Come creare Valore Pubblico?

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Secondo
post della rubrica a firma di Enrico Deidda Gagliardo “Valore pubblico: cosa è, come si crea, misura e applica” che propone un cambio di
paradigma nel modo di concepire i percorsi di miglioramento delle
amministrazioni pubbliche
e, in particolare, delle loro performance. Obiettivo: preparare una sessione di lavoro a Forum PA
2016 (24-26 maggio, Roma) che vedrà coinvolti accademici, operatori e
amministratori in un pubblico confronto sul tema. L’appuntamento del 25 maggio
aprirà un laboratorio virtuale, su scala nazionale, coordinato da Università di
Ferrara e FPA.

13 Aprile 2016

E

Enrico Deidda Gagliardo

Per accrescere la probabilità di creare Valore Pubblico e ridurre il rischio di erosione dello stesso (tipicamente nei casi di inefficienza, o di corruzione –disvalore pubblico–), le PA dovrebbero venire condotte secondo adeguati modelli di governance. Tali modelli dovrebbero basarsi su logiche di programmazione, controllo e valutazione.

Per consentire la creazione di Valore Pubblico occorre:

  • prima, programmare adeguatamente gli obiettivi da raggiungere, i percorsi da seguire, le risorse da utilizzare;
  • poi controllare attentamente i risultati conseguiti, i percorsi seguiti, le risorse utilizzate;
  • infine valutare consapevolmente e oggettivamente i contributi individuali (esecutivi e dirigenziali) e organizzativi (operativi e strategici) al conseguimento delle performance istituzionali di mandato.

Tutto ciò premiando e valorizzando i contributi positivi e correggendo quelli negativi.

Oggi, la creazione di Valore da parte di una PA è perlopiù un fatto episodico e sempre più raro anche a causa di negativi fattori di contesto. La generazione del Valore Pubblico non può essere il frutto di una contingenza fortunata, ma solo il risultato ricercato di un processo scientificamente e pragmaticamente progettato, governato e controllato.

Attraverso studi metodologici e sperimentazioni dirette sulle PA è stato sviluppato e perfezionato un modello scientifico (“Piramidedel Valore Pubblico”, Deidda Gagliardo 2002) per aiutare le stesse a progettare, governare e monitorare la generazione di Valore Pubblico: ogni ente potrebbe governare strategicamente la produzione di Valore tramite la manovra coordinata dei flussi intercorrenti tra i tre livelli della “Piramide”.

Per creare Valore Pubblico territoriale un Sindaco dovrebbe raggiungere le performance istituzionali promesse, cercando di impattare (outcome) positivamente sul benessere della comunità amministrata. Per ottenere ciò, le performance organizzative (rappresentabili tramite output) devono essere interpretate e perseguite come contributi al conseguimento delle performance istituzionali. Per conseguire performance organizzative positive occorre finalizzare, incentivare e guidare in tale direzione le performance individuali (costituenti gli input).

Livello 1 : il Valore Pubblico, osservato secondo una prospettiva congiunta di territorio (Ente Territoriale Locale-comunità), è calcolato come differenziale tra Benefici Socio-Economici-Intangibili ottenuti e Sacrifici sopportati (SSEI ≤ BSEI) ed è espressivo del benessere complessivo del territorio.

Livello 2: il Valore Sociale, osservato secondo la visuale della comunità, è calcolato come differenziale tra Benefici Sociali da questa conseguiti e Sacrifici sopportati (SS ≤ BS) ed è espressivo del grado di soddisfazione rispetto ai servizi pubblici fruiti. Per creare Valore Sociale occorre erogare i servizi in modo da soddisfare efficacemente le performance temporali, quantitative, qualitative, monetarie attese dalla comunità, prima in ottica organizzativa (risultati o output) e poi in prospettiva istituzionale (impatti o outcome).

Livello 3a: il Valore Economico, osservato secondo la sola prospettiva dell’ente, è calcolato come differenziale tra Benefici Economici da esso conseguiti e sacrifici sopportati (SE ≤ BE) ed è espressivo del valore del proprio patrimonio tangibile e della sua capacità di accrescerlo. Le performance sui cui l’ente dovrebbe agire per aumentare il suo VE sono l’economicità in senso stretto e l’efficienza.

Livello 3b: il Valore Intangibile, osservato con gli occhiali dell’ente, è calcolato come differenziale tra Benefici Intangibili da esso conseguiti e sacrifici sopportati (SI ≤ BI) e rappresenta le fondamenta vitali dell’ente e il suo motore di sviluppo. Il vero patrimonio di una PA è quello intangibile, prima ancora di quello tangibile. Le performance intangibili su cui agire sono: il Valore Strutturale (ad es., la capacità organizzativa); il Valore Umano (ad es., le competenze del personale e degli amministratori); il Valore Relazionale (ad es., la rete delle relazioni interne ed esterne all’ente); il Valore Empatico (ad es., la sensibilità verso il territorio, la capacità di valorizzare le opportunità positive e di contrastare le esternalità negative, la propensione partecipativa); il Valore Evolutivo (ad es., il livello di digitalizzazione); il Valore ambientale (per misurare la compatibilità delle altre politiche dell’ente con il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente); il Valore dell’integrità (ad es. il grado di contrasto della corruzione); il Valore della trasparenza (intesa come capacità sostanziale di rendere visibile a 360° l’ente).

Qual è, in sintesi, la logica piramidale della creazione del valore?

La creazione del Valore Pubblico (livello 1) si fonda sulla manovra combinata della dimensione sociale (livello 2) e di quelle dell’ente –economica e intangibile – (livelli 3a, 3b): l’ente crea Valore Pubblico abbassando i sacrifici e aumentando i benefici, ove possibile contrattando con la comunità i sacrifici che sarebbe disposta a sopportare per conseguire più benefici.

Il valore viene accumulato progressivamente di livello in livello , dal basso verso l’alto, e trova la sua misura sintetica nel livello 1. Proviamo a spiegarlo con un esempio: la strutturazione di un ufficio fondi comunitari (valore strutturale) e l’adeguata selezione e formazione del personale preposto (valore umano), potrebbero favorire l’ingresso in network istituzionali europei (valore relazionale), accrescendo la probabilità di ottenimento di finanziamenti comunitari (valore empatico). Laddove tali fondi venissero reinvestiti nella digitalizzazione dell’ente (valore evolutivo), si libererebbero risorse umane per erogare migliori o nuovi servizi (efficienza) e si potrebbero determinare notevoli risparmi (economicità). La maggiore efficienza e i risparmi economico-finanziari potrebbero essere utilizzati per migliorare le performance temporali, quantitative, qualitative, monetarie dei servizi offerti ai cittadini e agli stakeholder (efficacia organizzativa), mantenendo così le promesse di mandato del Sindaco (efficacia istituzionale). L’effetto netto sarebbe l’aumento del benessere economico-sociale del territorio (Valore Pubblico).

Insomma, in tempi di risorse scarse e di esigenze crescenti da parte della comunità amministrata, l’unica via per creare Valore Pubblico è quella di utilizzare le risorse economiche e produttive in modo compatibile con l’aumento del livello di soddisfazione sociale: per riuscire in quest’impresa epica, in questi tempi difficili, le PA devono imparare a fare leva sul loro patrimonio intangibile.

Nel prossimo post (11 maggio) ragioneremo sulle metodologie innovative per misurare il Valore Pubblico.


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