Come avviare il circolo virtuoso di una PA che crea valore
Burocrazia difensiva, ruolo della dirigenza, ruolo dell’innovazione digitale, ripensamento delle mansioni e dei profili dei dipendenti pubblici. Tanti gli aspetti che incidono sulla creazione di valore pubblico da parte della PA
24 Aprile 2019
Maurizio Sacconi
Chairman della steering committee di Adapt
Le amministrazioni pubbliche creano “valore pubblico” nella misura in cui perseguono le finalità istituzionali assegnate con efficienza, efficacia ed economicità rappresentando così un volano – e non un freno – per lo sviluppo economico e sociale della nazione. Rimane irrisolto l’obiettivo declinato venticinque anni or sono del loro riorientamento dagli atti, dal procedimento, ai risultati. L’ossessione della imparzialità dell’azione amministrativa è diventata distruttrice di valore pubblico come testimoniano i mancati investimenti infrastrutturali o l’ostilità percepita dalle imprese.
Il peso della “burocrazia difensiva”
Il principale impedimento al circolo virtuoso è rappresentato dalla “burocrazia difensiva”, ovvero dal complesso dei comportamenti di autotutela che i dipendenti pubblici producono con lo scopo di evitare ipotesi di responsabilità penale, civile, contabile che avvertono sempre più ampie e imponderabili. Ne consegue una primaria esigenza di certezze sotto questo profilo, a partire dalla consulenza alle funzioni dirigenziali che una rinnovata Corte dei Conti dovrebbe primariamente erogare ridimensionando la funzione giurisdizionale.
La progressiva sostituzione del formalismo giuridico con una prevalente attenzione agli obiettivi assegnati, richiede la generalizzata adozione della contabilità economico-patrimoniale analitica per centri di costo (riconciliata con la contabilità finanziaria) così da consentire la quantificazione degli stessi risultati dell’azione amministrativa e dei relativi oneri di finanza pubblica. La forza dei numeri può incoraggiare l’assunzione di decisioni responsabili e tempestive da parte delle funzioni dirigenziali.
Il ruolo della dirigenza
La dirigenza è il cuore di ogni speranza di rigenerazione delle amministrazioni pubbliche. Se ne deve mantenere la separazione con la funzione di indirizzo politico ed esaltare il nesso tra autonomia e responsabilità. Acquistano quindi rilevanza i sistemi di valutazione che hanno come presupposto la contabilità di cui sopra.
Il ruolo dell’innovazione digitale
Le Funzioni Pubbliche, come tutte le attività produttive di servizi, possono e perciò devono essere reingegnerizzate sulla base delle nuove tecnologie digitali. La stessa Agenda Digitale del Governo deve procedere sulla base di un approccio aziendalista e perciò progettuale rinunciando al tradizionale metodo del formalismo “autorizzatorio” rispetto all’acquisto di tecnologie.
Il ruolo dei dipendenti pubblici: profili, mansioni e competenze
Il lavoro pubblico è invecchiato e si è ridotto nella dimensione numerica. Non si tratta tuttavia di realizzare un mero turn over perché occorre in primo luogo una ricognizione dei fabbisogni professionali corrispondente ai piani “industriali”. È necessario un radicale ripensamento delle mansioni e dei profili professionali secondo inquadramenti corrispondenti ad assetti organizzativi orizzontali che richiedono competenze trans-relazionali e non più rigidamente segmentate. Ciò significa anche vera riqualificazione professionale attraverso percorsi formativi in situazione di compito. Ne consegue una straordinaria fase di relazioni collettive di lavoro di prossimità nelle diverse situazioni di ente, di sede, di ufficio gestite da dirigenti capaci di rappresentare “il buon datore di lavoro”. Da un punto di vista regolatorio, il lavoro pubblico dovrebbe convergere per quanto compatibile con gli istituti del lavoro privato. In particolare, meritano di essere recepiti nella dimensione pubblica il contratto di apprendistato, come tipico percorso di reclutamento e di ingresso, e la disciplina del licenziamento.
Il ruolo delle Autorità indipendenti
Una specifica attenzione meritano le autorità indipendenti. L’anomalia tutta italiana di un organismo dedicato al contrasto della corruzione deve essere assorbita dalla Corte dei Conti. Il garante della privacy merita un radicale ripensamento in quanto il formalismo esasperato che ne costituisce l’impronta originaria confligge con la trasparenza immanente indotta dalle nuove tecnologie. La stessa autorità antitrust richiede un ridisegno delle funzioni coerente con la dimensione dei mercati concorrenziali.
IL CONVEGNO
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LEGGI IL DOSSIER
“La PA crea valore se…”: tutti i contributi
Contributi, riflessioni e spunti per rispondere alla domanda: “Quali sono le iniziative prioritarie perché l’amministrazione pubblica possa creare 'valore pubblico' in una prospettiva di sviluppo equo e sostenibile?”. I risultati di questo processo di ascolto, arricchiti dai contributi che sono stati raccolti durante FORUM PA 2019, saranno raccolti in un white paper finale da sottoporre poi a consultazione pubblica
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