un maggior dettaglio delle attività di definizione dei procedimenti, stilando una serie di indicatori chiave di produttività, sia per il settore civile sia per il settore penale, per l’anno successivo".

In sinergia con la prima testimonianza, arriva la voce del sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Ravenna, Isabella Cavallari, che presenta l’esperienza dell’ufficio condotta sul sistema di standardizzazione delle procedure di lavoro.

La Cavallari sottolinea che partendo dall’idea che "è importante coinvolgere tutti nel processo di lavoro, anche perché in ogni ufficio giudiziario ci sono persone che hanno elevate competenze, da quelle informatiche a quelle della comunicazione sono arrivati alla adozione di un applicativo il Justice office concepito come un dispositivo creato per l’omogeneizzazione delle prassi lavorative delle segreterie dei PM: questo sistema insieme alle cartelle condivise ci facilita il lavoro, perché queste sono organizzate in modo uniforme, messe in rete con il gip-gup, e sono anche in collegamento con l’ufficio anagrafe del Comune. […] In un anno e mezzo di attività abbiamo avviato un collegamento con gli altri uffici”. Questi i principali risultati dichiarati dal sostituto procuratore.

Sulla scia di queste parole e sul tema del coinvolgimento attivo di tutti gli attori del settore per realizzare un cambiamento organizzativo, si inserisce infine la testimonianza di Anna Emilia Giordano, consigliere della Corte d’Appello di Salerno.

"Il mio è un intervento a favore del personale amministrativo. La razionalizzazione delle pendenze, messa in atto nella nostra struttura, si è resa possibile solo grazie alla motivazione del personale a lavorare insieme. Si è composto un gruppo di lavoro misto finalizzato alla realizzazione di un nuovo sistema di gestione che ha portato subito ad un risultato evidente: la partecipazione attiva del personale e la riduzione dei tempi di erogazione dei servizi. Il darci una tabella di organizzazione dell’ufficio, che ci consentisse di lavorare e di tradurre gli obiettivi in un sistema di lavoro, nonché di confrontarci un un’utenza che è costituita- nel nostro caso – principalmente da avvocati, è stato per noi fondamentale" sostiene il magistrato.

A tirare le fila dei ragionamenti è stata Daniela Piana, esperta di politiche giudiziarie dell’università di Bologna, che è intervenuta portando la discussione al livello della comparazione europea: da un lato su ciò che è stato fatto negli altri paesi all’interno degli uffici giudiziari; dall’altro, sugli aspetti comuni delle politiche europee in materia di institutional capacity building. 

 

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