Europa, le competenze digitali tra gli indicatori per monitorare le politiche educative. Il percorso dell’Italia: PNRR e PNSD

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Il PNRR destina 800 milioni al rafforzamento delle competenze didattiche digitali degli insegnanti, attraverso una formazione continua che accelera la transizione digitale e l’adozione di un modello integrato unico di insegnamento per tutte le scuole. La scuola italiana, dunque, può prepararsi alla svolta didattica, dotandosi di strumenti tecnologici innovativi e formando docenti e personale. Il processo vede protagonisti il MIUR e i partner tecnologici più reattivi e impegnati sul tema delle competenze digitali: capofila, Samsung

7 Dicembre 2022

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Redazione FPA

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Per costruire il futuro dell’Italia è necessario investire sull’Istruzione. In particolare, occorre premere l’acceleratore sulle competenze digitali, sulle materie STEM e sugli istituti tecnici, per compensare il divario di competenze tra istruzione e domanda di lavoro. La formazione dei giovani, infatti, deve convergere con le richieste del tessuto produttivo dei territori, affinché divenga il vero motore di sviluppo del Paese. Ne è convinto il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che sta lavorando a un deciso cambio di passo, nel solco del percorso definito dal PNRR.

“Rispetteremo le scadenze imminenti, quelle del 31 dicembre, che coinvolgono snodi fondamentali per il nostro sistema dell’istruzione”, ha dichiarato il Ministro in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi sullo stato di avanzamento del PNRR. Gli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Istruzione si sviluppano lungo tre direttrici, i cui termini di realizzazione scadono proprio a fine 2022:

  1. raggiungimento di una maggiore copertura territoriale dei servizi di educazione e istruzione, (specie d’infanzia e primaria);
  2. rafforzamento dell’offerta formativa sotto il profilo delle competenze digitali e scientifico-tecnologiche;
  3. miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti. Proprio in quest’ottica, il 29 novembre è stato firmato il decreto che assegna 500 milioni di euro al potenziamento dei laboratori degli ITS. Questo investimento è parte di un monte complessivo di 1,5 miliardi destinati agli Istituti Tecnici Superiori.

Altrettanto sforzo è atteso in relazione alle competenze digitali. Il preoccupante shortage di figure professionali specializzate, difatti, rallenta la transizione digitale a tutti i livelli. La carenza di competenze in tal senso ha un peso cruciale nella formazione dei giovani come nello sviluppo dei Paesi.

Le politiche chiave a sostegno delle competenze digitali a scuola in Europa

La carenza di competenze digitali per le professioni del futuro (prossimo) è trasversale ai Paesi europei. E anche per questo motivo, per la prima volta quest’anno, l’EU nel sistema di monitoraggio dei sistemi di istruzione e formazione digitale in Europa ha inserito l’indicatore relativo alle digital skill. Parliamo del rapporto annuale di Eurydice “Structural Indicators for Monitoring Education and Training Systems in Europe 2022 – Overview of major reforms since 2015”. La selezione di tali indicatori si basa sulle priorità delineate nel Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027 della Commissione europea, varato per promuovere un resetting dell’Istruzione nell’era digitale.

In sintesi, L’UE chiede che la formazione delle competenze digitali degli adulti del futuro abbia luogo a partire dalla scuola primaria, o come materia a sé stante obbligatoria (situazione che ritroviamo nella maggior parte dei Paesi membri) oppure come insegnamento trasversale (in Finlandia e in Italia). Purtroppo, però, a fronte dell’acquisizione di skill teoriche da parte degli studenti, non si riscontra ancora una proporzionale capacità di “utilizzare creativamente le tecnologie digitali”, rileva Eurydice.

Ogni Paese membro, pertanto, sta studiando le azioni più efficaci per raggiungere gli obiettivi del Piano europeo entro il 2027, utilizzando anche i fondi del NextGenerationEU.

Il percorso dell’Italia: PNRR e PNSD

Agganciando le priorità strategiche delineate nel Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027, anche l’Italia sta perfezionando il suo progetto avviato nel 2015. Proprio in quell’anno, infatti, la Legge 107 introdusse il PNSD, Piano Nazionale Scuola Digitale, voluto dall’allora ministro Bianchi. Oggi il documento ha trovato continuità nelle linee di azione del PNRR. Il PNRR si innesta nel PNSD attraverso due misure d’investimenti atti a:

  • promuovere metodologie didattiche innovative, anche attraverso l’ausilio di strumenti digitali;
  • finanziare interventi per la digitalizzazione infrastrutturale della Scuola.

Gli investimenti assegnati dal PNRR Istruzione dedicati alla cultura digitale ammontano a 2,1 miliardi di euro di investimenti da utilizzare entro il 2025 e mirano a creare un sistema di sviluppo della didattica digitale che comprenda sia la dotazione infrastrutturale delle scuole (cablaggi nelle scuole, dispositivi tecnologici, software, aule e laboratori innovativi) sia la formazione del personale scolastico in tema di transizione digitale e metodi innovativi di insegnamento (progetto d’investimento “Scuole 4.0” Missione 4-C1 – Investimento 2.1).

Proprio per il supporto agli insegnanti, il PNRR ha previsto la creazione di un Polo nazionale sull’educazione digitale e una rete di poli territoriali per la formazione di docenti e personale scolastico. Tali strutture formative stanno muovendo i primi passi dall’inizio del 2022 all’interno della piattaforma pubblica Scuola Futura, sviluppata nell’ambito delle azioni del PNRR, Missione Istruzione. Lo strumento dedica alla didattica digitale una intera area contenente sia l’offerta del Polo Nazionale sia quella delle équipe formative territoriali.

Anche il Ministero dell’Istruzione ha sviluppato una sua piattaforma. Si tratta di S.O.F.I.A. – Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento del personale della Scuola che contiene un catalogo di iniziative di formazione elaborate da Scuole e/o Soggetti accreditati/qualificati dal Ministero dell’Istruzione.

Tecnologie e formazione a supporto della didattica

Tra i soggetti accreditati dal Ministero dell’Istruzione c’è Samsung. La multinazionale tecnologica ha sviluppato sia un prodotto dedicato esclusivamente alla scuola, la lavagna interattiva e multimediale Flip, sia un contenuto formativo a disposizione dei docenti sulla piattaforma S.O.F.I.A del MIUR. Si tratta di un corso di Educazione civica digitale e didattica interattiva, della durata di 25 ore, dal titolo “Tecnologia e Digital Board per innovare la didattica”. Il percorso formativo sarà fruibile gratuitamente fino a gennaio 2023.

Il corso è stato scritto e realizzato da Samsung in collaborazione con l’ente LaFabbrica (anch’esso accreditato dal MIUR) e mira esplicitamente a trasferire i principi della didattica interattiva e inclusiva, digitale e soprattutto coinvolgente. Difatti, non basta saper utilizzare un display digitale, proiettare contenuti audiovisivi, sapere di poter scrivere e disegnare a mano libera sul display con diverse palette di colori, stili e larghezze o poter interagire con le immagini, in presenza e da remoto (funzioni ampiamente consentite da Flip), per rendere l’insegnamento efficace e stimolante: è la struttura della lezione a dover essere creativa, diversa, innovativa.

La tecnologia, anche la più evoluta, non è che uno strumento; il vero valore per la Scuola è la cultura digitale, che un partenariato pubblico/privato efficace deve saper offrire.

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