Competenze nella PA: come affrontare le nuove sfide della trasformazione digitale
Sono due gli elementi che connotano la questione attuale delle conoscenze e capacità nella PA: da un lato, la dimensione organizzativa e culturale, che insiste su una nuova visione del ruolo dell’amministrazione pubblica; dall’altro la rivoluzione tecnologica. Ovviamente queste dimensioni sono entrambe parte integrante di quella trasformazione digitale che definisce e racconta il nostro presente e futuro
12 Febbraio 2019
Paola Orecchia
Nelle ultime settimane del 2018, il Governo – in una lettera al Presidente della Repubblica avente ad oggetto i rapporti con l’Unione Europea – indica come proprio obiettivo, in primis, “pervenire a un’Italia deburocratizzata e digitalizzata”. Al di là di ogni commento politico, questa affermazione risulta emblematica dell’attuale scenario della PA, anche relativamente al tema specifico delle competenze.
Emergono, infatti, due elementi che connotano la questione attuale delle conoscenze e capacità nella PA: da un lato, la dimensione organizzativa e culturale, che insiste su una nuova visione del ruolo dell’amministrazione pubblica, verso una finalità abilitante e sempre più svincolata dal ruolo strettamente normativo. Una nuova visione che è anche legata a nuovi paradigmi, modelli e strumenti anche sul piano dell’apprendimento, dei ruoli, dei modelli organizzativi (in una unica definizione: verso un nuovo processo di gestione delle risorse umane).
La seconda dimensione è quella della rivoluzione tecnologica che impone – come per tutto il Paese (e non solo) – un cambiamento che, tra le altre conseguenze, richiede l’adozione di nuove soluzioni integrate, in ogni ambito, restituendo una digitalizzazione trasversale del sistema.
Ovviamente le due dimensioni non sono indipendenti l’una dall’altra essendo parte integrante di quella trasformazione digitale che definisce e racconta il nostro presente e futuro.
Senza gettare lo sguardo oltre il tema in oggetto, il tema delle competenze nella PA si può ricondurre a due questioni, tuttora aperte:
- come interpretare il concetto di competenza all’interno di un modello rappresentativo del pubblico impiego, tale da fornire indicazioni sulla gestione dei processi di apprendimento e organizzazione?
- qual è l’efficace e coerente ruolo delle competenze digitali, nel contesto specifico della PA?
Per quanto riguarda il primo quesito, riprendiamo alcuni aspetti emersi da una ricerca FPA sul pubblico impiego, presentata in occasione di FORUM PA 2018. Il personale pubblico è fondamentalmente lasciato solo di fronte alle esigenze di formazione che sono rappresentate principalmente da temi organizzativi e tecnologici. L’aggiornamento normativo rimane l’attività sentita come più urgente e prioritaria, ma appare come una sorta di reazione difensiva che la PA attua per consolidare le sue posizioni, anche su questo versante. Le persone, quindi, operano in modo autonomo, procedendo a un aggiornamento individuale fatto di momenti informali e non formali oppure cogliendo le opportunità aperte, presenti nel settore. Si tratta, del resto, di uno stile di apprendimento che segue le nuove caratteristiche dell’informazione e della comunicazione e che sfrutta la disponibilità e flessibilità delle nuove risorse digitali. Non è una scelta di ripiego ma che risponde ad una sorta di “dissonanza cognitiva” che riporta le proprie competenze in un dominio che non necessariamente coincide con quello dell’organizzazione. I lavoratori della PA ritengono di avere competenze sufficienti rispetto a ciò che gli viene richiesto e pensano, anzi, che in diversi casi il loro potenziale non venga utilizzato; è come se si confrontasse una visione istituzionale e una “sul campo” ed è come se la seconda riuscisse a comprendere i temi critici e si attrezzasse da sola.
Un elemento rilevante, da questo punto di vista, è l’esperienza di formazione e apprendimento che emerge dall’analisi sul campo; non istituzionale né tradizionale (relegata al rango di “episodi” vista la media annuale per persona, inferiore a una giornata) ma – come detto – autonoma, flessibile e integrata. Si tratta di un insieme di singole attività che vanno dall’aggiornamento professionale e culturale (lettura di riviste, blog, siti tematici), ai webinar e i corsi online (spesso accessibili tramite canali aperti e dedicati), passando per i convegni e i seminari. Una formazione auto gestita, frutto anche di un rapporto di comunità professionale che diviene sempre più forte grazie agli strumenti di connessione digitale.
Il secondo quesito su cui ci siamo soffermati ha come tema le competenze digitali; su questo versante si registra l’enfasi prodotta dalle iniziative di AgID e Dipartimento della Funzione Pubblica, finalizzate a recepire le indicazioni comunitarie e, ancor più, a implementare un modello di riferimento per la definizione, valutazione e sviluppo delle competenze digitali.
Il modello proposto dal Dipartimento si compone di tre elementi: il Syllabus per la costruzione di un quadro declaratorio delle competenze; CRESCO.PA, una piattaforma di auto-valutazione; un sistema di organizzazione e gestione degli interventi formativi. Ciò che vogliamo sottolineare, anche per rimanere coerenti con il quesito di partenza, è l’adesione a un approccio che si promette di consolidare il digitale come competenza trasversale, strutturandola come una dimensione realmente di base, svincolata dalla polarizzazione sugli aspetti tecnici e tecnologici come da enfasi su temi specifici legati ad altrettante verticalizzazioni.
In sintesi, nella pubblica amministrazione si è sviluppata una modalità di formazione basata sulla fruizione informale di un ambiente di apprendimento, gestito in autonomia e flessibilità e alimentato da risorse diverse, aperte e condivise. In questo ambito si andrà ora a sviluppare una “campagna” di formazione finalizzata a colmare le lacune in tema digitale, intendendo questo tema come elemento culturale trasversale.
Non a caso FPA, sulla base di queste premesse, ha sviluppato l’iniziativa FPA Digital School, costruendo un ambiente di apprendimento in cui sono proposte risorse diverse, ispirate a quelle quotidianamente attivate dalle persone nella loro individuale strategia di formazione, e centrata sulla presentazione generalista dei principali temi della trasformazione digitale, puntando a quella padronanza dei principali domini del digitale, indicata nel Syllabus.